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Contattaci ora →L’AI di Google si prepara a guidare lo shopping online, trasformando la ricerca prodotti in un’esperienza d’acquisto automatizzata e personalizzata.
Google sta introducendo il pulsante 'Help me shop in AI Mode', spingendo gli utenti verso un'esperienza di acquisto interamente guidata dall'IA. Con funzionalità come la prova virtuale e il checkout agenziale, l'obiettivo è posizionarsi come unico intermediario. Questa mossa aggressiva risponde alla crescente competizione nel settore e-commerce.
Google spinge sull’acceleratore: l’AI per lo shopping diventa un invito (quasi) obbligato
Google sta testando un nuovo pulsante, “Help me shop in AI Mode”, che appare direttamente nei risultati di ricerca. Non è un semplice esperimento, ma un altro tassello nella sua ambiziosa, e diciamocelo, un po’ invadente, strategia per abituarci a fare acquisti tramite la sua intelligenza artificiale.
In pratica, come scrive Search Engine Roundtable, il gigante di Mountain View sta sostituendo i tradizionali link “altri prodotti” con un invito diretto a entrare in una modalità di shopping completamente nuova, guidata dall’AI.
Questa non è una mossa casuale.
È un chiaro segnale che Google vuole spostare il traffico dalle classiche liste di prodotti a un’esperienza più conversazionale e, soprattutto, controllata. L’obiettivo sembra essere quello di intercettare l’utente prima ancora che possa pensare di andare su Amazon o su un altro e-commerce, tenendolo all’interno del proprio ambiente.
Ma la vera domanda è: fin dove vuole spingersi Google?
Perché, te lo dico subito, la faccenda non si ferma a qualche suggerimento d’acquisto più intelligente.
Oltre il pulsante: la vera partita si gioca sull’AI mode
Questo pulsante è solo la porta d’ingresso a un’iniziativa molto più grande, annunciata durante l’evento Google I/O 2025. Stiamo parlando di una revisione totale dell’esperienza di acquisto, dove il motore di ricerca si trasforma in un assistente personale.
Il sistema si basa sull’accoppiata tra il modello di intelligenza artificiale Gemini e il cosiddetto Shopping Graph, un database che, come descritto sul blog ufficiale di Google, contiene la bellezza di 50 miliardi di schede prodotto.
In parole povere, puoi chiedere a Google cose complesse come “trovami una borsa da viaggio carina per un weekend a Portland a maggio”. L’IA non si limita a cercare “borsa da viaggio”, ma analizza il clima di Portland in quel periodo, capisce che potrebbe pioverti addosso e ti propone modelli impermeabili e funzionali.
Un salto notevole rispetto alla semplice ricerca per parole chiave, come puoi vedere qui.
Tutto questo suona comodo, certo.
Ma rende anche Google l’intermediario unico e onnisciente tra te e qualunque cosa tu voglia comprare. E le funzionalità che stanno implementando vanno ben oltre la semplice raccomandazione.
Shopping con il pilota automatico: tra comodità e controllo perso
Qui la storia si fa ancora più interessante, e forse un po’ inquietante. Tra gli strumenti che Google sta affinando c’è la prova virtuale dei vestiti: carichi una tua foto e l’IA ti mostra come ti starebbe un abito, simulando la vestibilità sul tuo corpo. Una tecnologia che, secondo quanto spiegato su Android Central, è appena uscita dalla fase sperimentale.
Google assicura che non userà le foto per addestrare i suoi modelli… e noi dovremmo crederci sulla parola?
Ma il vero punto di svolta, quello che dovrebbe farci riflettere, è il sistema di “checkout agenziale”. In pratica, puoi dire all’IA di comprarti un determinato prodotto non appena scende sotto un certo prezzo, impostando taglia e colore. L’assistente artificiale può quindi procedere in autonomia, aggiungendo il prodotto al carrello del venditore e completando il pagamento con Google Pay.
Ti fideresti di un’IA per fare acquisti al posto tuo, senza un ultimo controllo umano?
Questa accelerazione improvvisa, però, non nasce dal nulla. C’è un’ombra che si allunga su Mountain View, e ha il nome di un gigante dell’e-commerce.
La spinta aggressiva verso lo shopping automatizzato è una risposta diretta a una competizione sempre più feroce, che costringe Google a giocare carte che ridefiniscono il confine tra ricerca di informazioni e atto d’acquisto.
Per i negozi e le piccole imprese, il messaggio è forte e chiaro: o ti adegui a questo nuovo modo di presentare i prodotti, con dati strutturati perfetti e immagini impeccabili, oppure rischi di diventare invisibile.
Ma dove andiamo? 🤦♂️ Già ci bastano i loro algoritmi ovunque. Ora pure per comprare le calze. Non è che poi ci suggeriscono pure cosa pensare? 😟 Speriamo non diventi tutto automatico. 🤖
Il palcoscenico è pronto: l’IA di Google diventa il regista dell’acquisto. Scena finale.
Un nuovo copione per lo shopping. L’IA dirige, noi eseguiamo. Un sipario che cala sulla scelta. La scena è pronta per un acquisto guidato.
Google, il nuovo commesso viaggiatore. Che allegria.
Ah, il commesso viaggiatore digitale! 🤖 Speriamo solo che la sua infallibile IA non ci veda tutti vestiti uguali, con la stessa confezione da sei di… ehm… fiducia. 🛒 😉
Fanculo. Google sempre al top nel rompere le palle con ‘ste robe. L’AI che ti dice cosa comprare? Ma vaffanculo.
Beh, che dire, Google ci sta davvero abituando a fare acquisti con l’AI. Non ho capito bene cosa fa ‘sto pulsante, ma sembra una cosa parecchio figa.
Google che ti dice come comprare? Ma dai! Speriamo non mi proponga calzini a pois, mi piacciono neri, punto. AI o non AI, io decido.