Google e ChatGPT: due mondi paralleli che cambiano le regole del gioco

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.

Contattaci ora →

Google e ChatGPT divergono: strategie opposte plasmano il futuro della ricerca online e il destino di imprese e utenti

Una recente analisi di BrightEdge rivela che Google e ChatGPT stanno divergendo, non convergendo, nella ricerca online. Google offre link a fonti, mentre ChatGPT spinge verso azioni o piattaforme specifiche. Questa spaccatura incide sul comportamento degli utenti, riducendo i click sui siti web tradizionali e obbligando editori e imprese a ridefinire le proprie strategie nell'era delle AI.

Google e ChatGPT: due mondi paralleli che cambiano le regole del gioco

Da un po’ di tempo si sente un’aria strana quando si parla di ricerca online. Da una parte hai il colosso di sempre, Google, che con le sue AI Overviews sta cercando di reinventarsi. Dall’altra hai l’outsider che è diventato protagonista, ChatGPT, che risponde a tutto e a tutti.

La sensazione comune è che stiano convergendo, che presto diventeranno la stessa cosa.

Beh, la realtà è ben diversa.

Una recente analisi di BrightEdge ci sbatte in faccia una verità scomoda: non solo non si stanno assomigliando, ma su certe ricerche stanno prendendo strade diametralmente opposte. E questa spaccatura ha delle conseguenze enormi su quello che tu, come utente o imprenditore, trovi online.

Pensa a quando cerchi qualcosa di pratico, un’azione da compiere. Che so, devi trovare un medico. Fino a ieri, il gioco era abbastanza chiaro. Oggi, invece, ti trovi davanti a un bivio.

Se lo chiedi a Google, lui si comporta da assistente di ricerca un po’ cauto, quasi accademico: ti dà i link a siti autorevoli come quelli di ospedali o enti sanitari. In pratica, ti dice: “queste sono le fonti ufficiali, adesso studia e decidi tu”.

Se fai la stessa domanda a ChatGPT, la musica cambia completamente. Lui si trasforma in una sorta di coach decisionale, molto più sbrigativo: ti spara dritto un nome come Zocdoc, una piattaforma per prenotare visite.

La differenza è abissale: Google ti dà gli strumenti per ricercare, ChatGPT ti spinge verso uno strumento per agire.

Il problema è che questa non è un’eccezione isolata.

E infatti, questo schema si ripete con una coerenza quasi inquietante in altri settori.

Un copione che si ripete: dalla tecnologia alla finanza

Se lavori nel settore della tecnologia B2B e cerchi come implementare una soluzione cloud, Google ti sommerge di guide e tutorial da leggere, mentre ChatGPT ti consiglia direttamente gli strumenti da usare, come Kubernetes. Vuoi imparare a programmare in Python? Google ti indirizza verso la community di GitHub, ChatGPT ti suggerisce un corso a pagamento su Udemy.

La divergenza, come descritto da Search Engine Journal, arriva a toccare il 47% nel tech e il 45% nell’education. Sembra quasi che i due giganti abbiano stretto accordi non detti: uno si tiene l’informazione pura, l’altro spinge verso le piattaforme commerciali.

Viene da chiedersi se questa sia una scelta per “aiutare l’utente” o se, più semplicemente, stiano spartendo il mercato delle nostre intenzioni, indirizzandoci dove fa più comodo a loro e ai loro partner.

Questo non è un semplice dettaglio tecnico per addetti ai lavori.

Questa spaccatura sta già cambiando il comportamento delle persone e, di conseguenza, il destino di migliaia di siti web e attività online.

L’impatto reale: meno click e un muro sempre più alto

I numeri cominciano a raccontare una storia che a molti editori e imprenditori non piacerà affatto. Quando Google mostra una delle sue risposte generate dall’IA, la probabilità che un utente clicchi su uno dei link tradizionali crolla drasticamente.

Parliamo di un tasso di click che scende dal 15% al 8%, un dato che dovrebbe far riflettere.

In pratica, Google sta costruendo un muro sempre più alto attorno ai suoi risultati, trattenendo l’utente all’interno della sua pagina. E mentre Google diventa più selettivo, citando fonti diverse, ChatGPT sembra quasi ossessionato da Wikipedia e Reddit, con il 71% delle sue risposte che, come riportato su MediaPost, ripropongono domini già citati.

La vera domanda, quindi, non è più solo come posizionarsi, ma in quale dei due mondi si vuole essere trovati, e con quale scopo.

E la risposta, diciamocelo, non è per niente scontata.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore