Google potenzia Circle to Search: Traduzione dinamica e continua su Android

Anita Innocenti

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Circle to Search finalmente traduce mentre scorri: addio interruzioni, ma la novità è disponibile (per ora) solo su alcuni Samsung Galaxy

Google ha potenziato Circle to Search su Android: arriva la traduzione continua. La fastidiosa sparizione del testo tradotto, scorrendo o cambiando app, è risolta. La funzione "Traduci mentre scorri" migliora l'esperienza, sebbene sia inizialmente solo per alcuni Samsung Galaxy. Questo passo avanti nell'IA di Google solleva domande sulla raccolta dati e le future strategie di privacy.

Circle to Search si aggiorna: la traduzione diventa (finalmente) intelligente

Diciamocelo, era una seccatura.

Usare la funzione di traduzione di Circle to Search su Android era comodo, sì, ma aveva un limite fastidioso: ogni volta che scorrevi la pagina o cambiavi app, puff, la traduzione spariva.

Bisognava ricominciare da capo, un gesto piccolo ma che alla lunga diventava irritante. Sembra che a Mountain View abbiano finalmente ascoltato le lamentele, perché Google ha appena rilasciato un aggiornamento che mira a risolvere proprio questo problema, introducendo una traduzione continua e dinamica.

Una mossa che a prima vista sembra quasi banale, un semplice miglioramento della qualità della vita, ma che in realtà nasconde una logica ben precisa e solleva qualche domanda su dove stia andando la strategia di Google.

Una soluzione a un problema reale

La novità si chiama “Traduci mentre scorri” e fa esattamente quello che promette. Una volta attivata Circle to Search e selezionata l’icona della traduzione, la funzione rimane attiva in sottofondo. Questo significa che puoi scorrere un feed di social media in giapponese, leggere un lungo articolo in tedesco o persino passare da un’app all’altra, e il testo continuerà a essere tradotto in tempo reale, senza interruzioni.

Niente più gesti ripetuti, niente più frustrazione.

Tutto molto comodo, certo.

Ma la vera domanda è un’altra: perché una funzione così richiesta arriva solo ora e, soprattutto, perché non è per tutti?

Samsung prima, gli altri dopo: la solita strategia?

E qui arriviamo al punto dolente. Come da tradizione, Google non rende la vita facile a tutti i suoi utenti Android. L’aggiornamento, infatti, non sarà disponibile per chiunque, almeno non subito. I primi a beneficiarne saranno i possessori di alcuni dispositivi Samsung Galaxy selezionati.

Ancora una volta, l’universo Android si dimostra frammentato, con utenti di serie A e utenti di serie B che devono attendere settimane, se non mesi, per ricevere funzioni già disponibili altrove. Una strategia che rafforza la partnership con Samsung ma che, diciamolo, lascia un po’ l’amaro in bocca a chi ha scelto altri brand.

Ma al di là delle logiche di mercato, cosa c’è sotto il cofano di questa funzione?

E soprattutto, cosa significa per noi e per i nostri dati?

Un passo avanti per l’utente, un salto per la raccolta dati?

Google non fa mistero del fatto che la traduzione sia una delle funzionalità più popolari di Circle to Search, come descritto sul blog ufficiale di Google.

Rendendola più fluida e persistente, l’azienda non sta solo migliorando l’esperienza utente, ma sta anche incentivando un uso ancora più massiccio dei suoi strumenti basati sull’intelligenza artificiale, come i modelli Gemini che alimentano queste tecnologie.

Una funzione che “osserva” costantemente lo schermo per tradurre in tempo reale è senza dubbio un prodigio tecnologico, ma è anche un potentissimo strumento di raccolta dati su come interagiamo con i contenuti in lingua straniera.

Viene da chiedersi se questa continua spinta verso l’integrazione totale dell’IA nella nostra quotidianità non abbia un prezzo nascosto.

La comodità è servita.

Il conto, come al solito, probabilmente lo scopriremo più avanti.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

13 commenti su “Google potenzia Circle to Search: Traduzione dinamica e continua su Android”

  1. Solita storia, le novità prima finiscono solo ai più fortunati. Ma alla fine, siamo sempre noi a pagare per queste esclusive. L’IA migliora, certo, ma a quale prezzo per la privacy? Bisognerebbe pensarci bene.

  2. Cavolo, questa traduzione che non scompare mentre si naviga è una bella comodità. Mi chiedo solo come gestiranno la privacy con questa raccolta dati sempre più estesa.

    1. Nicola Caprioli

      Ma dai, ancora ‘sta storia dei dispositivi limitati! Non è che potevano renderla disponibile a tutti, no? Mi sembra una presa in giro.

  3. Alessandro Lombardi

    Questa traduzione continua è un’ottima trovata per l’usabilità. L’IA fa passi da gigante, ma mi chiedo quanto presto vedremo queste chicche su tutti i dispositivi, non solo sui top di gamma.

  4. Renato Graziani

    Finalmente una svolta! Ma quella esclusività sui Samsung è una mossa che non capisco. La vera intelligenza sta nell’inclusività, non nel creare nuovi confini digitali!

    1. Silvia Graziani

      Un passo avanti, certo, ma questa esclusività iniziale mi lascia perplessa. Mi chiedo se il prezzo della comodità sia una frammentazione ancora maggiore dell’esperienza utente.

    2. Nicolò Sorrentino

      Sì, il progresso è tangibile, ma questa frammentazione mi lascia un senso di malinconia. Dove va a finire l’universalità?

      1. Ma che bello, un’altra funzione che arriverà solo su pochi modelli. È sempre la solita storia: si fa un passo avanti, ma poi si blocca tutto con delle limitazioni. Quand’è che avremo un’esperienza utente davvero uniforme?

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