Google lancia la “Commerce Media”: cosa ci guadagnano i brand?

Anita Innocenti

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La nuova “Commerce Media suite” di Google promette di unire dati dei rivenditori e potenza pubblicitaria, ma solleva interrogativi sul reale vantaggio per i brand e sul dominio di Google nel mercato.

Google ha presentato "Commerce Media", una suite che integra dati retail con la pubblicità su YouTube, CTV e Performance Max. L'obiettivo è unire brand awareness e acquisto, promettendo pubblicità più mirate. Tuttavia, l'iniziativa solleva interrogativi sul crescente controllo di Google sui dati e sul processo di acquisto, puntando a una fetta del mercato "commerce media".

Google lancia la “Commerce Media”: più facile vendere o più potere per loro?

Google ha appena tirato fuori dal cilindro la sua nuova creatura, la “Commerce Media suite”. L’hanno presentata in pompa magna al recente Google Marketing Live, promettendo di rivoluzionare il modo in cui i brand, come il tuo, possono raggiungere i clienti.

L’idea di base?

Mettere insieme i dati che i grandi rivenditori raccolgono sui loro clienti con la potenza pubblicitaria di YouTube, della TV connessa (CTV) e delle campagne Performance Max. Detta così, sembra fantastico: pubblicità più mirate, clienti più contenti. Ma, come sempre quando c’è di mezzo Google, la domanda sorge spontanea:

È davvero tutto a vantaggio tuo, o c’è dell’altro sotto?

E la vera ciccia sta proprio nel capire come funziona questa nuova “magia” e, soprattutto, chi ci guadagna di più in questo gioco sempre più complesso.

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Allora, cosa ci offre Google con questa nuova suite?

Innanzitutto, parlano di esperienze “shoppabili” direttamente dalla TV connessa: stai guardando un video e, zac, un QR code ti permette di saperne di più su un prodotto. Comodo, certo, ma è anche un altro modo per legare a doppio filo le nostre abitudini di visione con gli acquisti, tracciando ogni nostro interesse.

Poi ci sono gli annunci potenziati dall’Intelligenza Artificiale, come i “Peak Points” su YouTube, che, grazie a Gemini (l’IA di Google), dovrebbero apparire nel momento più “caldo” del video. E ancora, l’IA che riformatta i video per adattarli a tutti i formati, facendoti risparmiare tempo.

Meno lavoro per te, o forse meno controllo creativo sulla tua immagine?

Come riportato sul blog ufficiale di Google, c’è anche la funzione di “accelerated checkout” negli Stati Uniti, che permette agli utenti YouTube di passare direttamente dalla pubblicità al carrello. Un percorso più breve per l’acquisto, dicono. Ma significa anche dare a YouTube un potere ancora maggiore su tutto il processo di acquisto del cliente. Per far funzionare tutto questo, Google si è alleata con nomi grossi come Costco e United Airlines, come descritto da Marketing Dive.

Questi colossi avranno sicuramente i loro vantaggi, ma i piccoli negozianti, quelli come te, che spazio avranno in questa nuova arena?

Con tutti questi dati che girano e queste nuove possibilità di interazione, la domanda che mi frulla in testa è: qual è la vera strategia di Google dietro questa mossa apparentemente così generosa?

La partita di Google: dati, dominio e qualche punto interrogativo

Quello che Google sta cercando di fare è un bel salto: passare dal concetto di “retail media” (la pubblicità che vedi sui siti dei grandi rivenditori) a quello, più ampio, di “commerce media”. Un mercato che, secondo le stime, dovrebbe valere la bellezza di 85 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti entro il 2027.

Insomma, una torta gigantesca a cui Google vuole ovviamente una fetta bella grossa.

Un dirigente di Google, tal Hotz, ha dichiarato che l’obiettivo è “unificare le campagne brand e quelle mirate all’acquisto”.

Bello a dirsi, ma questa “unificazione” a quale prezzo arriva per la tua autonomia strategica?

Non è un segreto, e lo sottolinea anche AdExchanger, che Google stia spingendo parecchio affinché le aziende investano di più in pubblicità sulle TV connesse.

Stanno semplicemente cavalcando un trend o lo stanno, furbescamente, indirizzando a loro vantaggio?

Le prime versioni di questi strumenti (beta) dovrebbero partire già quest’estate.

Si parla tanto dei benefici per i brand, della possibilità di raggiungere clienti “ad alta intenzione d’acquisto”.

Ma quanto di tutto questo è, in realtà, un modo per Google di stringere ancora di più la sua presa sul mercato pubblicitario, estendendola ora in modo massiccio anche al “commercio” vero e proprio?

Staremo a vedere, ma qualche dubbio, permettimelo, è più che lecito.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

3 commenti su “Google lancia la “Commerce Media”: cosa ci guadagnano i brand?”

  1. Carlo Santini

    Interessante. Vedremo se la “Commerce Media” di Google sarà una manna per i brand o un’altra mossa per rafforzare il loro dominio. Resta da capire quanto controllo avranno i brand sui propri dati.

    1. Ciao Laura, concordo. Mi sembra l’ennesimo tentativo di Google di chiudere il cerchio, prendendo una fetta sempre più grande del mercato pubblicitario. Resta da capire se i vantaggi per i brand saranno reali o solo fumo negli occhi.

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