Google ed Epic Games: la proroga inattesa del caso antitrust del Play Store

Anita Innocenti

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La proroga concessa dal giudice fa sorgere interrogativi su possibili accordi segreti tra le due società, dopo anni di battaglie legali in tribunale

Google ed Epic Games hanno ottenuto una proroga di una settimana per la conformità alla sentenza antitrust sul Play Store, spostando la scadenza al 29 ottobre. La richiesta congiunta delle due aziende, storiche rivali in tribunale, solleva dubbi su possibili negoziati segreti e un accordo sottobanco per mitigare le implicazioni della sentenza che impone a Google di permettere pagamenti alternativi e app store esterni.

Google e Epic si prendono una pausa: cosa c’è dietro la proroga improvvisa?

Proprio quando pensavi che la resa dei conti fosse arrivata, con Google costretta a smantellare parte delle sue rigide regole sul Play Store, arriva il colpo di scena. Un giudice ha concesso a Google una settimana in più, spostando la scadenza per conformarsi alla sentenza antitrust dal 22 al 29 ottobre.

La notizia, come descritto da The Verge, è arrivata il 20 ottobre, a un soffio dal gong finale.

Ma la cosa che fa storcere il naso non è tanto la proroga in sé, quanto chi l’ha chiesta: una richiesta congiunta, firmata sia da Google che da Epic Games.

Sì, hai capito bene.

I due colossi, che se le sono date di santa ragione in tribunale per anni, all’improvviso vanno a braccetto dal giudice per chiedere più tempo.

Viene da chiedersi cosa sia cambiato in una manciata di giorni.

Un accordo che puzza di bruciato

Fino a poche settimane fa, il CEO di Epic, Tim Sweeney, esultava pubblicamente, annunciando il 22 ottobre come il giorno della liberazione per gli sviluppatori, un momento in cui finalmente avrebbero potuto indirizzare gli utenti verso sistemi di pagamento alternativi senza le famigerate “scare screen” e commissioni di Google.

E ora?

Silenzio radio. Anzi, un’inspiegabile alleanza per posticipare quella stessa vittoria.

Cosa bolle in pentola?

È difficile credere che sia solo una questione tecnica. Una proroga di sette giorni per implementare cambiamenti di questa portata sembra più un cerotto su una ferita aperta che una vera soluzione.

Viene il forte sospetto che le due aziende stiano negoziando dettagli non pubblici, forse legati alle modalità con cui Google applicherà le nuove regole. Magari Google sta cercando di annacquare la sentenza, proponendo un’implementazione “di facciata” che rispetti la legge sulla carta ma che, nella pratica, continui a ostacolare la concorrenza. E forse Epic, fiutando la trappola, sta cercando di ottenere garanzie più solide.

Ma per capire la posta in gioco, bisogna fare un passo indietro e ricordare come si è arrivati a questo punto.

La lunga caduta di Google dal suo trono

Questa storia non nasce ieri. È il culmine di una battaglia legale iniziata nell’agosto del 2020, quando Epic ha sfidato apertamente il monopolio di Google inserendo un sistema di pagamento diretto in Fortnite.

La reazione di Google è stata immediata e brutale: fuori dal Play Store. Da lì è partita una causa che ha scoperchiato il vaso di Pandora.

A differenza del processo contro Apple, qui una giuria popolare ha dato un verdetto schiacciante e senza appello nel dicembre 2023: Google è stata giudicata colpevole su tutti e 11 i capi d’accusa.

Le prove hanno dipinto un quadro impietoso: un castello di accordi segreti, pressioni sui produttori di smartphone e una strategia sistematica per soffocare ogni forma di concorrenza.

L’ingiunzione permanente emessa dal giudice è una mazzata per il modello di business di Google.

In parole povere?

Google deve smettere di fare il bello e il cattivo tempo, consentendo agli sviluppatori di usare sistemi di pagamento alternativi e di distribuire le loro app anche al di fuori del Play Store, senza penalizzazioni.

La palla ora è di nuovo nel campo di Google, che ha altri sette giorni per decidere come smontare un pezzo del suo impero. Resta da vedere se questa settimana extra servirà a garantire una transizione equa per tutti o se sarà solo il tempo necessario per trovare nuove, più astute, scappatoie.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “Google ed Epic Games: la proroga inattesa del caso antitrust del Play Store”

  1. Ma certo, un’altra proroga. Chissà se questi “accordi segreti” implicano che qualcuno si è dimenticato di pagare le fatture. La tecnologia che accelera, ma le scartoffie che rallentano, un classico intramontabile.

    1. Lorena, dici bene, il “dietro le quinte” è la parte più succosa! Mi chiedo se questa proroga non sia solo un modo per riordinare le idee, o se stiano preparando un *plot twist* degno di un film. Speriamo solo che alla fine vinca il buon senso, no?

  2. Francesco De Angelis

    Pronto a vedere cosa bolle in pentola? 🤔 La proroga solleva interrogativi, vero? Non è solo una questione di regole, ma di dinamiche nascoste. Curioso di capire le mosse. ✨

    1. Claudio Ruggiero

      Un’altra settimana per studiare le carte? 🧐 Spero non sia solo fumo negli occhi per nascondere accordi sottobanco. L’analisi delle mosse è sempre la parte più divertente. 😉

  3. Ancora ‘sta farsa! Proroghe? Dietro le quinte, altro che battaglia legale, è una commedia dell’arte per intascare di più, questo è certo. Sputano veleno in pubblico e poi si scambiano pacche sulle spalle in privato, che schifo!

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