Google lancia ‘Fonti Preferite’: personalizzazione delle notizie o rischio di echo chamber?

Anita Innocenti

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Una mossa che sembra dare più potere all’utente, ma che potrebbe nascondere insidie legate alla polarizzazione dell’informazione e alla creazione di camere dell’eco

Google ha lanciato "Fonti Preferite", permettendo agli utenti di selezionare testate affidabili per la ricerca. Questa funzione mira a migliorare la qualità dei risultati, offrendo maggiore controllo. Tuttavia, vi è il rischio di creare "bolle informative", limitando l'esposizione a diverse opinioni e potenzialmente polarizzando l'informazione online.

Google ti dà le chiavi di casa (o quasi)

In pratica, da oggi puoi dire a Google: “Ehi, di questi giornali mi fido. Fammi vedere più spesso cosa scrivono loro”. Quando cerchi un argomento di attualità, gli articoli provenienti dalle tue fonti scelte avranno una piccola stella di riconoscimento.

L’annuncio è stato lanciato da Google in USA e India per le ricerche in inglese, dopo una fase di test in cui più della metà degli utenti ha scelto di seguire almeno quattro testate diverse.

Sembra una mossa pro-utente, no?

Finalmente possiamo ripulire i risultati di ricerca. Ma come sempre, quando Google ti regala qualcosa, vale la pena guardare cosa c’è scritto in piccolo.

Come funziona e perché Google lo fa davvero

La mossa non arriva dal nulla. Da tempo gli utenti si lamentano di una ricerca invasa da risultati di bassa qualità. Questa funzione è la risposta di Google a un malcontento che non poteva più ignorare.

Oltre alla stella di riconoscimento, per certe ricerche apparirà una sezione dedicata, “Dalle tue fonti”, che raggruppa i contenuti delle testate che hai selezionato. Quindi, Google ti dà uno strumento per crearti una bolla informativa su misura, ripulita da ciò che non ti interessa.

Un passo avanti per la qualità, senza dubbio.

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, e questo potrebbe essere più insidioso di quanto sembri.

Più controllo per te, ma a quale prezzo?

Il rischio, sottolineato anche da TechCrunch, è evidente: chiudersi in una camera dell’eco. Se scegli solo fonti che la pensano come te, Google potrebbe smettere di proporti punti di vista diversi.

Comodo, certo.

Ma il pensiero critico si nutre del confronto, non della continua conferma delle proprie idee.

La domanda che dobbiamo porci è seria: per avere risultati di ricerca più puliti, siamo disposti a diventare meno informati sulla diversità di opinioni che esistono là fuori?

Google risolve un suo problema di qualità scaricando su di te la responsabilità di scegliere, ma l’effetto collaterale potrebbe essere un’informazione sempre più polarizzata.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

2 commenti su “Google lancia ‘Fonti Preferite’: personalizzazione delle notizie o rischio di echo chamber?”

  1. Silvia Graziani

    Ah, la magia del filtrino: ti danno la pappa pronta, poi ti chiedi perché vedi solo il tuo riflesso. Praticamente ti comprano il cervello, ma con la stellina. Geniale, no?

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