Gemini 2.5 e la voce del futuro: Google alza il tiro sull’audio AI

Anita Innocenti

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Tra promesse di audio iper-realistico e applicazioni futuristiche, l’ultima scommessa di Google punta a un’IA vocale più controllabile ed espressiva, ma le sfide in termini di sicurezza e concorrenza restano aperte.

Google ha svelato Gemini 2.5, puntando sull'audio AI. Le novità, presentate al I/O 2025, includono sintesi vocale espressiva, dialogo in tempo reale e sicurezza potenziata. La tecnologia mira a trasformare l'interazione uomo-macchina, applicata in prodotti Google e soluzioni enterprise, sfidando competitor come OpenAI.

Google, con il suo Gemini 2.5, pare stia cercando di riscrivere le regole del gioco nell’interazione tra noi umani e le macchine, puntando tutto su una sintesi vocale che promette di essere espressiva come non mai e su strumenti di dialogo dinamici. L’annuncio, fatto durante il Google I/O 2025, mira a consolidare la posizione del colosso di Mountain View nella corsa, ormai sfrenata, all’intelligenza artificiale generativa.

Ci raccontano di funzionalità che, sfruttando una comprensione multimodale, permetterebbero una generazione audio ricca di sfumature, con un controllo quasi maniacale su tono, emozione e lingua. E, non da meno, dicono di aver pensato anche alla sicurezza, un tema che, diciamocelo, inizia a farsi parecchio spinoso.

Ma andiamo a vedere più da vicino che succede…

Come funziona esattamente questa magia vocale?

Allora, mettiamola semplice.

Al centro di tutto c’è quello che chiamano Text-to-Speech Controllabile.

Immagina di poter dire all’IA non solo cosa dire, ma come dirlo, usando semplici frasi. Stando a quanto descritto sul blog ufficiale di Google DeepMind dedicato all’audio nativo di Gemini 2.5, gli sviluppatori avrebbero la possibilità di definire l’intonazione emotiva, per esempio per una narrazione drammatica, o gestire dialoghi con più voci distinte.

E non è finita:

Si parla di output in oltre 24 lingue, come specificato nella documentazione per sviluppatori di Google AI per la generazione vocale, e di un’accurata gestione della pronuncia e del ritmo.

Poi c’è la Live API, che introduce funzionalità per conversazioni in tempo reale che sembrano uscite da un film di fantascienza. Pensa all’Affective Dialogue, capace, a quanto pare, di rilevare le tue emozioni dalla voce e adattare le risposte di conseguenza, o al Proactive Audio, che filtra i rumori di fondo per capire quando è il momento giusto per intervenire.

E se la domanda è complessa?

Nessun problema.

C’è il Thinking Mode per ragionamenti più articolati, come dettagliato negli aggiornamenti per gli sviluppatori sull’API Gemini presentati all’I/O.

Tutta questa tecnologia suona incredibilmente avanzata, quasi troppo bella per essere vera.

Ma Google come intende calare questi assi nella vita di tutti i giorni, e soprattutto, nelle aziende che cercano soluzioni concrete e non solo promesse mirabolanti?

Google la serve sul piatto: ecco dove vedremo Gemini all’opera

Google non si nasconde e sta già spingendo questa tecnologia in vari suoi prodotti. NotebookLM, ad esempio, dovrebbe usare l’audio multi-speaker per creare riassunti interattivi dei contenuti.

E hai sentito parlare del Project Astra?

È il prototipo che dimostra capacità di ragionamento audio-visivo in tempo reale. Ma il vero campo di battaglia, quello che conta per il fatturato, è il mondo enterprise. Qui, aziende come Automation Anywhere e UiPath starebbero già esplorando come integrare queste capacità per automatizzare i flussi di lavoro, secondo quanto riportato nel post del blog di DeepMind che annuncia i miglioramenti di Gemini 2.5.

Sundar Pichai, il CEO di Google, ha sottolineato che “questi modelli non si limitano a replicare il parlato umano – lo contestualizzano all’interno di interazioni più ampie”, mettendo l’accento sul passaggio verso “un’IA che capisce, non si limita a rispondere”, come evidenziato in un articolo di ynetnews.com sull’innovazione in casa Google.

Belle parole, certo, che dipingono un futuro radioso.

Ma al di là del marketing e delle demo ad effetto, quali sono i numeri reali dietro questa tecnologia e, soprattutto, come si posiziona rispetto a una concorrenza sempre più agguerrita?

I numeri sul tavolo e uno sguardo alla concorrenza: chi la spunterà?

Parliamo di dati concreti, quelli che piacciono a noi.

Il sistema, stando alla documentazione di Vertex AI su Gemini 2.5 Pro, sarebbe in grado di gestire fino a 8,4 ore di audio per prompt, che equivalgono a un milione di token – una capacità di elaborazione notevole. Un aspetto su cui Google batte molto è la sicurezza: dichiarano di aver potenziato le difese, bloccando il 94% degli attacchi di “indirect prompt injection”, una vulnerabilità sempre più preoccupante nel mondo AI.

Per il Text-to-Speech, si parla di finestre di contesto da 32.000 token.

E se ti servono voci diverse, Gemini 2.5 Flash ne offrirebbe oltre 30.

Se guardiamo ai competitor, il pensiero va subito a OpenAI e al suo Voice Engine.

La differenza sostanziale, stando a quanto si legge anche in un post di Google su Threads che approfondisce le capacità audio native di Gemini 2.5, è che mentre OpenAI richiede campioni vocali specifici per clonare una voce, Gemini 2.5 genererebbe performance vocali originali basandosi su indicazioni testuali.

Questo potrebbe dare a Google un vantaggio, specialmente per le applicazioni aziendali globali che necessitano di supporto multilingue senza dover campionare migliaia di voci. Gli sviluppatori possono già mettere le mani su queste funzionalità tramite Vertex AI e Google AI Studio, e c’è pure Lyria RealTime che si avventura nella generazione musicale.

Insomma, la corsa all’oro dell’audio generativo è in pieno svolgimento.

Resta da vedere se questo focus sulla “controllabilità” e sulla “sicurezza” sia una risposta genuina alle esigenze del mercato o l’ennesima mossa strategica di una Big Tech per accaparrarsi fette di mercato ad alto valore, lasciando magari qualche dubbio sull’impatto reale e sull’equità di queste tecnologie così potenti.

Staremo a vedere, come sempre.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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