Google spinge su Gemini: riassunti AI sotto ogni link della SERP

Anita Innocenti

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L’intelligenza artificiale di Google ora riassume i risultati di ricerca sotto ogni link, ma questo cambiamento potrebbe drasticamente ridurre il traffico verso i siti web.

Google spinge sull'AI, testando riassunti generati da Gemini sotto ogni link SERP. La novità, scoperta dal SEO Landon Moore, offre un'anteprima dei contenuti. Se da un lato è comoda, dall'altro preoccupa i publisher: studi indicano un calo del 50% dei clic tradizionali. Questo sposta il potere a Google, che diventa fonte diretta di informazione, riducendo il traffico dei siti web.

Cosa significa questa novità per chi cerca (e per chi viene cercato)?

Diciamocelo, l’idea di avere un’anteprima intelligente per ogni link sembra comoda. In teoria, dovrebbe farci risparmiare tempo, evitando di aprire pagine che poi si rivelano inutili. Google ce la vende come un miglioramento dell’esperienza utente, un modo per rendere la ricerca ancora più efficiente. E per certi versi potrebbe anche esserlo.

Il problema, però, è che questa “comodità” rischia di trasformarsi in un filtro potentissimo nelle mani di Google.

Se l’utente legge il riassunto e si sente già soddisfatto, perché mai dovrebbe fare quel click in più per visitare il tuo sito?

Ecco che la funzione da “aiuto” si trasforma in un potenziale killer di traffico. Non è più una semplice descrizione, ma un’interpretazione fatta da un’intelligenza artificiale che decide per te cosa è importante in quella pagina.

E se l’interpretazione non fosse quella giusta o, peggio, omettesse proprio l’informazione che avrebbe spinto l’utente a contattarti?

Il vero prezzo: meno click e più potere a Google

I dubbi non sono solo teorie, ma sono supportati da dati che dovrebbero far riflettere. Una ricerca del Pew Research Center ha messo nero su bianco quello che molti temevano: quando compare un riassunto AI, i click sui link tradizionali crollano quasi del 50%.

Passano dal 15% all’8%.

Tradotto: la metà del traffico potenziale svanisce, perché l’utente si accontenta della risposta confezionata da Google.

Questa dinamica sposta enormemente il potere.

Invece di essere un indice che ti indirizza verso le fonti originali, Google diventa sempre più la fonte stessa.

La domanda sorge spontanea: stiamo affidando a un algoritmo la scelta di cosa meriti la nostra attenzione, bypassando il lavoro di chi crea i contenuti?

E mentre i proprietari di siti web e i publisher si preoccupano, Google sembra avere le idee molto chiare su dove vuole andare a parare.

La strategia del “recinto dorato”: Google si prende tutto?

Questa mozione non è un fulmine isolato, ma un pezzo di un puzzle molto più grande. Google, attraverso le parole del suo Search Advocate John Mueller, ci fa intendere che è una storia già vista con i featured snippet, che all’inizio spaventavano e poi sono diventati un’opportunità. Ma la differenza qui è enorme: i featured snippet estraevano un pezzo del tuo testo; qui l’IA lo riscrive, lo reinterpreta, lo fa suo.

L’obiettivo sembra essere quello di trasformare la ricerca da un elenco di porte (i link) a una stanza quasi chiusa, dove è Google a darti tutte le risposte di cui hai bisogno senza farti uscire.

Comodo, certo.

Ma a quale costo per la pluralità dell’informazione e per chi, come te, ha costruito un’attività basandosi su quel click che oggi sembra sempre più in pericolo?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “Google spinge su Gemini: riassunti AI sotto ogni link della SERP”

  1. Daniele Palmieri

    Questa mossa di Google è un’ulteriore concentrazione di potere. Offrire risposte immediate mina il traffico verso chi crea contenuti. Mi chiedo quale sarà la prossima mossa per riprendere il controllo del proprio pubblico.

    1. Sabrina Coppola

      Google sta creando un monopolio dell’informazione, trasformando i siti web in semplici fornitori di dati. Ma l’intelligenza artificiale non può sostituire la sfumatura di un pensiero originale, vero?

    2. Emanuele Barbieri

      Ma dai! Stanno mica pensando che questo sia un bene per chi lavora sul web? Ridurre il traffico ai siti, per poi farci leggere le risposte direttamente lì? Non mi sembra un guadagno per nessuno che non sia Big G.

  2. Google si prende il potere, diventando un filtro che ci nutre. Chi ci rimette, ovviamente, sono quelli che lavorano per creare contenuti. Che scenata.

    1. Bene. Un’ulteriore centralizzazione del potere informativo nelle mani di Big G. I publisher continueranno a produrre contenuti di valore o si trasformeranno in meri fornitori di dati per l’IA?

  3. Capisco il vantaggio per l’utente che ottiene risposte immediate. Però, per chi produce contenuti, questo significa meno visite e visibilità. È un equilibrio difficile tra comodità immediata e la sostenibilità del web. Mi chiedo se non si stia snaturando la ricerca online.

    1. La comodità del riassunto AI è evidente, ma i publisher rischiano un calo drastico di visite. Google diventa il centro, a scapito dei siti. Un vero rischio per chi investe in contenuti, non trovando più il proprio pubblico.

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