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L’IA di Google conquista l’oro all’ICPC, ma OpenAI fa meglio: un’analisi critica tra marketing e reali progressi nell’intelligenza artificiale
Google celebra l'oro di Gemini 2.5 Deep Think all'ICPC 2025, risolvendo 10 problemi, inclusa una sfida unica. Eppure, OpenAI ha superato tutti, ottenendo un punteggio perfetto con 12 problemi risolti. La notizia evidenzia un duello tecnologico tra i giganti dell'IA e solleva interrogativi sui reali progressi e sul marketing.
Un’intelligenza artificiale sul podio, ma non è l’unica
L’ICPC non è una gara qualunque, è praticamente il campionato del mondo per programmatori universitari, una maratona di cinque ore dove team da tutto il globo si sfidano a risolvere problemi algoritmici complessi.
In questo contesto, Gemini 2.5 Deep Think ha risolto 10 problemi su 12, un risultato che solo 3 squadre umane su 139 sono riuscite a eguagliare. Un dato che, come descritto da Google stessa sul suo blog, la posiziona di diritto nell’élite della competizione.
Peccato che, nella stessa gara, un modello di ragionamento di OpenAI abbia fatto piazza pulita, risolvendo tutti e 12 i problemi.
Un “All Kill”, come si dice in gergo, che mette le cose in una prospettiva un po’ diversa.
Mentre Google festeggia un oro, qualcun altro ha dimostrato di aver già superato il livello massimo della competizione umana.
Il vero colpo di scena, però, non è solo nel punteggio, ma in come Gemini ha risolto un problema che ha messo in scacco tutte le menti umane presenti.
Il “Problema C”: quando l’IA pensa fuori dagli schemi umani
Il problema che nessun team umano è riuscito a risolvere, il cosiddetto “Problema C”, riguardava l’ottimizzazione della distribuzione di un liquido attraverso una rete di tubi interconnessi.
L’obiettivo era riempire tutti i serbatoi nel minor tempo possibile.
Detta così sembra semplice, ma la difficoltà stava nel numero infinito di configurazioni possibili, dato che ogni tubo poteva essere aperto, chiuso o parzialmente aperto.
Qui Gemini ha mostrato i muscoli. Invece di perdersi in calcoli senza fine, ha assegnato delle priorità a ogni serbatoio e, come riportato su 9to5Google, ha utilizzato algoritmi di programmazione dinamica per trovare la configurazione più efficiente.
Dopo 30 minuti di ragionamento continuo, ha affinato la soluzione con tecniche di ricerca matematica avanzata. In pratica, ha trovato una scorciatoia logica che è sfuggita ai migliori cervelli del pianeta.
Un’impresa notevole, senza dubbio.
Ma cosa ci dice questo, al di là della gara?
È solo un esercizio di stile di Google per impressionare il mercato, o c’è dell’altro sotto?
Tra celebrazioni e marketing: cosa resta per noi?
Google, nel suo annuncio, punta i riflettori sulla medaglia d’oro e sulla soluzione del problema C. Tutto vero, per carità . Eppure, è difficile non notare come la performance perfetta del modello di OpenAI ridimensioni un po’ la festa. La narrazione di Google sembra quasi un tentativo di rivendicare una vittoria in un campo dove, forse, non è più l’unico leader indiscusso.
E qui, diciamocelo, la faccenda si fa interessante per chi, come te, deve capire cosa farsene di questi annunci. Google menziona che una versione “alleggerita” del modello è disponibile per gli abbonati a Google AI Ultra.
Ma cosa significa “alleggerita”?
Stiamo parlando della stessa capacità di ragionamento o di una versione depotenziata pensata più per il marketing che per un’utilità reale?
La domanda è lecita: questi incredibili progressi sono davvero pronti a risolvere i problemi complessi delle nostre aziende o, per ora, restano confinati nei laboratori e nelle competizioni usate come vetrina?