Google rivoluziona la visibilità delle immagini: le Landing Pages con immagini uniche sono la soluzione?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Google suggerisce di creare pagine dedicate per ogni immagine importante, abbandonando le gallerie tradizionali, per migliorare la visibilità e fornire un contesto unico a ciascuna foto.

Google annuncia un cambio epocale per la visibilità delle immagini. John Mueller e Martin Splitt suggeriscono di creare pagine dedicate per le foto importanti, mettendo in discussione l'efficacia delle gallerie tradizionali. La mossa, che mira a migliorare l'esperienza utente e l'indicizzazione, solleva dubbi sull'onere per i creatori, spostando il focus dal mero tecnicismo alla strategia di contenuto.

La fine delle gallerie fotografiche? non proprio, ma quasi.

L’idea di fondo, come descritto da Search Engine Journal, è che quando Google trova una pagina con 50 immagini, non sa bene quale sia la protagonista. È una specie di “rumore di fondo” visivo.

Come spiega Mueller, se a quell’immagine vuoi dare un contesto unico, una descrizione che vada oltre il semplice “foto di un tramonto”, allora una pagina dedicata ha perfettamente senso.

In pratica, Google ci sta dicendo: “Smettetela di ammassare le foto e date a ciascuna la sua dignità, il suo spazio”.

Questo significa che le classiche gallerie gestite con lightbox in JavaScript o con URL che finiscono col cancelletto (#), quelle che non ricaricano la pagina, potrebbero non essere più la scelta migliore per farsi trovare.

Ma la vera domanda è: è una richiesta sensata o l’ennesimo onere che Google scarica sulle spalle di chi crea contenuti?

Perché, diciamocelo, creare una pagina per ogni immagine significa un bel po’ di lavoro in più.

L’utente al centro o l’algoritmo? Il dubbio è lecito

Qui la faccenda si fa interessante.

Da un lato, questa mossa si allinea con una tendenza più ampia che vediamo nel 2025, dove Google spinge sempre di più sulla qualità della pagina di destinazione, come dimostrano anche i recenti aggiornamenti al Quality Score di Google Ads. L’obiettivo dichiarato è migliorare l’esperienza dell’utente. Un utente che cerca un’immagine specifica e atterra su una pagina dedicata con informazioni pertinenti è, senza dubbio, un utente più felice.

Ma siamo sicuri che sia solo questo?

O è anche un modo per Google di indicizzare meglio i contenuti, rendendo il suo lavoro più facile e costringendo noi a strutturare i siti esattamente come vuole lui?

E poi c’è un’altra questione che fa storcere il naso.

Nello stesso intervento, Mueller ha ribadito che i formati immagine moderni come WEBP o AVIF, che migliorano la velocità e l’esperienza utente, non sono un fattore di ranking diretto.

Un momento.

Quindi ottimizzare la tecnica per servire immagini più veloci non ci fa guadagnare posizioni, ma stravolgere l’architettura del sito per creare decine, se non centinaia, di pagine nuove sì?

Il sospetto che si stia giocando un po’ su due tavoli è forte.

Quindi, che si fa? la strategia dietro la notizia

Chiariamo subito una cosa: nessuno ti sta dicendo di buttare all’aria il tuo sito domani. Non si tratta di creare una pagina per ogni singola immagine che hai, ma di fare una scelta strategica.

L’indicazione è di concentrarsi sulle immagini che sono davvero un punto di accesso al tuo business, quelle che la gente potrebbe cercare attivamente.

Una foto di un prodotto di punta, uno scatto iconico del tuo portfolio, un’immagine che spiega un concetto complesso.

Quelle meritano una loro casa, con un URL pulito, un titolo, una descrizione e un contesto che le valorizzi.

La partita, quindi, si sposta dal piano puramente tecnico a quello strategico.

La domanda da porsi non è più solo “come faccio a far indicizzare questa foto?”, ma “questa foto ha una storia così forte da meritarsi una pagina tutta sua?”.

È una sfida che ci costringe a pensare ancora di più al valore di ogni singolo contenuto che pubblichiamo.

L’obiettivo, alla fine, non è accontentare l’algoritmo per il gusto di farlo, ma usarne le regole a nostro vantaggio per intercettare persone reali con bisogni reali.

E per questo, per fortuna, la strategia la decidiamo ancora noi.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “Google rivoluziona la visibilità delle immagini: le Landing Pages con immagini uniche sono la soluzione?”

  1. Gallerie? Roba vecchia. Google spinge per contenuti mirati. Un’immagine, una pagina. Logico. Meno rumore, più senso. Però, un botto di lavoro in più. Vedremo se ne vale la pena.

  2. Ma che me frega se c’è il sole o una foto, se poi Google decide di farmi un culo così con l’indicizzazione? Più sbatti per contenuti che non valgono un cazzo.

  3. Raffaele Graziani

    Un’immagine per pagina? Sembra un po’ una caccia al tesoro digitale, ma forse la chiarezza è il nuovo trend.

  4. Elisa Marchetti

    Ma pensa te. Creare una pagina per ogni foto, per dare contesto. Come se il mondo non fosse già saturo di contenuti vuoti, ora ci si mettono anche le singole immagini a chiedere un’attenzione dedicata. Un’idea geniale, se l’obiettivo è farci lavorare il doppio per un risultato dubbio.

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