Google: John Mueller smonta i miti SEO sui CMS

Anita Innocenti

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Google afferma che non c’è un CMS migliore per la SEO, ma i dati mostrano che i siti web più performanti preferiscono soluzioni custom

John Mueller di Google ha rimescolato le carte della SEO, dichiarando che non esistono differenze fondamentali tra i CMS per il ranking. Questa affermazione mette in discussione anni di convinzioni, ma l'analisi rivela che i siti d'élite spesso scelgono soluzioni custom. La verità è che la piattaforma conta meno della qualità dei contenuti, dei backlink e dell'esperienza utente offerta, spostando il focus dal mezzo al messaggio.

La versione di Google: “Un CMS vale l’altro”

Entriamo nel dettaglio.

Durante una discussione su Reddit, John Mueller ha spiegato che i tempi in cui alcuni CMS erano un incubo per i crawler di Google sono finiti. Oggi, tutte le principali piattaforme sono in grado di generare pulito e una navigazione solida, che è tutto ciò che serve al motore di ricerca per fare il suo lavoro.

La sua logica è disarmante:

Quale aspetto della SEO sarebbe diverso tra questi CMS e WP? Generano codice HTML, che è indicizzabile. I CMS si sono evoluti molto dai primi tempi; non siamo più nel 2018, quando alcuni di essi utilizzavano JS o Flash (anche se quel tipo di siti erano interessanti a modo loro :-)). Esiste anche l’hosting WP gestito. Ad ogni modo, dal mio punto di vista, per un sito medio ricco di contenuti, non c’è alcuna differenza fondamentale in termini di SEO tra i CMS mainstream, anche l’hosting statico con framework moderni va bene. Non c’è alcun vantaggio in termini di posizionamento nell’utilizzare WP. Le funzionalità potrebbero differire e il codice PHP personalizzato è “divertente”, ma molti siti non ne hanno bisogno.

John Mueller

In pratica, l’ossessione per la piattaforma sarebbe una perdita di tempo.

Questa posizione, apparentemente, sposta il focus da una scelta tecnica a una puramente funzionale: scegli lo strumento con cui ti trovi meglio a lavorare, quello che si adatta alle tue esigenze di business, e non preoccuparti del resto.

Sembra quasi troppo bello per essere vero.

Se la tecnologia è diventata una commodity, allora dove si gioca la vera partita del posizionamento?

E se la risposta di Google fosse una semplificazione strategica per nascondere complessità ben maggiori?

Numeri che sollevano qualche dubbio

A mettere un po’ di pepe alla discussione sono i dati. Mueller stesso cita il Web Almanac 2024, che rivela un quadro interessante: se è vero che oltre la metà dei siti web usa un CMS, è anche vero che solo l’8% dei primi 1.000 siti al mondo ne utilizza uno.

Un dato che fa riflettere.

Penso che una delle difficoltà della tua domanda sia anche cosa intendi per “parola chiave adeguata”. Puoi cercare il CMS dei siti nei dati di httparchive, quindi forse questo potrebbe aiutarti. In generale, guardando l’almanacco web per il 2024 relativo ai CMS, il 51% dei siti utilizza un CMS, solo l’8% dei primi 1000 siti utilizza un CMS e WP ha una quota superiore al 35% (Wix solo il 2,8%), quindi, statisticamente parlando, ci sarebbero 4,4 siti tra i primi 1000 provenienti da Wix (ammesso che i miei calcoli siano corretti, inoltre, non è una statistica molto utile :-)). Non credo però che sia necessario essere tra i primi 1000 siti web per avere un buon posizionamento.

John Mueller

Se davvero non c’è differenza, perché l’élite del web sembra preferire soluzioni custom, costruite su misura?

Qui la spiegazione di Google inizia a scricchiolare. È possibile che questi siti di alto livello evitino i CMS non per una questione di ” pulito”, ma per ottenere un controllo granulare su aspetti che i CMS standard gestiscono in modo più rigido?

Parliamo di velocità di caricamento estrema, architetture complesse, integrazioni personalizzate e sicurezza a prova di bomba. Tutti fattori che, indirettamente, hanno un peso enorme sulla SEO e sull’esperienza utente.

Forse, quindi, il punto non è il CMS in sé, ma i limiti che una soluzione “pronta all’uso” impone quando si punta all’eccellenza assoluta.

Questo ci porta dritti al vero cuore del problema, un aspetto che Google, forse volutamente, tende a lasciare in ombra.

La vera partita non si gioca sulla piattaforma

La verità è che la piattaforma è come il telaio di un’auto da corsa: importante, sì, ma non vincerà mai una gara da sola. Ciò che fa la differenza è il motore, il pilota e la strategia di gara. Tradotto per il tuo business: la qualità dei tuoi contenuti, l’autorevolezza che costruisci con i backlink e l’esperienza complessiva che offri ai tuoi utenti. Google stesso conferma che questi sono i segnali di ranking più forti.

La dichiarazione di Mueller, quindi, più che una rivelazione, suona come un invito a smettere di cercare scorciatoie tecniche e a concentrarsi sul lavoro vero, quello più difficile: creare valore reale.

Certo, per un colosso come Google è comodo dire “le piattaforme sono tutte uguali”, perché sposta la responsabilità del successo interamente su di te, l’editore. In questo modo, si evita di entrare in dibattiti tecnici spinosi dove la trasparenza del loro algoritmo potrebbe essere messa in discussione.

Quindi, la prossima volta che ti chiederai se il tuo WordPress è meno performante di un’altra soluzione, ricorda che lo strumento conta, ma la mano di chi lo usa conta molto di più.

La vera domanda non è “quale CMS scegliere?”, ma “sono in grado di creare contenuti e un’esperienza così validi da meritare la prima pagina, a prescindere dalla tecnologia che uso?”.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

6 commenti su “Google: John Mueller smonta i miti SEO sui CMS”

  1. Mueller svuota il sacco. Custom regna, dati alla mano. Google è il solito burattinaio. La piattaforma? Solo un pretesto.

  2. Paolo Pugliese

    Mueller dice che i CMS son uguali? I dati parlano chiaro, le custom soluzioni dominano. Sottovalutano il valore del denaro speso.

  3. Giuseppina Negri

    Le dichiarazioni di Mueller, sebbene tecnicamente corrette, sembrano ignorare le sfumature che portano i team a preferire soluzioni custom per la performance. Forse è solo una questione di prospettiva, o forse c’è un sottile messaggio che sfugge a chi non naviga abitualmente nei meandri del digital.

    1. Riccardo Cattaneo

      E certo, Mueller smonta tutto. Ma i dati non mentono, eh? 😉 Le custom solution offrono quel qualcosa in più che le piattaforme standard fanno fatica a dare. La qualità dei contenuti è un discorso, ma la performanza tecnica? 🤷‍♂️

  4. Ah, Mueller dice che i CMS son uguali? Solita storia. La realtà è che le custom solution pompano. Meglio puntare sui contenuti, ovvio. Il resto è fuffa.

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