Google resta la principale fonte di traffico, (ma ignorare i motori di risposta IA è un errore)

I dati confermano che la ricerca tradizionale continua a generare volumi di accesso nettamente superiori rispetto a quelli provenienti da IA e LLM, almeno per ora

📌 TAKE AWAYS

  • Il traffico generato da strumenti come ChatGPT, Perplexity o Gemini è ancora marginale: meno dell’1% per la maggior parte dei siti.
  • Google Search resta la principale fonte di visite, ed è da lì che passa ancora la stragrande maggioranza del traffico organico. Ma l’influenza degli LLM è in crescita e iniziano a contare nella visibilità dei brand.
  • I contenuti che ottengono buone posizioni su Google hanno altissime probabilità di essere utilizzati anche dalle IA generative. Basti pensare che gli AI Overviews mostrano un’overlap dell’86% con i risultati organici.
Google continua a essere la principale fonte di traffico per i siti web, con percentuali schiaccianti rispetto alle IA.
I motori di risposta come ChatGPT o Perplexity portano ancora volumi minimi.
Per questo la SEO tradizionale mantiene un ruolo centrale e strategico.

L’altro giorno ero a cena con un amico imprenditore, uno di quelli sempre sul pezzo, che legge tre newsletter tech prima del caffè del mattino. Tra un boccone e l’altro, mi guarda con l’aria di chi ha appena scoperto il senso della vita e mi fa:

“Voglio investire tutto sulla GEO per l’IA, altro che SEO! Penso ad AI Overview, ChatGPT, Perplexity… Il posizionamento su Google non mi interessa più. Credo che ormai almeno il 30-40% del mio traffico arrivi da AI Overview, o ci arriverà a breve”.

Ho sorriso, ho posato la forchetta e, con molta delicatezza gli ho chiesto:

“Molto interessante… E dove avresti preso questi dati? La tua Search Console è diversa dalla mia, evidentemente…”.

Mi son permesso l’ironia, perché parlo di un amico di lunga data, ma capisco in pieno i suoi timori. Non lo biasimo affatto (anche perché, molto probabilmente, mi sta leggendo).

Siamo circondati da titoli che parlano dell’ascesa inarrestabile dei chatbot, dell’avvento di GEO, AEO e chi più ne ha più ne metta…

Come se ormai tutti cercassero solo su ChatGPT e Google fosse diventato il nuovo Televideo, usato giusto da qualche boomer nostalgico.

Ma, come spesso succede, la realtà è molto meno netta e decisamente più sfumata.

E soprattutto, i numeri veri sono molto, molto più piccoli di quanto si racconti in giro.

Continua a leggere, allora: smontiamo qualche mito insieme.

Meno dell’1%: la dura verità sul traffico IA

Il 25 giugno 2025, Glenn Gabe, uno degli analisti più rispettati nel mondo della SEO, ha pubblicato un articolo che ha avuto l’effetto di una secchiata d’acqua gelida sui troppi bollori che vedo in giro…

Analizzando i dati di decine di siti web di ogni tipo – da grandi portali B2C a editori di nicchia, da siti sulla salute a piccoli e-commerce verticali – ha messo in chiaro un fatto incontrovertibile: il traffico generato dalle cosiddette “AI Search” (ChatGPT, Perplexity, Gemini, Claude e simili) rappresenta meno dell’1% del traffico totale per la stragrande maggioranza dei siti web.

In molti casi, siamo addirittura sotto lo 0,5%.

Hai letto bene.

Meno di una visita su cento.

Mentre tu e il tuo team SEO (oppure lo chiami GEO, ora?) magari state ridisegnando la vostra strategia di contenuti per compiacere un chatbot, è ancora il caro, vecchio Google Search a portare la quasi totalità dei visitatori sul tuo sito.

E non di poco. Gabe mostra grafici impietosi in cui la linea del traffico da ricerca organica di Google è una catena montuosa imponente, mentre quella del traffico IA è un timido, quasi invisibile, sentiero di pianura.

Certo, questo sentiero sta crescendo.

Ma l’idea che oggi, nel breve termine, rappresenti la fetta più grande della tua torta è, per l’appunto, una bugia.

Non fraintendermi.

Certamente, oggi è essenziale affidarsi a un consulente SEO che sappia rendere visibile il tuo brand anche sulle AI generative e sui motori di risposta IA.

È una frontiera nuova, che va esplorata con competenza e lungimiranza. Ma questo non significa abbandonare la ricerca tradizionale.

Anzi.

L’ottimizzazione SEO dev’essere pensata in modo multimodale e multicanale, come ci ha detto Ivano De Biasi di SEOZoom in SEO Confidential, capace di intercettare utenti ovunque cerchino: su Google, su ChatGPT, su Perplexity o altrove. Nessuna vetrina va trascurata, nessuna occasione di visibilità va sprecata.

Google parla con Google: il legame nascosto tra ricerca classica e intelligenza artificiale

“Ok,” potresti pensare, “il traffico diretto è poco. Ma se un utente chiede qualcosa a un’IA, da dove arrivano le informazioni che cita? Voglio essere lì!”

Domanda legittima. E la risposta ce la fornisce un altro studio, questa volta di Semrush, un colosso degli strumenti di analisi SEO.

fonte Semrush 24 giugno 2025

I ricercatori hanno messo a confronto le risposte delle intelligenze artificiali con i risultati della ricerca tradizionale di Google, e hanno scoperto qualcosa di affascinante. Immagina la ricerca IA di Google divisa in due modalità.

La prima è AI Overviews, quei riassunti generati dall’IA che compaiono in cima ai risultati di ricerca.

Bene, questi riassunti sono pesantemente influenzati dai risultati organici classici. Lo studio di Semrush ha rilevato un overlap di domini dell’86%.

In pratica, l’IA si comporta come uno studente che, per fare un riassunto, sbircia abbondantemente dal quaderno del compagno più bravo (i primi 10 risultati di Google). Se sei ben posizionato su Google, hai ottime probabilità di essere citato anche lì.

La seconda modalità è AI Mode, l’esperienza di ricerca completamente conversazionale, simile a una chat. Qui le cose cambiano.

L’indipendenza dell’IA aumenta: l’overlap con i risultati organici scende al 54% a livello di dominio e appena al 35% a livello di URL specifico, secondo Semrush.

fonte Semrush 24 giugno 2025

L’IA qui si prende più libertà, attingendo a un mix di fonti più ampio.

Tuttavia, c’è un’eccezione importante: per le query navigazionali (quando un utente cerca un brand o un sito specifico, tipo “sito ufficiale Nike”), l’AI Mode torna a comportarsi come la ricerca classica, riproponendo link molto simili alla top 10 organica.

fonte Semrush 24 giugno 2025

Cosa ci dice tutto questo?

Che il lavoro sulla SEO tradizionale è tutt’altro che obsoleto. Anzi, è la fondamenta su cui si costruisce anche gran parte della tua visibilità nell’universo AI.

Trascurare le basi oggi significa segare il ramo su cui, domani, potresti essere seduto.

fonte Semrush 24 giugno 2025

Benvenuti nel mondo zero-click: perché il traffico è diventato un pessimo obiettivo

A questo punto, entra in scena un’altra figura iconica del settore, Rand Fishkin di SparkToro, che con la sua solita verve polemica la tocca piano: puntare tutto sull’aumento del traffico oggi è una strategia fallimentare.

Come dargli torto?

Ti ho scritto spesso di come stiamo andando verso un “universo a zero-click“.

Rand Fishkin SparkToro 29 maggio 2025
SparkToro

Un mondo in cui Google, i social media e le IA sono sempre più bravi a dare la risposta direttamente sulla loro piattaforma, senza che l’utente debba fare click per visitare il tuo sito, come ci ha ribadito anche Lily Ray durante la nostra intervista esclusiva.

Pensa alle AI Overviews: ottieni il riassunto, forse la ricetta, l’indirizzo o la definizione che cercavi, e chiudi la pagina.

E il sito che ha fornito quell’informazione?

Non ci sei entrato manco per sbaglio.

Non l’hai visto nemmeno in cartolina.

Continuare a usare il traffico come principale indicatore di performance (KPI) è come misurare la salute di un ristorante contando quante persone guardano il menù esposto fuori, invece di contare quanti entrano e ordinano.

È una metrica di vanità, sempre più slegata dai risultati di business.

La provocazione di Fishkin è potente: smettila di ossessionarti all’idea di portare le persone sul tuo sito.

Inizia a ossessionarti all’idea di essere presente dove le persone già si trovano.

Pensaci: se vuoi che le persone vengano a vedere la tua mostra di quadri meglio cercarle dove si sta tenendo una gara di mangiatori di torte o tra i forum di appassionati di arte?

Il tuo pubblico si informa su Reddit?

Devi essere lì, con risposte utili e autorevoli.

Cerca tutorial su YouTube?

Il tuo brand deve avere un canale o essere menzionato da creator influenti.

Fa parte di community online su Facebook o Discord?

Devi partecipare alla conversazione.

Non conta più portare il cliente nel tuo negozio, ma avere un corner del tuo brand in ogni piazza del villaggio globale in cui lui si trova.

L’obiettivo non è il click, ma la visibilità che genera fiducia, che a sua volta genera lead, conversioni e vendite, come ci ha detto Dan Petrovic nella nostra chiacchierata.

Puoi chiamarla SEO, GEO, AEO… l’importante è che parli alle IA!

Se mettiamo insieme tutti i pezzi, il quadro che emerge è chiaro.

La SEO è sempre più utile per la visibilità del tuo brand.

Come sottolinea l’esperta Lily Ray, l’idea che la SEO sia finita è una “narrazione irresponsabile”.

L’ottimizzazione per i motori generativi (chiamala pure GEO, non sarò io a proibirtelo…) non è un rimpiazzo, ma un’evoluzione della materia.

Non basta più scrivere un articolo pieno di parole chiave.

Devi produrre contenuti di qualità eccelsa.

Non importa siano scritti da un umano o potenziati da un’IA, i contenuti devono essere autorevoli, originali, ricchi di dati e utili. L’IA non penalizza i contenuti generati automaticamente, ma premia la coerenza, la struttura e l’affidabilità.

Il tuo contenuto deve vivere su più piattaforme e in più formati. Un concetto può diventare un articolo per il blog, un video per YouTube, una serie di shorts per TikTok, un carosello per Instagram e una discussione su Reddit.

E non dimenticare le immagini! Ottimizzare le foto dei tuoi prodotti per la ricerca visuale di Google Lens è una miniera d’oro ancora poco sfruttata.

Ricorda che Google non ragiona più per singole parole chiave, ma per “entità”, cioè concetti e argomenti. Devi costruire un ecosistema di contenuti che dimostri la tua profonda esperienza in un determinato campo.

Diventa il punto di riferimento del tuo settore. I siti che lavorano bene in ottica di entità, aggiornamento costante e specializzazione verticale sono quelli che oggi stravincono, conquistando anche il Santo Graal della SEO moderna: Google Discover, il flusso di notizie personalizzato che può portare picchi di traffico impressionanti.

Infine, last but not least:

lo schema markup è uno degli strumenti più potenti per parlare alle intelligenze artificiali, che siano quelle dei motori di ricerca tradizionali o dei nuovi sistemi basati su LLM.

Inserirlo nel proprio sito significa offrire alle macchine un linguaggio che capiscono alla perfezione: strutturato, ordinato, inequivocabile.

Quando si utilizza lo schema markup, non si sta semplicemente abbellendo una pagina, ma si sta dicendo a Google o a ChatGPT cosa c’è davvero lì dentro: chi è l’autore, qual è il tema, a quali entità fa riferimento, come si colloca quel contenuto rispetto ad altri. È come passare da una conversazione vaga a un dialogo chiaro, diretto, preciso.

Questa chiarezza ha un impatto enorme. Da un lato migliora la possibilità di essere compresi e premiati dal motore di ricerca, con una maggiore visibilità nei risultati avanzati come i rich snippet. Dall’altro, aumenta la probabilità che un contenuto venga selezionato, citato o riassunto correttamente da un motore di risposta IA.

Per fare tutto questo, devi affidarti a un’agenzia SEO che parli la lingua delle IA, ma senza trascurare la ricerca tradizionale.

Google e AI generative parlano la stessa lingua: quella dell’autorevolezza

Siamo arrivati al punto. Se hai letto fin qui, avrai capito che contrapporre la SEO tradizionale all’ottimizzazione per l’IA è una falsa partenza, un modo sbagliato di inquadrare il problema.

Non si tratta di scegliere tra ottimizzare per Google e ottimizzare per i motori di risposta IA come ChatGPT. La realtà è che oggi devi fare entrambe le cose, perché sono due facce della stessa medaglia.

Vedila così: il lavoro sui fondamentali della SEO – contenuti autorevoli, un sito tecnicamente perfetto, una solida reputazione online – non è più solo il biglietto per entrare nella prima pagina di Google.

Un buon posizionamento su Google ti rende una fonte privilegiata per le AI Overviews.

Un video esplicativo su YouTube diventa la citazione perfetta per Gemini.

Una discussione autorevole su Reddit, dove il tuo brand emerge come esperto, viene ripresa e amplificata da Perplexity.

Non sono canali separati da attaccare uno per uno: sono vasi comunicanti.

La visibilità oggi è olistica. Richiede di gestire la tua presenza in modo coerente su ogni piattaforma dove il tuo pubblico cerca risposte.

Far da soli, basandosi su mode del momento o su intuizioni non supportate dai dati, è un rischio che la tua azienda non può permettersi di correre.

In questo scenario, un consulente SEO non è più qualcuno che “ottimizza il sito”. È lo stratega che costruisce la tua autorevolezza ovunque, assicurando che il tuo business sia la risposta giusta, nel posto giusto, al momento giusto.

Questo non è un costo: è l’investimento più intelligente e necessario che puoi fare per il futuro del tuo brand.

Vuoi sapere come lavorare in tal senso?

Contatta la mia agenzia!


Google resta la principale fonte di traffico: Domande Frequenti

Google è ancora la principale fonte di traffico per i siti web?

I dati attuali mostrano che Google continua a generare la quasi totalità del traffico per la maggior parte dei siti web. Le fonti basate su IA come ChatGPT, Perplexity o Gemini generano meno dell’1% del traffico complessivo.

La SEO tradizionale è ancora utile nell’epoca delle IA?

La SEO tradizionale è la base su cui si costruisce anche la visibilità nei risultati generati dalle intelligenze artificiali. Ad esempio, gli AI Overviews di Google attingono dai contenuti ben posizionati nei risultati organici.

Perché il traffico non è più un buon indicatore di successo?

Perché viviamo in un mondo sempre più dominato da risposte zero-click, dove le informazioni vengono fornite direttamente nei motori di ricerca o nelle piattaforme IA. Conta di più la presenza autorevole nei punti in cui il pubblico cerca risposte, anche se non porta click diretti.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore