Google riprova con gli occhiali smart: stavolta sarà diverso o è solo fumo?

Anita Innocenti

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Dopo il fiasco dei Google Glass, l’azienda riprova con Android XR e collaborazioni prestigiose, promettendo un’esperienza più integrata e meno invasiva, ma restano i dubbi su privacy e reale utilità.

Google lancia un nuovo tentativo nel settore degli occhiali smart con il sistema operativo Android XR, anni dopo il fallimento dei Google Glass. L'iniziativa punta su un design più discreto, l'integrazione con l'AI Gemini e partnership con colossi come Samsung e marchi eyewear. Tuttavia, permangono dubbi sulla privacy, l'autonomia della batteria e l'effettiva utilità rispetto al passato.

Google ci riprova con gli occhiali smart: stavolta sarà diverso?

A quanto pare, Google ha deciso di rimettere il naso, o meglio, gli occhiali, nel mondo della “realtà estesa” (XR), un termine che ormai usano un po’ per tutto.

Te li ricordi?

Quelli che ti facevano sembrare un cyborg sfigato e che hanno sollevato un polverone sulla privacy – ecco che rispolverano l’idea con un nuovo sistema operativo chiamato Android XR.

L’annuncio, come riportato da TechCrunch, parla di occhiali che, udite udite, sembrano occhiali veri.

Miracolo!

Ma la vera domanda è: dopo otto anni, avranno imparato la lezione o ci stanno solo servendo la stessa minestra riscaldata, magari con un contorno di nomi altisonanti per farla sembrare più digeribile?

Perché, diciamocelo, la parata di partner annunciati è di quelle che fanno rumore: si parla di collaborazioni con colossi come Samsung per visori più ingombranti (il progetto Moohan, previsto per fine 2025, mica domani) e Qualcomm per i chip, ma anche con marchi della moda eyewear come Gentle Monster e persino Warby Parker, come descritto sempre da TechCrunch in un altro articolo.

L’idea, sulla carta, è quella di rendere la tecnologia “indossabile” senza farti sentire a disagio.

Ma è davvero tutta una questione di design o c’è dell’altro sotto la montatura?

Tanta tecnologia sotto il cofano, ma a che prezzo (non solo economico)?

Google promette meraviglie, come sempre. Questi nuovi occhiali dovrebbero integrare fotocamere e microfoni per interagire con l’intelligenza artificiale Gemini – l’ultima gallina dalle uova d’oro di Big G – e, stando al blog ufficiale di Google, offrire traduzioni in tempo reale e un display opzionale direttamente sulla lente per notifiche private. Immagina la scena: sei a cena fuori e invece di guardare negli occhi chi ti sta parlando, sbirci le notifiche che ti appaiono sulla lente.

Fantastico, no?

Shahram Izadi, il capo del progetto XR in Google, come citato da CCS Insight, parla di “indossabilità per tutto il giorno” e di un’AI contestuale che “capisce il tuo punto di vista”. Belle parole, ma la domanda sorge spontanea: capirà anche quando vogliamo essere lasciati in pace, o saremo perennemente “connessi” e tracciati?

Gli stessi analisti di CCS Insight, tra l’altro, sollevano un dubbio interessante: ha senso chiamare “XR” dei dispositivi che, in alcuni casi, potrebbero essere focalizzati più sull’audio che su una vera esperienza visiva aumentata? Non è che si stia un po’ annacquando il termine per cavalcare l’onda del momento?

E poi, c’è il nodo della batteria: i primi prototipi, secondo chi li ha provati come emerge da questo video hands-on, sembrano leggeri e comodi, ma sull’autonomia ancora non si sa nulla. Sarà la solita storia di doverli ricaricare ogni poche ore, rendendoli di fatto poco pratici per un utilizzo “tutto il giorno”?

Passato ingombrante e futuro incerto: Google ha davvero voltato pagina?

Non possiamo dimenticare che Google Glass, lanciato nel lontano 2013, si è schiantato non tanto per limiti tecnologici, quanto per le enormi preoccupazioni sulla privacy – ti ricordi il nomignolo “glasshole” affibbiato ai suoi utenti? La gente non gradiva l’idea di essere potenzialmente filmata a sua insaputa.

Ora Google ci dice che il design sarà più discreto, ma la presenza di fotocamere e microfoni sempre attivi (perché altrimenti l’AI come farebbe a “capire il tuo punto di vista”?) non rischia di riproporre gli stessi, identici problemi?

Certo, la demo di traduzione in tempo reale mostrata a un evento TED, come si vede su TikTok, ha impressionato il pubblico, ma l’entusiasmo per una singola funzione può davvero cancellare anni di diffidenza?

Mentre l’industria si muove, con altri attori come Viture che, secondo Tom’s Guide, lavorano su occhiali XR di nuova generazione con tecnologie di terze parti come i display Micro-OLED di Sony, resta da vedere se Google riuscirà a convincere il mercato, e soprattutto te, che stavolta è la volta buona. Le promesse sono tante, i nomi coinvolti pure, ma il rischio di ritrovarsi con un altro gadget super tecnologico, magari esteticamente più gradevole, ma fondamentalmente inutile o, peggio, invadente, è dietro l’angolo.

Tu cosa ne pensi?

Saresti pronto a dare un’altra possibilità agli occhiali smart di Google, o la puzza di bruciato del passato si sente ancora troppo forte?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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