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Contattaci ora →L’IA di Google Photos inciampa sui ricordi degli utenti: lentezza, errori e una pausa che solleva interrogativi sulla fretta di innovare a tutti i costi
Google ha inaspettatamente messo in pausa la sua nuova funzione "Ask Photos" basata sull'Intelligenza Artificiale. Ufficialmente per problemi di latenza e qualità che hanno reso l'esperienza utente frustrante, con ricerche lente e risultati imprecisi. Questo stop solleva interrogativi sulla prontezza delle implementazioni IA di Google e sull'esperienza dei beta tester involontari.
Google Photos e l’IA: quando la fretta fa inciampare anche i giganti
Sembra che in casa Google abbiano premuto il pulsante “pausa” per una delle loro nuove creature basate sull’intelligenza artificiale, la tanto sbandierata funzione “Ask Photos” di Google Photos. E, diciamocelo chiaramente, quando un colosso come Google fa un passo indietro così, qualche domanda sorge spontanea.
Stiamo parlando di una tecnologia che dovrebbe rivoluzionare il modo in cui cerchiamo tra i nostri ricordi digitali.
Ma a quanto pare, la rivoluzione può attendere.
O forse non era così pronta come volevano farci credere.
Ma cosa è successo esattamente per portare a questo stop improvviso?
I problemi “sotto il cofano” o le solite scuse?
Ufficialmente, come riportato da diverse testate tra cui Android Police, il responsabile del prodotto, Jamie Aspinall, ha ammesso su X (il vecchio Twitter, per chi ancora si confonde) che ci sono stati problemi di “latenza, qualità e user experience”. Tradotto dal gergo tecnico: l’app era lenta, i risultati non sempre centravano il bersaglio e, in generale, l’esperienza d’uso lasciava un po’ a desiderare.
Addirittura, si parla di attese fino a 20 secondi per una semplice ricerca e di un Gemini (il motore AI di Google) che a volte prendeva fischi per fiaschi, magari confondendo le foto di un viaggio con quelle di una cena.
Ora, mi chiedo:
Possibile che questi “dettagli” siano sfuggiti in fase di test?
O forse la fretta di lanciare l’ennesima novità “AI-powered” ha avuto la meglio sul buon senso?
E mentre Google parla di un impatto su un gruppo “molto piccolo” di utenti, la realtà è che chi ha provato la funzione non le ha mandate a dire.
Utenti sul piede di guerra: l’IA che non capisce (o capisce troppo lentamente)
Sai, quando lanci una funzione che dovrebbe semplificarti la vita e invece te la complica, la reazione degli utenti non si fa attendere.
E così è stato.
Giornalisti tech come Ron Amadeo l’hanno definita “lenta” e “iper-ingegnerizzata”, e non è difficile capire il perché.
Immagina di voler cercare “le foto del compleanno di Marco al mare” e di dover aspettare un’eternità, per poi magari ricevere foto di gattini o paesaggi montani.
Un po’ frustrante, no?
Alcuni utenti, come descritto anche da HowToGeek, hanno addirittura riscoperto il piacere della ricerca testuale “vecchio stile”, usando le virgolette per costringere il sistema a cercare esattamente quelle parole, bypassando l’intelligenza (o presunta tale) artificiale.
Viene da chiedersi se questa corsa all’IA non stia a volte dimenticando l’obiettivo primario: essere davvero utile alle persone.
Ma questo stop di Ask Photos è un caso isolato o c’è un disegno più ampio, magari un po’ opaco, nelle strategie AI di Google?
Google e l’IA: più inciampi che trionfi? e i nostri dati che fine fanno?
Non è la prima volta, e temo non sarà l’ultima, che Google fa un passo falso con le sue implementazioni AI.
Ricordi i problemi con le sintesi di Gmail o con le indicazioni un po’ troppo “creative” di Maps, sempre targate Gemini?
Sembra quasi che l’azienda usi i suoi utenti come beta tester involontari su larga scala. E questo, permettimi di dirlo, solleva qualche preoccupazione, soprattutto quando si parla di Google Photos, un servizio che, come ci ricorda Google stessa nel suo blog, gestisce la bellezza di 6 miliardi di foto caricate ogni giorno.
Stiamo parlando dei nostri ricordi più personali, delle nostre vite digitalizzate.
È davvero rassicurante sapere che vengono “processati” da sistemi che, a quanto pare, sono ancora in fase di rodaggio?
Google promette un ritorno di “Ask Photos” entro un paio di settimane, con server più potenti e un’interfaccia migliorata.
Basterà a riconquistare la fiducia?
O forse è il caso di iniziare a chiederci quanto siamo disposti a sacrificare sull’altare dell’innovazione a tutti i costi, specialmente quando in gioco ci sono i nostri dati più preziosi?
La domanda, come sempre, resta aperta e, te lo dico schiettamente, qualche dubbio in più non fa mai male.
Giusto rivedere. Meglio un prodotto valido che una novità frettolosa e problematica.
Un altro giocattolo rotto. Forse prima di pompare IA ovunque, qualcuno dovrebbe accertarsi che funzioni. Altrimenti, è solo fumo negli occhi e promesse vuote.