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          L’assistente AI di Google per il marketing promette di aiutare le PMI, ma solleva interrogativi sull’uso dei dati e sul controllo del mercato pubblicitario.
Google lancia Pomelli, strumento AI gratuito per le PMI, promettendo consulenza marketing digitale. Questo "regalo" solleva dubbi sugli intenti: è vera innovazione o una mossa strategica per acquisire dati preziosi e rafforzare il controllo? Arrivando tardi in un settore affollato, e alimentato da potenti modelli Google, il prezzo futuro potrebbe essere elevato.
Pomelli: il nuovo “regalo” di Google alle piccole imprese, ma a quale prezzo?
Quando pensi di aver visto tutto, ecco che da Mountain View arriva un altro strumento basato su Intelligenza Artificiale, confezionato per bene e offerto su un piatto d’argento alle piccole e medie imprese.
Si chiama Pomelli, è un progetto partorito dalle menti di Google Labs e DeepMind, e promette di fare da consulente marketing a chi, un consulente, non se lo può permettere.
La solita storia del gigante buono che aiuta i piccoli?
Forse.
Ma andiamo a vedere cosa c’è dietro le quinte del palcoscenico…
In poche parole, tu gli dai in pasto il tuo sito web e lui, come un segugio digitale, ne estrae quello che pomposamente chiama il “DNA del tuo business”: tono di voce, colori, font, stile delle immagini.
Una volta capita l’anima del tuo brand, Pomelli inizia a proporti campagne social e contenuti pronti all’uso. Tu puoi modificare testo e immagini, scaricare tutto e pubblicare.
Sembra la soluzione a portata di click, vero?
Peccato che Google non sia esattamente la prima della classe ad aver avuto questa idea.
Un gigante che arriva tardi alla festa?
Diciamocelo chiaramente: l’idea di un assistente AI per il marketing delle PMI non è farina del sacco di Google. Il mercato è già bello affollato, con attori come HubSpot, Blaze.ai o Hootsuite che offrono soluzioni simili da tempo.
Allora perché Google si butta nella mischia proprio ora?
La mossa sembra più una rincorsa strategica che una vera innovazione. È un modo per non lasciare campo libero alla concorrenza e per tenere le piccole imprese strette nel suo abbraccio, offrendo loro non solo formazione (come già fa con altri programmi), ma strumenti operativi che creano dipendenza.
Il punto non è se Pomelli funzioni bene o male, ma perché un’azienda come Google senta il bisogno di entrare in un settore già così popolato. La risposta, probabilmente, non sta tanto nell’altruismo verso le PMI, quanto nella fame di dati e nel controllo del mercato.
Ma per alimentare questo strumento, quale tecnologia sta usando davvero?
La solita potenza di fuoco (e i soliti dubbi)
Anche se non ci sono conferme ufficiali, è quasi scontato che Pomelli sia alimentato dal trio delle meraviglie di Google: i modelli Gemini, Imagen e Veo. Stiamo parlando di una potenza di calcolo e di una capacità generativa spaventose, messe al servizio di un’interfaccia semplice e intuitiva.
In pratica, Google ha preso i suoi motori più potenti e li ha messi in una carrozzeria accessibile a tutti. Non ha inventato nulla di nuovo, ha solo “semplificato” l’accesso alla sua tecnologia più avanzata.
E qui sorge il dubbio più grande.
Fornendo a Google l’accesso diretto al DNA del nostro brand per avere in cambio qualche post per i social, cosa gli stiamo dando davvero?
Gli stiamo insegnando, su scala globale, cosa funziona e cosa no nella comunicazione di milioni di piccole imprese. Informazioni che, un domani, potrebbero diventare la base per nuovi prodotti pubblicitari a pagamento, ancora più efficaci e invasivi.
Pomelli è un esperimento, certo. Ma con Google, ogni esperimento è un passo verso un controllo più profondo del mercato.
A noi la scelta se essere le cavie o i beneficiari.

Certo che ci si può fidare di un regalo così generoso, no? È un po’ come ricevere un’ancora di salvezza da un pescecane che ti sorride. Chissà quali mari navigheremo con questa nuova “guida” di Google.
L’ennesimo “bene” tecnologico confezionato con cura, che promette mirabilie ma cela l’inevitabile pedaggio. Si palesa l’ennesima tela di ragno digitale, dove la gratuità iniziale prelude a un futuro tributo di dati, a mio avviso, insopportabile.
Certo, un altro “aiuto” da Google. Speriamo solo che il prezzo futuro di questi pomelli non ci faccia rimpiangere il passato.
Un altro “regalo” da Google. Temo che questi “pomelli” ci leghino ancora di più alle loro logiche. Chi controlla i dati controlla tutto, alla fine.
Ah, un altro “aiuto” da Google. Ci offrono questo Pomelli, ma il prezzo non è mai scritto in piccolo, vero? Si sa che le grandi aziende hanno sempre un secondo fine quando “regalano” qualcosa. Chissà quali informazioni raccoglieranno per poi usarle contro di noi.
Un altro “aiuto” digitale che promette miracoli, ma che puzza di trappola per l’acquisizione di dati a un prezzo che nemmeno immagino. Si dice “gratuito”, ma ho un brutto presentimento su quali dati ci chiederanno in cambio, come se non bastassero già quelli che cediamo quotidianamente.
Questo “aiuto” mi fa gelare il sangue.
Una mano tesa, ma con un artiglio nascosto.
Dati, sempre dati.
Ci stanno studiando come cavallette.
Speriamo che il prezzo non sia la nostra anima digitale.
La proposta è allettante, ma mi chiedo cosa si nasconda dietro questo “aiuto” di Google.
Ma guarda te ‘sti Pomelli! Google ci “regala” l’AI per fare marketing, e poi chissà cosa si intasca. Spero solo che non ci facciano pagare a caro prezzo questo loro “aiuto”… Mah, chi lo sa.
Mossa astuta questa di Google. Pomelli, eh? Chissà quali dati nasconde questo bel pacchetto. Io ci vado piano con i “regali”. Ma in fondo, chi siamo noi per resistere al progresso, no?
Mah, “Pomelli” mi lascia perplessa. L’AI di Google per le PMI potrebbe essere un’opportunità, ma temo sempre il prezzo da pagare in termini di dati. Speriamo non sia un cavallo di Troia digitale.
Sempre la stessa musica. Google regala, noi paghiamo con dati. Chi ci crede? Io, no.
Il regalo di Google, un pomello, apre più porte di quante chiuda?
Pomelli: un nome che evoca il fascino di un lucchetto, ma che nasconde le maglie di un cappio digitale. Google, con la sua generosità da usuraio, ci offre un “regalo” che sa di trappola, un nuovo ingranaggio per la sua macchina da sorveglianza. La domanda sorge spontanea: quanto ci costerà questa consulenza “gratuita”?
Pomelli”? Sembra più un modo per legare le PMI al loro perpetuo sistema di dati. 🧐 Spero che questa “generosità” non si traduca in un conto salato per le nostre piccole imprese in futuro. 🤔
Un’altra chiave per aprire porte, o solo una nuova scusa per studiare le nostre abitudini?
Questo “Pomelli” è un’altra mossa astuta, un cavallo di Troia digitale. Si presenta come un aiuto, ma nasconde un interesse ben più grande per i nostri dati.
Speravo in un’AI che mi rendesse superfluo, non solo un altro strumento per Google. Ma, si sa, la vera generosità ha sempre un costo, no?
Pomelli. Un altro pacco da Google, camuffato da aiuto. Vedremo cosa ci costerà.
Pomelli: un altro strumento “gratuito” da Google. 🧐 Mi chiedo se ci sia un prezzo nascosto, oltre ai dati, che le PMI dovranno pagare. 🤫
Pomelli? Altro giro, altra corsa. Google ci fa il baciamano con l’AI, ma occhio ai denti. Dati in cambio di consigli? Una troia, diciamocelo. Speriamo solo non ci costi un rene.
Pomelli, un regalo con riserva? 🎁 Google offre un’AI per PMI, ma i dati restano la vera moneta. Il futuro del marketing digitale ha un prezzo nascosto? 🤔
Questo “Pomelli” è l’ennesima mossa di Google per accaparrarsi dati, camuffata da generosità. Le PMI accettano un assistente digitale, ma finiranno per pagare un prezzo salato in termini di controllo e privacy. Le solite dinamiche.
Google regala un’AI alle PMI. Come un cavallo di Troia. Dati in cambio di “aiuto”. Prezzo? Non scritto. Dati, il vero oro nero. Chi si fida, paga il conto.
Un assistente marketing “gratuito” da Google, eh? Non è forse la mossa di un astuto tessitore di ragnatele, che offre un filo dorato per poi stringerlo attorno alle nostre piccole e medie imprese? La promessa di consulenza digitale, una Sirena per le PMI, nasconde la melodia dei dati, il vero petrolio del ventunesimo secolo.
Un altro “regalo” da Google, eh? L’AI che ti fa il marketing, ma a quale prezzo? Spero che le PMI sappiano che ogni click è un dato che finisce nella grande rete. Ma chi sono io per giudicare chi si vende al miglior offerente?