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Imprenditori nel panico e silenzio di Google: un disservizio che ha messo a rischio la fiducia e la reputazione online di molte attività.
A metà febbraio, un bug ha causato il crollo delle recensioni su Google Business Profile, generando panico tra migliaia di imprese. Google, dopo un iniziale silenzio, ha parlato di un "problema di visualizzazione" dovuto a filtri anti-spam aggressivi. L'episodio ha evidenziato la fragile dipendenza delle aziende da piattaforme esterne, sollevando interrogativi sulla gestione delle crisi e sulla fiducia negli algoritmi opachi.
Il panico dilaga, e Google? Silenzio radio.
Nei forum di settore e sui social, la domanda era sempre la stessa:
Cosa sta succedendo?
C’è chi ha perso il 50% delle recensioni in una notte, come descritto da Search Engine Roundtable, vedendo il proprio lavoro di anni messo in discussione da un momento all’altro. Il problema non ha risparmiato nessuno: studi legali, concessionarie, ristoranti, liberi professionisti. Tutti appesi a un filo, a guardare quel contatore scendere senza poter fare nulla.
E Google?
Per giorni, un silenzio assordante. Nessuna comunicazione ufficiale, nessuna spiegazione, lasciando che imprenditori e agenzie navigassero a vista nel buio più totale. Una gestione della crisi che, diciamocelo, lascia parecchio a desiderare per un colosso che tiene in mano le sorti di milioni di attività.
Quando ormai la frustrazione era alle stelle, da Mountain View è arrivata una prima, timida ammissione.
Un “problema di visualizzazione”: la pezza (tardiva) di Google
Alla fine, Google ha rotto il silenzio, parlando di un semplice “problema di visualizzazione”. In pratica, le recensioni non erano state cancellate, ma solo nascoste da un bug. Una magra consolazione per chi nel frattempo aveva perso clienti o aveva visto la propria reputazione online incrinarsi.
L’azienda ha assicurato di essere al lavoro per risolvere il problema, ma senza fornire tempistiche precise. Una risposta che suona un po’ come una scusa, quasi a voler minimizzare un disservizio che per molte piccole imprese ha significato un danno concreto e immediato.
Viene da chiedersi se la reazione sarebbe stata la stessa se il problema avesse colpito i loro servizi a pagamento.
Ma cosa ha scatenato davvero questo caos?
E soprattutto, possiamo fidarci del fatto che non accadrà di nuovo?
Dietro le quinte del bug: quando il filtro anti-spam diventa il tuo peggior nemico
L’ipotesi più accreditata tra gli esperti è che il colpevole sia stato un aggiornamento troppo aggressivo dei filtri anti-spam di Google. Nel tentativo di fare pulizia tra recensioni false e contenuti inappropriati, l’algoritmo avrebbe finito per “fare di tutta l’erba un fascio”, colpendo anche centinaia di migliaia di recensioni autentiche e legittime.
Questo episodio solleva una questione enorme: quanto è giusto affidare il destino delle nostre aziende a un algoritmo che, evidentemente, può commettere errori colossali?
L’incidente ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia fragile l’equilibrio di chi costruisce il proprio business su piattaforme di terzi, dove le regole possono cambiare da un giorno all’altro, senza preavviso e, a quanto pare, senza un controllo umano adeguato.
Le recensioni sono poi tornate, ma la cicatrice resta, insieme a un’amara consapevolezza sulla nostra dipendenza digitale.

Ma che casino, un bug su Google? Roba da matti, eh. Ma alla fine, chi ci rimette siamo sempre noi piccole realtà.
Ma dai, un bug su Google? Che novità. Pensavo fosse tutto oro quel che luccica.
Comunque, chi si affida troppo a ‘sta roba digitale, poi si ritrova a piangere. Poi non dite che non ve l’avevo detto.