Google stravolge la ricerca con AI Mode: L’IA visiva e Gemini riscrivono le regole

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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L’AI stravolge la ricerca online, Google cambia le regole e punta sull’esperienza visiva per trattenere gli utenti nel suo ecosistema, minando il traffico dei siti web.

Google stravolge la ricerca con un'IA visiva che prioritizza immagini e video, e integra Gemini in Chrome. La mossa mira a trattenere gli utenti sulle sue proprietà, sollevando dubbi per i creatori di contenuti a causa dei cali di traffico e l'impatto sulla SEO. Il colosso ridefinisce le interazioni con la rete.

Google stravolge la ricerca: ora si esplora con gli occhi

Diciamocelo chiaramente, Google ha deciso di cambiare ancora una volta le carte in tavola. Con un annuncio che sembra quasi casuale, come descritto da Big G, ha introdotto un aggiornamento radicale alla sua “AI Mode” che punta tutto sull’esplorazione visiva.

In pratica, la ricerca non è più solo una questione di parole chiave e link blu, ma un’esperienza più fluida, quasi istintiva, dove le immagini e i video diventano i protagonisti.

L’idea di base è che tu possa porre domande complesse e ottenere risposte articolate, composte da elementi visivi che ti guidano in un percorso di scoperta. È la naturale evoluzione di una strategia che, per tutto il 2025, ha visto l’intelligenza artificiale integrarsi sempre più a fondo nel motore di ricerca.

Ma dietro questa mossa, che a prima vista sembra solo un’evoluzione tecnologica, si nasconde una partita ben più grande.

Meno click, più dubbi: cosa significa per chi lavora online?

Se hai un sito web o gestisci un’attività online, probabilmente te ne sei già accorto: i dati di Google Search Console nelle ultime settimane sembrano impazziti.

Calo di impressioni, metriche che non tornano.

La realtà è che l’impatto delle AI Overviews, ovvero le risposte generate dall’IA direttamente nella pagina di ricerca, sta cambiando le regole del gioco, come riportato da diverse analisi di settore.

Google sta provando a tenersi gli utenti stretti, fornendo loro la pappa pronta senza che debbano più cliccare sui siti web.

E questo, per chi crea contenuti, è un problema serio.

Significa che tutto il lavoro fatto per posizionarsi potrebbe non tradursi più in visite reali.

La domanda sorge spontanea: questa evoluzione serve davvero a migliorare l’esperienza dell’utente o a rafforzare un monopolio che cerca di trattenere il traffico all’interno del proprio recinto?

Dopotutto, meno click in uscita per te significano più tempo speso dall’utente sulle proprietà di Google.

E la strategia non si ferma alla pagina dei risultati.

Anzi, è solo l’inizio.

Il browser diventa il nuovo regno: la mossa di Google con Gemini

Il vero campo di battaglia si sta spostando all’interno del browser stesso. Non è un caso che, quasi in contemporanea, Google abbia integrato la sua intelligenza artificiale Gemini direttamente in Chrome per gli utenti, come annunciato sul suo blog.

La mossa è astuta: perché lasciare che gli utenti cerchino alternative come Perplexity o altri browser basati su IA, quando puoi offrire un’esperienza simile direttamente nel tuo prodotto di punta?

Stiamo assistendo a una vera e propria guerra per il controllo della navigazione.

Per dare una parvenza di oggettività, Google ha persino aggiornato le sue linee guida per i quality rater, che ora devono valutare anche la qualità delle risposte generate dall’IA.

Ma siamo sicuri che un controllore interno possa essere davvero imparziale?

Il quadro generale è quello di un colosso che non solo ridefinisce come cerchiamo le informazioni, ma che sta costruendo un ambiente sempre più chiuso, dove il suo controllo su ciò che vediamo e come interagiamo con la rete è totale.

La ricerca visiva è solo l’ultimo, potentissimo, tassello di questo piano.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

31 commenti su “Google stravolge la ricerca con AI Mode: L’IA visiva e Gemini riscrivono le regole”

  1. Questa nuova modalità di ricerca con l’IA visiva mi fa pensare a come le immagini possano davvero catturare l’attenzione. Forse il futuro è proprio nell’interazione più immediata, meno filtrata dalle parole. Chissà se questo cambierà anche il modo in cui creiamo i contenuti.

    1. Roberta De Rosa

      La focalizzazione sull’esperienza visiva è chiara. Mi preoccupa però chi produce contenuti: se l’utente resta su Google, il traffico verso i siti cala. Come si potrà continuare a creare se la visibilità diminuisce?

    2. Vanessa De Rosa

      Ancora un altro stravolgimento che rischia di penalizzare chi lavora duramente online. Google si chiude a riccio, attirando tutto a sé. Ma se noi, creatori, non riceviamo più visite, come possiamo sostenere le nostre attività? Non è più sostenibile.

      1. L’IA visiva, un po’ come un sogno che prende forma, ci fa vedere il web in modo diverso. Mi chiedo se questa nuova via ci porterà davvero più lontano, o se rimarremo incantati dall’immagine.

        1. Vanessa De Rosa

          Ma davvero? Altra mossa di Google che mi preoccupa. Si parla di “esperienza visiva” ma io vedo solo siti che perderanno visibilità e, diciamocelo, guadagni. Quando pensiamo al nostro lavoro online, queste decisioni sono una frustrazione continua.

  2. Maurizio Greco

    Google con questa mossa punta a diventare il punto di arrivo, non il punto di partenza. Si prepara un futuro dove l’informazione è sempre più “fatta in casa”, con conseguenze sulla circolazione delle idee. Ci guadagneranno solo i giganti, come al solito.

    1. Maurizio, la tua analisi coglie un aspetto significativo. L’enfasi sull’esperienza visiva e l’integrazione di Gemini potrebbero effettivamente concentrare ulteriormente l’accesso alle informazioni all’interno delle piattaforme di Google. Mi chiedo quale sarà l’effetto a lungo termine sulla diversità delle fonti consultate.

      1. Maurizio Greco

        Eva, la mia analisi si concentra su chi ci guadagna e chi ci perde. Se Google vuole farci navigare solo nei suoi giardini, il traffico verso i nostri contenuti subirà un duro colpo. A questo punto, l’unica cosa certa è che per noi creatori la musica sta cambiando.

    2. Emanuele Barbieri

      Ma certo, ci voleva Google per “reinventare” la ricerca. Tanto alla fine, chi ci perde siamo sempre noi piccoli creatori. L’informazione è sempre più chiusa in casa loro.

  3. Una mossa prevedibile, la mia cara gente. Google, con la sua solita maestria, cerca di tenervi in casa sua, offrendo una pappa visiva pronta. Ma la vera sostanza, quella che fa pensare, non si trova mica in un’immagine preconfezionata. Siete sicuri che questo sia il futuro della conoscenza?

    1. Beatrice Benedetti

      Solita storia: Google ci offre una vetrina di immagini per non farci scappare. La sostanza, quella vera, si trova ancora in chi produce contenuti, non in chi li impacchetta.

      1. Ah, Beatrice, ma pensa te! L’arte di presentare il minimo indispensabile come una rivoluzione. Che poi, chi crea ha sempre il suo valore, il problema è che BigG vuole diventare il padrone di tutto. Non vi pare un po’ troppo?

    2. Luciano, la tua critica è pertinente. La “pappa visiva” è un modo elegante per definire la direzione. Temo che la sostanza sia solo un lontano ricordo per chi cerca risposte facili. La vera domanda è: quale valore resta ai creatori?

      1. Paola, il punto è proprio quello. Se l’utente resta lì, il creatore cosa raccoglie? La mia sensazione è che stiano puntando tutto sull’estetica, lasciando il contenuto a marcire. Una bella gabbia dorata, non trovi?

    1. Veronica Valentini

      Giuseppina, capisco la tua preoccupazione. Temo che questa maggiore centralizzazione dell’informazione su Google possa davvero penalizzare chi produce contenuti. Speriamo che i creatori trovino il modo di adattarsi.

    2. Elisa Marchetti

      Capisco la preoccupazione per il traffico dei siti. L’enfasi sul visivo può portare a una fruizione più rapida dei contenuti, ma a scapito della profondità e della scoperta. Bisognerà vedere se le aziende sapranno adattare le loro proposte a questo nuovo paradigma.

  4. Lorena Santoro

    Questa nuova modalità visiva mi lascia un po’ spaesata. Non so bene come cambierà il modo di cercare le cose.

    1. Isabella Sorrentino

      Ma certo, ora ci tengono pure prigionieri con le immagini. A me sta cosa sa di trappola per attirare clic, sperando che non ci caschi nessuno a cui piaccia ancora leggersi qualcosa di serio.

    2. Lorena, comprendo la tua perplessità. L’integrazione dell’IA visiva in Google, con Gemini, promette un’esplorazione diversa. È naturale domandarsi quale sarà l’impatto pratico sulla nostra interazione quotidiana con le informazioni.

  5. Ma guarda te, questi giganti tecnologici pensano di reinventare la ruota ogni sei mesi. Se questo “rivolgimento” significa solo un altro modo per monopolizzare l’attenzione, allora il gioco è già truccato. La vera intelligenza dove sta?

    1. Questa svolta IA visiva sembra puntare a una risposta più rapida e diretta. Mi chiedo quale sarà il vero impatto a lungo termine sul traffico dei siti, al di là delle intenzioni dichiarate.

    2. Sebastiano Caputo

      Ah, la solita musica. Pensano di aver inventato l’acqua calda con l’IA visiva. Alla fine, è solo un altro trucco per farci stare più tempo sui loro schermi. L’intelligenza vera, quella, resta altrove, o forse è solo un ricordo.

  6. Carlo Ferrari

    La focalizzazione sull’AI visiva in Google potrebbe portare a un’immersione maggiore nel contenuto offerto direttamente dalla piattaforma. Questo solleva interrogativi sul valore a lungo termine dei siti web esterni. La sfida per i creatori sarà adattarsi.

  7. Serena Basile

    La ricerca visiva è un passo logico, ma i creatori dovranno trovare nuove vie per farsi notare. Vedremo se l’utente finale apprezzerà davvero.

  8. Roberta De Rosa

    Capisco il timore dei creatori di contenuti. Un’esperienza più visiva potrebbe ridurre le visite esterne, rendendo il lavoro di SEO ancora più difficile. Mi chiedo come questo influenzerà la diversità delle fonti online.

    1. Andrea Ruggiero

      Se il traffico cala per i siti, siamo fritti. Questa mania visiva mi mette addosso una certa ansia per la sostenibilità dei contenuti.

  9. L’introduzione dell’IA visiva da parte di Google promette un modo più immediato di trovare informazioni. Mi chiedo come questo influenzerà la visibilità dei contenuti che non si prestano facilmente al formato visivo.

    1. Ovvio che Google voglia trattenere l’utente sulle sue pagine. Il vero problema è se questa “esplorazione con gli occhi” non diventi solo un altro modo per farci navigare meno.

      1. Beatrice Benedetti

        Ecco qui, il Grande Fratello di Internet ci guarda negli occhi. Prima ti ingurgitava link, ora immagini. L’obiettivo è sempre lo stesso: tenerti in casa. Ma alla fine, siamo sicuri che questo “vedere” ci farà capire di più, o solo consumare a vuoto?

  10. Roberta De Rosa

    Questa svolta visiva di Google cambierà il modo in cui troviamo le cose. Speriamo non penalizzi troppo i piccoli creatori.

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