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Contattaci ora →Tra “pulizia di primavera” e timori di un controllo centralizzato, ecco cosa significa la sforbiciata di Google ai dati strutturati per SEO e content creator
Google ha annunciato la rimozione di sette tipi di dati strutturati, inclusi Azioni per i Libri e Annunci Speciali, a partire dal 12 giugno 2025. Ufficialmente per scarso utilizzo e semplificazione, la mossa solleva interrogativi su possibili strategie legate a IA e controllo dell'informazione, influenzando la visibilità di contenuti specifici.
La versione ufficiale di Google: “pulizia di primavera” per scarso utilizzo
Stando a quanto riporta Google, questa mossa rientra in una strategia più ampia volta a “semplificare la pagina dei risultati di ricerca” e a concentrarsi su esperienze utente che, a detta loro, portano maggior valore. Le sette vittime di questo repulisti – Book Actions, Course Info, Claim Review, Estimated Salary, Learning Video, Special Announcement e Vehicle Listing – sarebbero state scelte per il loro “scarso utilizzo” da parte dei gestori di siti e per il “valore limitato” che ormai offrivano agli utenti, come descritto da Search Engine Journal.
Insomma, la classica motivazione da “decluttering”: via il vecchio per far spazio al nuovo, o almeno così ci viene raccontato.
Ma quando un gigante come Google decide di tagliare, è lecito chiedersi se la ragione sia solo questa “scarsa utilità” o se non ci sia dell’altro che bolle in pentola.
Davvero una semplice questione di ottimizzare le risorse o una mossa che prelude a cambiamenti più profondi nel modo in cui Google vuole che l’informazione sia presentata (e controllata)?
Un addio già scritto? implicazioni oltre la semplice rimozione
Se guardiamo indietro, la mossa non arriva proprio come un fulmine a ciel sereno. Prendiamo, ad esempio, i dati strutturati per gli Special announcement: introdotti in fretta e furia nell’aprile 2020, per gestire l’emergenza COVID, erano nati come una soluzione temporanea, una sorta di cerotto digitale.
Il loro pensionamento, quindi, potrebbe sembrare quasi fisiologico.
Ma che dire degli altri?
La rimozione del Claim review, ad esempio, solleva interrogativi sulla visibilità futura del fact-checking, un tema non da poco in un’era di disinformazione dilagante. E per chi opera nel settore automotive o editoriale, la scomparsa dei Vehicle listing o dei Book actions significa perdere delle vetrine specifiche che, seppur di nicchia, potevano fare la differenza.
Google ci assicura che non ci saranno impatti sul posizionamento generale, ma la perdita di questi rich snippet specifici potrebbe tradursi in una minore attrattiva visiva e, di conseguenza, in un calo di click per chi ne beneficiava.
Davvero questa “semplificazione” giova a tutti, o avvantaggia principalmente Google nel dirigere il traffico e l’attenzione dove preferisce?
Dietro le quinte: tra ottimizzazione e nuove frontiere digitali (forse)
La grande domanda che resta sospesa è: perché ora?
Una possibile lettura, che va oltre la semplice “pulizia”, è che Google stia riallocando risorse e attenzioni verso le sue nuove galline dalle uova d’oro: l’intelligenza artificiale generativa e la ricerca vocale.
Non è un mistero che l’azienda stia investendo cifre da capogiro in questi settori, e “sfoltire” funzionalità meno centrali o forse meno monetizzabili potrebbe essere una mossa strategica per concentrare gli sforzi.
D’altronde, Google ha già ritirato altri tipi di dati strutturati che non si allineavano più con la sua visione a lungo termine.
Certo, per chi aveva investito tempo nell’implementare questi schemi ora deprecati, la notizia può suonare come l’ennesima riprova di quanto sia volatile il terreno su cui si gioca la partita della visibilità online.
E mentre Google parla di migliorare l’esperienza utente, resta il dubbio se queste decisioni non siano, in fondo, più orientate a rafforzare il proprio controllo sull’informazione e a spingere gli utenti verso le proprie nuove piattaforme e soluzioni basate sull’IA.
Tu cosa ne pensi?
È solo un modo per mettere ordine o c’è una strategia più ampia che ancora non vediamo chiaramente?
Mossa interessante. Semplificazione? Può darsi. Però mi chiedo se dietro non ci sia la volontà di dare più peso ad altre fonti, magari quelle verificate direttamente da loro. Staremo a vedere come cambia la SERP.
Concordo con Lorenzo, la “semplificazione” mi pare un po’ sospetta. Vedremo.
Mah, a me sembra che Google faccia sempre così. Prima ci spinge a usare una cosa, poi la toglie. Spero solo che questa “pulizia” non renda più difficile far trovare i contenuti.