Google ridefinisce i dati strutturati: c’è da stare in guardia?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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L’annuncio di Google ha generato un’ondata di panico tra i SEO, ma la realtà è che si tratta solo di una “pulizia” per fare spazio all’intelligenza artificiale

L'annuncio Google sui dati strutturati ha scatenato il panico SEO, poi smentito da John Mueller: si tratta di pulizia di schemi minori. Ma il dubbio resta: Google sta riducendo la visibilità ai siti per potenziare la sua IA? La mossa solleva interrogativi sulla strategia di Mountain View, suggerendo un futuro dove l'AI prevarrà sul traffico diretto ai siti.

Il malinteso che ha scatenato il putiferio

Il problema è nato tutto da una frase specifica nell’annuncio ufficiale di Google: “Per rendere più semplice scoprire quali dati strutturati sono supportati dalla Ricerca Google, stiamo riducendo il numero di schemi supportati”. Letta di fretta, questa frase suonava come una condanna a morte per una delle pratiche fondamentali della SEO.

Subito la community si è allarmata, pensando che il gigante di Mountain View stesse per fare tabula rasa di tutto.

È bastato poco perché qualcuno su Reddit lanciasse il sasso:

“Vale ancora la pena usare gli schema? O stiamo andando oltre?”.

Una domanda legittima, che però nasceva da un’interpretazione, per fortuna, sbagliata.

Eppure, quando un colosso come Google comunica in modo così ambiguo, viene da chiedersi se sia solo una svista o una strategia per testare le reazioni del mercato.

La (doverosa) marcia indietro di Google

A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato John Mueller in persona, il noto Search Advocate di Google. Intervenendo direttamente sui social, ha chiarito che il mondo non stava finendo. Semplicemente, Google sta facendo un po’ di pulizia, eliminando ciò che è poco utilizzato o non porta un reale valore aggiunto agli utenti.

In questo caso specifico, a essere messo in soffitta è lo schema per i “practice problem”, quei box interattivi con problemi di matematica o esercizi educativi che, a quanto pare, quasi nessuno vedeva o usava. Stessa sorte per lo schema “Dataset”, che d’ora in poi funzionerà solo nella ricerca specializzata di Google, e non più nei risultati generici.

Quindi, niente apocalisse: i dati strutturati che contano davvero, come quelli per i prodotti, le recensioni, le ricette o gli articoli, restano più vivi e vegeti che mai.

Ok, l’allarme è rientrato.

Ma la domanda vera è un’altra: perché Google sta facendo queste “pulizie”?

È solo un’operazione di routine o c’è sotto qualcosa di più profondo?

La vera strategia: meno visibilità ai siti, più potere all’IA?

Questa mossa non è un caso isolato. Fa parte di una strategia più ampia che Google sta portando avanti da tempo. L’obiettivo sembra essere quello di semplificare la pagina dei risultati, rendendola più veloce e, soprattutto, più funzionale al suo nuovo gioiellino: la ricerca basata sull’intelligenza artificiale.

L’IA, infatti, non ha bisogno di mostrare dieci link blu con stelline e ricette; preferisce prendere le informazioni, rielaborarle e darle direttamente all’utente in un’unica risposta.

In questo quadro, i rich result generati dai dati strutturati diventano quasi un fastidio, un elemento di distrazione.

E qui il dubbio sorge spontaneo:

non è che, pezzo dopo pezzo, Google stia smantellando gli strumenti che per anni hanno dato visibilità diretta ai nostri siti, solo per tenersi l’utente incollato alle sue pagine?

Il sospetto è che stia usando i nostri contenuti per nutrire la sua IA, senza però più ricambiare con il traffico che ci spetta.

La partita si sta spostando, e forse ci stanno cambiando le regole sotto il naso senza dirlo troppo forte.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

10 commenti su “Google ridefinisce i dati strutturati: c’è da stare in guardia?”

  1. Clarissa Graziani

    Mi tremano le mani. Un altro giro di giostra con Google, e l’IA che incombe. Speriamo solo non ci trasformino in fantasmi digitali. Chissà che fine faranno i nostri siti!

    1. Luciano D’Angelo

      Confuso. 🤔 Certo, il panico è comprensibile. Ma se Google punta all’IA, cosa ne sarà dei nostri sforzi online? Mi chiedo se il futuro digitale sia già scritto.

    2. Giuseppina Negri

      La “pulizia” degli schemi ridotti da Google mi sembra un modo elegante per preparare il terreno all’IA. Chissà se questa “semplificazione” ci renderà tutti più stupidi.

  2. Francesco Messina

    Ah, la solita danza di Google con i dati strutturati. Mi vien da pensare che, tra un aggiornamento e l’altro, stiano solo cercando di capire dove buttare la spazzatura digitale. 🤖 Speriamo solo che questa “pulizia” non ci faccia finire a tutti in un pozzo senza fondo, dove l’unica cosa che si trova è il loro algoritmo onnisciente. 🤔

  3. Roberta De Rosa

    Ma guarda tu, un’altra volta la solita minestra riscaldata. Pensare che Google faccia ‘pulizia’ per nobili intenti è un’utopia. L’IA è il nuovo giocattolo, e noi siamo solo pedine nel loro grande scacchiere digitale. Ci stanno preparando per un futuro dove il click sarà un ricordo sbiadito?

    1. Benedetta Donati

      Le mie antenne digitali captano un sentore di cambiamento. Google, con la sua onnipotenza, riduce schemi, ma il sospetto si annida: un velo per l’ascesa della sua IA? Temo che i nostri siti diventino solo fantasmi nella sua nebbia tecnologica.

  4. Alessio De Santis

    Sì, Google cambia ancora le carte in tavola. Una nave che naviga verso l’IA, lasciando indietro i piccoli pescatori. Chissà se il mare restituirà un giorno ciò che ora inghiotte.

    1. La “pulizia” dei dati strutturati apre scenari inediti. La lungimiranza di Google mi lascia sempre un pizzico di sano scetticismo: quale reale vantaggio competitivo si cela dietro questa manovra algoritmica?

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