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Contattaci ora →Un vuoto nei dati di scansione di Google Search Console lascia il web per un giorno intero senza statistiche, sollevando dubbi sulla trasparenza e affidabilità dello strumento.
Un buco nero nei dati di scansione di Google Search Console ha colpito il 14 ottobre 2025, lasciando perplessi i professionisti SEO globalmente. Mentre Google minimizza l'accaduto come un problema di visualizzazione, la community esprime scetticismo, richiamando precedenti simili. L'incidente riaccende il dibattito sull'affidabilità di strumenti così cruciali per il business online.
“Nessun problema”, la solita rassicurazione che non convince
La versione che circola tra gli esperti del settore, e che probabilmente è quella che Google stesso vorrebbe far passare, è che si tratti di un semplice problema di visualizzazione. Un intoppo tecnico nella reportistica che non ha minimamente intaccato le reali attività di scansione e indicizzazione.
In pratica, i bot hanno lavorato come sempre, ma la Search Console ha “dimenticato” di segnarselo. Search Engine Land ha descritto l’accaduto come “probabilmente solo un problema di reporting che si risolverà da solo”, invitando alla calma.
Eppure, qualcosa non torna.
Mentre tu ti ritrovi con un dato in meno su cui basare le tue strategie, la dashboard ufficiale sullo stato dei sistemi di Google mostra un bel semaforo verde per quel giorno.
Tutto operativo, nessuna anomalia, circolate.
Viene da chiedersi: se uno strumento così fondamentale per il nostro lavoro mostra una falla tanto evidente, liquidarla come un’inezia è corretto?
O forse è il sintomo di una fragilità più profonda in un sistema da cui dipendiamo fin troppo?
D’altronde, se guardiamo indietro, scopriamo che questo “incidente” ha dei precedenti.
E non è una buona notizia.
Un copione già visto che alimenta i dubbi
Questa non è affatto la prima volta che la Search Console soffre di amnesie temporanee. È già successo a maggio 2022, a febbraio 2022 e ancora prima a novembre 2021.
Un copione che si ripete con una regolarità quasi sospetta.
Ogni volta, la storia è la stessa: i dati spariscono, la community SEO si allarma, e dopo un po’ tutto torna alla normalità (o quasi), con la rassicurazione che non c’è stato alcun impatto reale su scansione e posizionamento.
Ma la questione va oltre il singolo giorno di dati mancanti.
Il punto è la fiducia.
Ci affidiamo ciecamente a strumenti forniti da un unico, gigantesco attore che ha il potere di definire le regole del gioco e, a quanto pare, anche di nascondere i propri inciampi dietro un “tutto ok”.
L’assenza di dati per il 14 ottobre, in concomitanza con una certa volatilità nei ranking registrata pochi giorni dopo, anche se non direttamente collegata, non fa che alimentare un legittimo scetticismo.
Alla fine, il problema non è tanto il buco nel grafico, quanto la consapevolezza che la mappa che usiamo per navigare il web a volte è disegnata con un inchiostro un po’ troppo simpatico.
E questo, per chi fa business online, non è affatto rassicurante.
Ma certo, un “buco nero” è solo un’altra metafora per la nostra dipendenza da sistemi opachi. Chissà cosa si nasconde davvero dietro quei numeri spariti, vero? La trasparenza è un miraggio per chi naviga in questo mare di pixel.
La solita melodia consolatoria da Mountain View: “solo un *glitch* visivo”. Eppure, quando i dati scompaiono, il mio analista interiore si chiede se l’indicizzazione sia anch’essa un’illusione ottica. Chissà se i bot hanno interpretato il “buco nero” come un’area di esclusione dalla scansione.
L’affidabilità è il pane del nostro business. Senza certezze, siamo solo barchette in balia delle onde.
Ancora bug. La tecnologia è una gabbia dorata. Non si può costruire un impero su fondamenta fragili. Un giorno di dati persi. Questo è il futuro?
Ma guarda te ‘ste cose tecnologiche! 🙄 Un giorno di buco nei dati? Giusto per farci impazzire. Speriamo che almeno l’indicizzazione non sia andata in ferie. 🤔 La trasparenza è solo un optional per questi colossi?
Un buco nero nei dati, eh? Ci si aggrappa a un filo di luce.