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Contattaci ora →Tra nuove interfacce vocali e grafici personalizzati, l’obiettivo è trasformare la ricerca in un assistente onnisciente, ma restano i dubbi sull’impatto su contenuti e SEO.
Google sta testando "Search Live", una nuova funzione vocale basata su Project Astra all'interno della "AI Mode". Questa novità mira a reinventare la ricerca, ma solleva interrogativi sull'effettiva utilità, l'impatto sul traffico dei siti web e l'affidabilità rispetto alla ricerca tradizionale. È un passo avanti o un rischio per l'ecosistema online?
Google ci riprova: arriva “Search live”, ma la vera domanda è un’altra
Google, a quanto pare, non si stanca mai di rimescolare le carte in tavola quando si parla di ricerca. Ora è il turno di “Search live”, una nuova funzionalità sperimentale che sta facendo capolino all’interno della tanto discussa AI mode. Stando a quanto riportato su 9to5Google, si tratterebbe di un’interfaccia capace di dialogare con te in tempo reale, usando voce e, in futuro, anche la fotocamera.
Bello, vero?
Forse.
Ma prima di stappare lo spumante, cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e, soprattutto, se questa ennesima novità porterà davvero dei benefici tangibili o se è solo un altro modo per tenerci incollati ai loro servizi. Perché, diciamocelo, quando Big G si muove, qualche domanda è sempre lecito farsela.
Questa “Search live” si appoggia sulla tecnologia Project astra, quella che Google sta spingendo forte per rendere le sue intelligenze artificiali sempre più simili a un assistente tuttofare. L’idea è che tu possa fare domande a Google parlando, un po’ come faresti con un amico (uno molto, molto informato, si spera), e lui ti risponde a tono.
Sui dispositivi Android e iOS, questa nuova funzione andrà a sostituire la scorciatoia di Google lens, con tanto di nuova icona a forma d’onda e pulsantini per silenziare o vedere la trascrizione. Peccato che, come spesso accade con queste introduzioni “rivoluzionarie”, la parte relativa all’uso della fotocamera per analizzare il mondo intorno a te non sia ancora attiva.
Un classico “work in progress” che ci lascia con la solita domanda: funzionerà davvero come promesso o sarà l’ennesima funzione lanciata a metà?
E se questa è la punta dell’iceberg dell’AI mode, cosa dobbiamo aspettarci dal resto?
L’AI Mode si espande: un futuro a comando vocale (e con qualche grafico in più)
Search Live, quindi, non è un fungo spuntato dal nulla, ma un tassello di un puzzle ben più grande chiamato AI Mode. Google, come descritto anche sul suo blog ufficiale, sta puntando tutto su questa modalità per, a loro dire, “reinventare la ricerca”. E non si ferma alla voce: stanno spuntando anche altre integrazioni, come la possibilità di creare grafici finanziari personalizzati direttamente nella ricerca, una novità che 9to5Google ha scovato di recente.
Insomma, l’ambizione è quella di trasformare la semplice barra di ricerca in un vero e proprio centro di comando intelligente. Hema Budaraju, una delle figure di spicco in Google Search, non ha usato mezzi termini, definendo l’AI Mode come il futuro stesso della ricerca.
Parole forti, che però suonano un po’ come una profezia autoavverante.
Ma questa corsa a integrare l’IA ovunque, non rischia di farci perdere di vista la qualità e l’affidabilità delle informazioni, come già successo con i pasticci delle AI Overviews?
La verità è che, mentre Google ci racconta di un futuro radioso fatto di conversazioni fluide con la sua IA, molti utenti e professionisti del settore trattengono il respiro. Se da un lato l’idea di una ricerca più intuitiva e interattiva può affascinare, dall’altro sorgono dubbi legittimi.
Come cambieranno le nostre abitudini di ricerca?
E, soprattutto, che ne sarà del traffico verso i siti web, linfa vitale per tanti business, se Google si mette a rispondere direttamente a tutto?
Il rischio, come ti ho scritto qui, è che i creatori di contenuti vedano ulteriormente ridotta la loro visibilità.
E noi? tra promesse e timori, che fine farà la ricerca “umana”?
La domanda sorge spontanea: questa trasformazione è pensata davvero per migliorare la vita degli utenti o per rafforzare ulteriormente il monopolio di Google sull’informazione?
Le promesse di un’interazione più “umana” con la tecnologia, come quelle veicolate da Project Astra (di cui si parla anche negli aggiornamenti AI di maggio sul blog Google), cozzano con la fredda realtà di algoritmi che, a volte, sembrano prendere decisioni incomprensibili, penalizzando contenuti di qualità a favore di risposte generate automaticamente e non sempre impeccabili.
Siamo sicuri che affidare sempre più compiti a un’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, sia la strada giusta?
CBS News ha provato a spiegare cosa sia l’AI Mode, ma la sensazione è che siamo solo all’inizio di un cambiamento epocale, di cui ancora non comprendiamo appieno le conseguenze. Forse, prima di delegare completamente il nostro modo di cercare e apprendere, dovremmo fermarci un attimo a riflettere se questa continua rincorsa all’automazione non ci stia facendo perdere qualcosa di prezioso lungo il cammino.
Tu che ne pensi, siamo pronti a farci “guidare” così tanto?
Che bello vedere Google che sperimenta! Sarà interessante capire come cambierà il nostro modo di trovare informazioni online. Forza Google!
Michela Ferri: Vedremo se questa AI Mode porterà risultati concreti. La SEO dovrà adattarsi, come sempre.
Michela Ferri: adattarsi è un eufemismo. Forse è ora di pensare a canali meno dipendenti dal volere di Big G.
Altra scossa per chi fa contenuti? Speriamo che ‘sta AI Mode porti più conversioni che mal di testa.
Ciao Irene Neri, spero anch’io! Come tecnico, sono curiosa di vedere come i modelli AI gestiranno le query più complesse. Potrebbe aprire nuove opportunità per chi crea contenuti di qualità. Incrociamo le dita!
Chiara Rossi, “contenuti di qualità” dici? Dubito che Google premierà la qualità. Piuttosto, chi saprà blandire meglio l’algoritmo avrà la meglio. Solita storia.
Mi sembra l’ennesimo modo per spingere a usare solo Google. I piccoli siti indipendenti come il mio blog finiranno ancora più nel dimenticatoio.
@Valentina Lodi: Già, sa di monopolio. Mi chiedo se questa “AI Mode” non sia solo un’altra scusa per farci rimanere intrappolati nel loro giardino recintato. Boh, vedremo.
Interessante mossa. Vedremo se “Search Live” cambierà le abitudini degli utenti. Forse è un’opportunità per chi sa creare contenuti coinvolgenti, ma bisognerà monitorare attentamente i risultati.
Marco Ricci, “contenuti coinvolgenti”? Dubito. Sembra l’ennesima trovata per farci dipendere ancora di più da ‘Big G’. Speriamo almeno che la gente si svegli e usi alternative.
@Davide Giordano: Condivido. Bisogna valutare bene la qualità delle risposte e l’effetto sui risultati organici. Vedremo cosa succede.
Wow, che figata! Sono super curioso di provare questa “Search Live”! Speriamo funzioni davvero bene!