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Contattaci ora →Web Guide promette di organizzare i risultati di ricerca in gruppi tematici, ma solleva interrogativi sul controllo dell’informazione da parte di un’unica entità.
Google lancia Web Guide, un esperimento basato sull'intelligenza artificiale Gemini che riorganizza i risultati di ricerca in gruppi tematici, non più liste. Questa mossa, parte della strategia IA di Google, mira a trasformare la ricerca. Sorgono dubbi sul controllo dell'informazione e sulla visibilità dei contenuti, con il rischio di un passaggio di potere verso un unico curatore algoritmico.
Google cambia le carte in tavola: ecco Web Guide
Google ha deciso, ancora una volta, di rimescolare il modo in cui cerchiamo informazioni. L’ultima novità si chiama Web Guide, un esperimento basato su intelligenza artificiale che promette di organizzare i risultati di ricerca in gruppi tematici, eliminando la classica lista infinita di link a cui siamo abituati.
In pratica, quando fai una ricerca complessa, come organizzare un viaggio in solitaria in Giappone, invece di una sfilza di risultati, Web Guide ti presenta delle cartelle ordinate: una per i trasporti, una per gli alloggi, una per le usanze locali e così via.
Come ci riesce?
Dietro le quinte, come descritto sul blog ufficiale di Google, c’è una versione personalizzata del suo modello AI, Gemini, che non si limita a leggere la tua domanda, ma la interpreta e lancia più ricerche correlate in parallelo per raccogliere un ventaglio di informazioni più ampio e pertinente.
Il risultato? Delle cartelle tematiche che ti organizzano il sapere.
Bello, comodo.
Forse troppo.
Ma dietro questa mossa, che sembra solo un’altra trovata tecnologica, c’è una strategia molto più profonda.
L’ennesima mossa nello scacchiere dell’IA
Diciamocelo, Web Guide non spunta dal nulla.
È l’ultimo tassello di un puzzle che Google sta componendo da tempo, fatto di strumenti come AI Mode, che ha già catturato l’attenzione di 100 milioni di utenti al mese.
L’obiettivo sembra chiaro: trasformare la ricerca da un semplice motore di risposte a un assistente che anticipa le tue necessità, che ti guida e, di fatto, che sceglie per te il percorso informativo.
La tecnologia è simile a quella già vista, ma qui l’ambizione è più alta.
Non si tratta solo di darti una risposta confezionata, ma di strutturare l’intera conoscenza disponibile sul web secondo la logica della sua intelligenza artificiale. Austin Wu, Group Product Manager di Google Search, ha sottolineato che l’obiettivo è “identificare i risultati più rilevanti”, ma la vera domanda è un’altra:
Rilevanti per chi?
E secondo quali criteri?
Tutto questo ci porta a una questione fondamentale: possiamo davvero fidarci di un’unica azienda che decide non solo cosa vediamo, ma anche come lo vediamo organizzato?
Cosa c’è sotto? i dubbi che nessuno esprime
Al momento, Web Guide è un esperimento a cui puoi decidere di partecipare o meno, confinato alla scheda “Web” dei risultati di ricerca. Una comoda facciata che permette a Google di testare le acque.
Ma cosa succederà quando questa funzione diventerà lo standard per tutti nella scheda principale “Tutti”?
Il rischio è quello di creare una bolla informativa con i superpoteri, dove l’algoritmo non si limita più a suggerire, ma costruisce attivamente la nostra realtà informativa.
Le aziende e i creatori di contenuti che per anni hanno lavorato per guadagnarsi un posto al sole nella SERP tradizionale, potrebbero ritrovarsi sepolti o, peggio, esclusi se i loro contenuti non si adattano perfettamente alle “cartelle” preconfezionate dall’IA.
Stiamo assistendo a un lento ma inesorabile passaggio di potere: dalla pluralità disordinata del web a un ordine imposto da un unico, potentissimo, curatore.
E mentre Google ci presenta questa novità come un passo avanti per l’utente, forse dovremmo iniziare a chiederci se non sia, piuttosto, un passo decisivo per il suo controllo sull’informazione.
Ah, la dolce, rassicurante centralizzazione dell’informazione, quanto ci mancava! Immaginate: un’unica entità, illuminata e infallibile, che decide cosa è degno di essere visto. Un vero baluardo contro il caos della libera scelta. Geniale.
Google, il nostro nuovo oracolo tematico. Benvenuti nella caverna algoritmica.
La curatela tematica da un unico punto solleva interrogativi sulla pluralità.
Tutta questa “guida” mi puzza. 🤢 Chi decide cosa è “tematico”? Sospetto. 🧐