Google sbarca su Windows con l’AI e la ricerca potenziata

Anita Innocenti

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L’app integra Google Lens e permette di interrogare qualsiasi elemento presente sullo schermo, aprendo scenari inediti sull’accessibilità dei dati ma sollevando interrogativi sulla privacy degli utenti.

Google ha lanciato una nuova applicazione per Windows che unifica la ricerca di file locali, Google Drive e il web. Dotata di Google Lens, permette di interrogare lo schermo con l'IA. La mossa, che offre comodità, solleva dubbi sulla privacy e rappresenta una sfida strategica a Microsoft per controllare l'accesso alle informazioni degli utenti.

Google sbarca su Windows, ma non è (solo) per farti un favore

Google ha deciso di fare un passo che, diciamocelo, in pochi si aspettavano: ha lanciato un’applicazione per Windows che punta a cambiare il modo in cui cerchi le informazioni sul tuo computer.

Pensa a una sorta di super-barra di ricerca che, con una semplice scorciatoia da tastiera (Alt + Spazio), ti permette di frugare contemporaneamente tra i file del tuo PC, i documenti su Google Drive e, ovviamente, l’intero web.

L’idea è quella di darti una risposta senza costringerti a saltare da una finestra all’altra, un po’ come fa Spotlight sui sistemi Mac.

La mossa è furba: integrare tutto in un unico posto per tenerti agganciato al suo mondo, senza nemmeno farti aprire il browser.

Ma la vera potenza di fuoco, quella che dovrebbe farci riflettere, non sta solo nel trovare un vecchio PDF o l’ultimo report.

L’intelligenza artificiale che guarda (letteralmente) dal tuo schermo

Qui la faccenda si fa interessante e, per certi versi, un po’ inquietante. L’applicazione non si limita a cercare testo, ma integra Google Lens. In pratica, puoi “catturare” un pezzo del tuo schermo – un’immagine, un grafico, perfino un’equazione matematica in un video – e chiedere a Google cosa sia, di tradurlo o di risolverlo.

È una funzionalità che trasforma l’intero desktop in un oggetto interrogabile.

Comodo, senza dubbio.

Ma sorge spontanea una domanda: stiamo offrendo a Google un posto in prima fila su tutto quello che facciamo sul nostro computer, in cambio di un po’ di comodità?

Una domanda che vale la pena porsi, soprattutto perché, per ora, questa “comodità” non è per tutti.

Un esperimento per pochi: la strategia dietro le quinte

Google sta giocando a carte coperte, definendolo un esperimento del suo Search Labs, disponibile solo negli Stati Uniti e per chi usa un account Google personale, tagliando fuori, per ora, il mondo aziendale di Workspace. La scelta non è casuale.

Questa mossa è una chiara invasione nel territorio di Microsoft, un attacco frontale a strumenti come Copilot. Invece di combattere Microsoft sul suo sistema operativo, Google sta provando a costruirci sopra uno strato “suo”, rendendo i tool di casa Redmond quasi superflui.

La vera partita, quindi, non si gioca su chi ha il motore di ricerca migliore, ma su chi controllerà il punto di accesso a tutte le nostre informazioni, locali o online che siano.

Una riflessione non da poco, per chiunque abbia a cuore non solo la produttività, ma anche il controllo dei propri dati.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

5 commenti su “Google sbarca su Windows con l’AI e la ricerca potenziata”

  1. Nicolò Sorrentino

    Google su Windows con l’IA? Certo, per chi non ha altro da fare che fornire dati in pasto a Mountain View. La comodità di interrogare lo schermo è un bel pretesto per monitorare ogni click. Alla fine, siamo solo numeri per loro.

  2. Sempre la solita storia: comodità a prezzo di dati. Mi chiedo quanto ancora saremo disposti a cedere per un po’ di facilità.

    1. Giorgio Martinelli

      La capacità di interrogare lo schermo con l’IA apre nuove prospettive di utilizzo. Tuttavia, la questione della privacy resta un punto fermo da considerare attentamente. Sarà la trasparenza delle politiche a fare la differenza.

    1. Ennesima mossa per raccogliere dati. Questa comodità sullo schermo porterà solo più sorveglianza. Alla fine, saremo tutti solo numeri su un server.

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