La festa è finita: OpenAI e Google chiudono i rubinetti dell’IA gratis

Anita Innocenti

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L’era dell’IA generativa gratuita volge al termine: ridotti drasticamente i limiti di utilizzo per video e immagini, aprendo nuove prospettive per gli abbonamenti a pagamento

L'era dell'IA generativa gratuita sta per finire. OpenAI e Google hanno ridotto drasticamente i limiti per tool come Sora e Nano Banana Pro, citando un sovraccarico tecnico. In realtà, sembra una chiara strategia commerciale per spingere gli utenti verso abbonamenti a pagamento, dove magicamente le risorse non mancano e l'affidabilità si paga.

La festa è finita: OpenAI e Google chiudono i rubinetti del “gratis”

Ti ricordi l’euforia di poter generare video e immagini all’infinito senza spendere un centesimo?

Bene, scordatela.

Quella fase di “tana libera tutti” che ci ha fatto sentire onnipotenti davanti allo schermo ha appena subito una brusca frenata. Se provi a usare gli strumenti gratuiti oggi, ti accorgerai che qualcosa è cambiato, e non in meglio.

OpenAI e Google hanno deciso, quasi all’unisono, di tirare il freno a mano sui loro gioielli più preziosi, lasciando gli utenti free con un pugno di mosche in mano.

Ma andiamo a vedere i numeri, perché la situazione è più drastica di quanto sembri e merita di essere capita bene.

I nuovi limiti che ti bloccheranno il lavoro

La scure si è abbattuta con precisione chirurgica. OpenAI ha deciso che sei video al giorno con Sora sono più che sufficienti per te, mentre Google è stata ancora più severa con Nano Banana Pro. Qui si parla di due sole immagini quotidiane, un taglio netto rispetto alle tre che avevamo fino a ieri e che già ci sembravano poche.

Queste restrizioni sono scattate quasi contemporaneamente, lasciando a bocca asciutta chi usava questi tool per test rapidi o per creare contenuti al volo senza budget. Anche Gemini 3 Pro non ne esce indenne: le promesse di generazioni garantite sono svanite nel nulla, sostituite da termini vaghi che sanno tanto di “ti diamo quello che avanza”.

E se pensi che sia solo una questione di “cattiveria” aziendale o di capriccio momentaneo, aspetta di sentire la scusa ufficiale, perché è quasi teatrale.

“Le nostre GPU si stanno sciogliendo”

Non è una metafora mia, ma le parole testuali di chi sta nella stanza dei bottoni. Bill Peebles, il capo di Sora, ha usato proprio questa immagine forte per giustificare i tagli: l’hardware sta letteralmente bollendo. La potenza di calcolo richiesta per generare video e immagini ad alta definizione sta mettendo in ginocchio i server globali. In pratica, la domanda è esplosa e l’infrastruttura non regge il colpo.

Google, dal canto suo, parla di una domanda “travolgente” che ha prosciugato le risorse disponibili.

Ma ragionaci un attimo: davvero un colosso come Google finisce la potenza di calcolo come se avesse finito il latte nel frigo?

O forse c’è dell’altro dietro questa narrazione dell’emergenza?

Ed è qui che la faccenda si fa sospetta, perché c’è una categoria di utenti che, guarda caso, non ha subito alcun rallentamento.

Se paghi, magicamente i server reggono

Eccola qui la verità che nessuno dice ad alta voce ma che è palese. Se hai un abbonamento Pro o Plus, le GPU smettono improvvisamente di sciogliersi. Per gli utenti paganti non cambia nulla: limiti invariati e autostrada libera.

Come analizzato lucidamente da TechRadar, questo è un chiaro segnale che il periodo di beta testing pubblico gratuito è concluso.

Ci hanno fatto assaggiare il prodotto, ci siamo abituati a usarlo nei nostri processi, e ora presentano il conto. Non è solo questione di risorse tecniche, è una precisa strategia commerciale per spingerci verso il checkout.

Dunque, cosa ci portiamo a casa?

Che l’affidabilità si paga.

Se il tuo business dipende da questi strumenti, non puoi più contare sulla generosità delle Big Tech. È il momento di valutare seriamente se questi tool ti portano un ritorno sull’investimento reale o se stavi solo giocando, perché d’ora in poi, per giocare, serve il gettone.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

1 commento su “La festa è finita: OpenAI e Google chiudono i rubinetti dell’IA gratis”

  1. Walter Benedetti

    Il formaggio della trappola non è mai offerto. La prova gratuita era solo l’esca. La vera risorsa non è l’IA, ma la vostra dipendenza.

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