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Contattaci ora →Una tecnologia che promette di trasformare gli spazi fisici in repliche virtuali fotorealistiche grazie al Gaussian Splatting e al rendering via cloud, sollevando interrogativi sul suo reale scopo e sulle implicazioni per la privacy
Durante il Meta Connect, Meta ha presentato Hyperscape, una tecnologia che trasforma qualsiasi spazio fisico in una sua replica virtuale fotorealistica tramite Gaussian Splatting e rendering cloud. Spinta dal nuovo Horizon Engine, promette prestazioni notevolmente superiori. Attualmente in beta per visori Quest 3 e 3S, l'innovazione solleva interrogativi su adozione di massa e privacy, data la capacità di mappare dettagliatamente gli ambienti domestici.
Una tecnologia che sa di futuro, ma con i piedi per terra
Ma come funziona esattamente questa magia?
Hyperscape si basa su un mix di tecnologie piuttosto complesse, tra cui il cosiddetto Gaussian Splatting e il rendering via cloud. In parole povere, tu cammini in una stanza per qualche minuto registrando tutto con il tuo visore Quest, e il sistema fa il resto.
Mark Zuckerberg in persona si è prestato a fare da Cicerone, mostrandoci repliche digitali della cucina di Gordon Ramsay o dell’Octagon della UFC.
Il risultato, bisogna ammetterlo, è impressionante per dettaglio e realismo.
La promessa è di quelle che fanno girare la testa, ma la vera domanda è: come fa a funzionare tutta questa architettura complessa su un visore che, alla fine, ha la potenza di uno smartphone?
Il motore segreto dietro le quinte
Qui entra in gioco il vero pezzo da novanta dell’annuncio: il nuovo Horizon Engine.
Meta non si è limitata a creare l’applicazione, ma ha costruito da zero le fondamenta su cui poggia, mandando in pensione il vecchio motore di Unity. Questo nuovo sistema, secondo l’azienda, garantisce prestazioni decisamente superiori e tempi di caricamento fino a quattro volte più veloci.
Zuckerberg stesso ha paragonato l’esperienza al “caricare una pagina web invece di un intero gioco”, un passo avanti notevole per rendere la realtà virtuale meno macchinosa e più immediata.
Un motore nuovo di zecca, prestazioni migliorate… sembra tutto pronto per un’adozione di massa.
O forse no?
Bello, ma per chi? E soprattutto, a quale scopo?
E qui arrivano i “ma”.
Hyperscape è attualmente disponibile in beta solo sui visori Quest 3 e 3S, e solo per i maggiori di 18 anni. La vera limitazione, però, è un’altra: per ora, ti ritrovi a vagare da solo in questi capolavori digitali.
L’azienda promette che in futuro potrai invitare amici, ma come sempre le promesse dei colossi tech vanno prese con cautela finché non diventano realtà.
E qui, onestamente, una domanda sorge spontanea:
Qual è il vero obiettivo?
Stiamo semplicemente creando una copia digitale del nostro salotto per divertirci, o stiamo consegnando su un piatto d’argento a Meta la mappa tridimensionale delle nostre case, delle nostre abitudini, della nostra vita privata?
Il confine tra innovazione utile e raccolta dati senza precedenti si fa sempre più sottile.
Ma che bella idea. Digitalizzare ogni angolo di casa per poi farci cosa? Mi sembra un gran dispendio di energie, tempo e soprattutto una minaccia alla riservatezza. Siamo sicuri che ne valga la pena?
Beh, se devo passare il tempo a digitalizzare la mia stanza per poi rivederla, preferirei fare un pisolino. Speriamo che il futuro non sia solo un’eco del presente.
Ah, quindi ora dobbiamo pure mappare le nostre case per farci una passeggiatina virtuale? Praticamente un selfie per l’ambiente. Chissà se poi ci fanno pagare l’affitto anche lì dentro.
Wow, questa tecnologia di Hyperscape sembra uscita da un film di fantascienza! Mi affascina l’idea di poter ricreare il mondo in digitale, ma la questione della privacy, soprattutto per gli ambienti privati, è un pensiero che mi resta dentro.
Un altro gadget per spiare senza permesso. La privacy è un lusso che presto non avremo più. Chi ci garantirà che non useranno le nostre case per altro?
Che meraviglia immaginare di passeggiare in luoghi remoti comodamente seduti! Chissà se questa realtà aumentata ci avvicinerà davvero, o ci allontanerà?
Mi chiedo se questa tecnologia porterà a un maggiore controllo sui nostri spazi. La possibilità di replicare tutto solleva dubbi sulla reale libertà che avremo.
Che sogno poter rivivere i luoghi del cuore in digitale! Un po’ mi incanta l’idea, un po’ mi fa pensare a quante cose si nascondono dietro a questi mondi nuovi.
Un altro passo verso la realtà che si sfuma. A cosa serve replicare il mondo se poi ci perderemo dentro? Temo che finiremo per vivere più nei pixel che nelle nostre vite.
Ragazzi, Hyperscape apre scenari pazzeschi per come presenteremo prodotti e servizi! Immaginate show-room virtuali accessibili da ovunque, un vero salto di qualità nella customer experience. Resta da capire quanto saremo pronti a condividere i nostri spazi.
Ma quindi ora la mia camera da letto diventerà un salotto virtuale per chiunque? Già con i social siamo esposti, ora pure le nostre quattro mura. D’altronde, se si può esplorare il mondo senza muoversi, chi si fermerà? A me sembra un modo per isolarci di più, non trovate?
Ma che se ne fanno della mia stanza? Già troppi ficcanaso online, ora pure nelle case. Chi controlla ‘sta roba?
Mah, se la mia casa diventa un videogioco per altri, mi chiedo solo chi gestirà questi dati. Non vorrei finire in un archivio pubblico per aver fatto un caffè.
Ma per la privacy? Voglio dire, se la mia casa diventa un modello 3D, chi guarda? Spero sia ben protetta.
Ma che dici? Hyperscape è una figata pazzesca per il marketing, pensateci! Mandare i clienti direttamente nel mio negozio virtuale, che roba! Però, mi chiedo, quanto ci metteranno a capire che è solo un trucco?
Giorgio, parli di marketing, ma io vedo un futuro dove la realtà diventa un mero accessorio. Immagina: un’esistenza digitale impeccabile, mentre il “reale” si sgretola. Chi si preoccuperà più di pulire casa quando potrà viverla perfettamente in VR? Una bella scusa per pigri, non trovi?
Ma che storia è questa? Trasformare le case in mondi virtuali? Voglio dire, se la mia stanza diventa un gioco, chi mi garantisce che non finisca nei guai per aver lasciato i calzini in giro? Non mi pare una grande idea, sinceramente.