Microsoft Edge si trasforma con Copilot Mode: sarà un rischio per la tua privacy?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Dall’analisi contestuale delle schede aperte alla prenotazione automatica: Microsoft promette un’esperienza “agentica”, ma il rovescio della medaglia è la cessione dei dati personali.

Microsoft ha introdotto Copilot Mode per Edge, trasformando il browser in un assistente AI contestuale. Sebbene prometta di semplificare la navigazione multi-scheda, solleva gravi interrogativi sulla privacy a causa dell'ampia raccolta dati. Il servizio, inizialmente gratuito e sperimentale, diventerà presto a pagamento con Copilot Pro, svelando la strategia di Microsoft di creare dipendenza dal proprio ecosistema AI.

Microsoft ci riprova: Edge si traveste da assistente AI. ma la vera domanda è un’altra.

Microsoft ha deciso che il tuo browser deve cambiare pelle. Non si accontenta più di essere una semplice finestra sul web, ma vuole diventare il tuo assistente personale, il tuo copilota.

L’ultima mossa si chiama Copilot Mode per Edge, una funzionalità presentata come rivoluzionaria, capace di dialogare con te, capire il contesto delle tue ricerche e persino agire al posto tuo.

È l’ennesimo capitolo della strategia di Microsoft di infilare la sua intelligenza artificiale, Copilot, ovunque: dentro Windows, nel pacchetto Office e, ora, nel cuore della tua navigazione.

Ma dietro le promesse di un’esperienza web più fluida e “agentica” (come ti avevo anticipato qui), come la definiscono loro, si nasconde la solita, vecchia storia: quella di un gigante tecnologico che cerca di legarti a sé, trasformando uno strumento in un servizio da cui diventerà difficile staccarsi.

Cosa fa, in concreto, questo Copilot mode?

Mettiamo da parte il marketing e vediamo i fatti. Stai organizzando un viaggio. Hai dieci schede aperte: hotel, voli, noleggio auto, recensioni di ristoranti.

Un caos.

L’idea di Microsoft è che tu possa aprire una nuova scheda, attivare Copilot e semplicemente chiedere, a voce o per iscritto: “Trovami l’hotel più vicino alla spiaggia tra quelli che sto guardando e che abbia recensioni superiori a 4 stelle”.

A questo punto, l’assistente dovrebbe analizzare le pagine che hai aperto e darti una risposta sensata, senza che tu debba saltare da una scheda all’altra. Può anche fare riassunti di articoli lunghi o convertire valute al volo, tutto in una barra laterale per non distrarti.

Come descritto da The Register, il vero punto di forza sarebbe proprio questa capacità di comprendere il contesto “multi-scheda”. In futuro, promettono, potrà anche prenotare un tavolo o acquistare un biglietto aereo usando le tue credenziali, ovviamente col tuo permesso.

Tutto bello, sulla carta.

Ma questa comodità ha un prezzo, e non parlo di soldi.

La vera moneta di scambio: i tuoi dati

La vera domanda che devi porti è: sei davvero a tuo agio a dare a un’intelligenza artificiale il permesso di leggere tutto ciò che fai online?

Certo, Sean Lyndersay, Partner General Manager di Microsoft Edge, ci assicura che l’azienda rispetta la sua Privacy Statement e che ci saranno indicatori visivi chiari quando l’IA accederà alle nostre schede.

Ma siamo onesti: stiamo dando a un algoritmo le chiavi di casa della nostra navigazione.

Ogni ricerca, ogni sito visitato, ogni confronto tra prodotti diventa un dato che alimenta il sistema.

Microsoft sostiene che questo serve a rendere il servizio più efficiente, a “pilotare il web” per te. La realtà è che si tratta di una raccolta dati di proporzioni enormi, mascherata da funzionalità utile.

Stiamo davvero barattando la nostra privacy per la comodità di non dover fare due clic in più?

È un dubbio legittimo, soprattutto quando la stessa azienda ammette che il servizio gratuito è solo una fase sperimentale.

E mentre ci interroghiamo sulla privacy, come scrive TechCrunch, la battaglia per diventare il nostro copilota digitale è già iniziata.

Non è un’isola felice: la guerra degli assistenti e il conto da pagare

Microsoft non è sola in questa corsa. Google ha integrato Gemini in Chrome, e startup agguerrite come Perplexity stanno spingendo con i loro browser potenziati dall’IA. La mossa di Edge è una risposta diretta a questa competizione, un tentativo di non restare indietro.

Il problema è che queste tecnologie costano, e anche tanto.

E chi paga, alla fine?

Come riportato su Tom’s Hardware, la festa non durerà per sempre. La versione gratuita è “sperimentale” e a tempo limitato. Presto arriverà Copilot Pro, un abbonamento a pagamento per chi vuole limiti di utilizzo più alti e accesso anticipato alle nuove funzioni.

Ecco svelato il trucco: prima ti abituano alla comodità, ti rendono dipendente da uno strumento che sembra gratuito, e poi ti presentano il conto.

La mossa di Microsoft è chiara: non vuole solo che tu usi Edge, vuole che tu viva dentro Edge. L’obiettivo non è darti uno strumento migliore, ma renderti dipendente dal suo.

E la domanda che devi farti non è se Copilot funziona, ma se sei disposto a pagare il biglietto per questo viaggio.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

12 commenti su “Microsoft Edge si trasforma con Copilot Mode: sarà un rischio per la tua privacy?”

    1. Beatrice Benedetti

      Cioè, ma che figata sta roba di Edge che ti fa tutto da solo? Io ci provo subito, poi vediamo se mi fregano i dati. YOLO!

  1. Ah, il browser che diventa un vero “amico”, che ti conosce meglio di tua madre. Cedere i nostri dati per una comodità degna di un maggiordomo digitale? Una scelta saggia per chi ama essere costantemente sorvegliato.

    1. Capisco la preoccupazione! 🤔 La comodità ha un prezzo, ma dobbiamo essere vigili. 🔒 Forse ci sono modi per usare queste funzioni con attenzione! ✨

      1. La comodità ha un prezzo, caro lettore. Sottovalutare la sorveglianza di un’AI integrata nel browser è da ingenui. La vera domanda è: siete pronti a pagare?

  2. Riccardo Cattaneo

    Ma certo! 🙄 Un “assistente” che impara tutto su di te per… aiutarti? E poi ti fanno pure pagare! 💰 La privacy ha un prezzo, e sembra che Microsoft stia puntando in alto con questo nuovo “copilota”! 😂

  3. Roberta De Rosa

    Ah, la magia digitale che promette di tutto, ma poi ti chiede l’anima. Un vero affare: il tuo tempo per la mia vita digitale. Un patto faustiano con un browser.

  4. Clarissa Graziani

    Copilot Mode: il browser parla con te. Che meraviglia. E noi? Forniamo i dati. La privacy ha un prezzo, a quanto pare.

    1. Daniele Palmieri

      Ma certo, il browser che “capisce” il tuo contesto. La privacy, ovviamente, è un dettaglio trascurabile per chi promette simili meraviglie.

      1. Clarissa Graziani

        Il browser che pensa, che affascinante utopia. Cederemo volentieri la nostra digital dimora per un’assistenza così premurosa. Un affare.

  5. Andrea Ruggiero

    Dato il focus sull’AI, la privacy diventa un prodotto secondario. La convenienza ha sempre un prezzo. Da valutare la reale utilità contro la cessione di informazioni.

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