Microsoft e l’Europa: Edge fa un passo indietro… o forse no?

Anita Innocenti

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Dietrofront di Microsoft per adeguarsi al Digital Markets Act europeo, ma permangono disparità di trattamento fuori dai confini del SEE, sollevando dubbi sulle reali intenzioni del colosso di Redmond

A partire dal 29 maggio 2025, Microsoft adegua Edge alle regole del DMA nell'Area Economica Europea. Il browser sarà meno insistente e più facile da disinstallare. Tuttavia, fuori dall'Europa, la situazione resta invariata, sollevando dubbi sulla sincerità del cambiamento rispetto a una mossa strategica dettata dalla regolamentazione.

Microsoft e l’Europa: Edge fa un passo indietro… o forse no?

Quel colosso di Microsoft, che spesso e volentieri fa di testa sua, sembra stia finalmente prestando orecchio alle “bacchettate” che arrivano dall’Europa, in particolare riguardo al Digital Markets Act (DMA). Si dice che dalle parti dello Spazio Economico Europeo (SEE) le cose stiano per cambiare, soprattutto per quel che riguarda Edge, il loro browser che, diciamocelo chiaramente, a volte sa essere un po’ troppo… invadente.

Pare infatti che Edge smetterà di assillarci con le richieste di diventare il browser predefinito, a meno che non siamo noi, di nostra sponte, ad aprirlo direttamente. Una novità che, come riportato candidamente sul blog Windows Insider di Microsoft, è entrata in vigore con la versione 137.0.3296.52 del browser, distribuita il 29 maggio 2025.

Non solo: l’app Start Experiences, quella che muove i fili dei Widget su Windows 11, da giugno 2025 aprirà i contenuti web nel browser che tu hai scelto. E, come ciliegina sulla torta, dovremmo finalmente poter disinstallare Edge senza che altri software Microsoft cerchino, magari di soppiatto, di farcelo reinstallare – con l’astuta eccezione, va detto, delle Progressive Web App basate su Edge e scaricate dal loro Store.

Bello, vero?

Ma siamo davvero sicuri che sia tutto oro quello che luccica e che questa sia la fine delle “gentili” imposizioni a cui ci hanno abituato?

Perché, vedi, mentre qui in Europa si potrebbe iniziare a respirare un’aria di (presunta) maggiore libertà digitale, c’è chi, appena fuori dai confini del SEE, non sembra passarsela altrettanto bene e la musica suona decisamente diversa, come scrive The Verge.

Ma fuori dall’Europa? la solita storia di figli e figliastri

Eh già, perché se per caso vivi, mettiamo, nel Regno Unito – che dopo la Brexit, diciamocelo, naviga in acque normative un po’ per conto suo su queste faccende – la situazione con Edge non sembra affatto rose e fiori. Come si legge tra le righe di qualche animata discussione su forum come TenForums, c’è ancora un bel po’ di gente parecchio frustrata dal non poter semplicemente disinstallare Edge dal proprio sistema. Addirittura, qualche utente più smanettone e intraprendente si è dovuto ingegnare, modificando file di sistema, per tentare di aggirare questi blocchi regionali.

Ti sembra una cosa normale, nel 2025, dover quasi trasformarsi in un hacker per decidere cosa tenere o non tenere sul tuo computer, pagato con i tuoi soldi?

Questo trattamento differenziato, non ti fa sorgere qualche dubbio?

Fa pensare che le concessioni di Microsoft siano più un modo per schivare multe salate in Europa che un autentico cambio di rotta filosofico.

Altrimenti, come si spiega questa disparità?

Siamo davvero di fronte a un sincero rispetto per la scelta dell’utente o si tratta piuttosto di una calcolata mossa strategica per placare il regolatore di turno, ma solo dove questo ha il coltello dalla parte del manico?

E a proposito di strategia, non sarà che questa apparente “resa” sul fronte del browser sia in realtà solo una pedina mossa con astuzia in una partita molto, molto più grande che Microsoft sta giocando qui nel Vecchio Continente?

Tra DMA e “buoni propositi”: la vera partita di Microsoft in Europa

Non dimentichiamoci, infatti, che Microsoft non è certo una novellina quando si tratta di “attenzioni speciali” da parte dell’Unione Europea. Già nel lontano 2009, come si può leggere anche spulciando il blog di policy europeo della stessa Microsoft, c’era stata la famosa questione del “browser ballot”, quella schermata che doveva permetterci di scegliere liberamente il nostro browser preferito.

Insomma, una storia lunga, fatta di continui bracci di ferro.

Oggi, però, oltre a queste “concessioni” su Edge, il colosso di Redmond non perde occasione per sbandierare tutta una serie di altri impegni presi nei confronti dell’Europa. Ci raccontano, con un certo entusiasmo, di voler costruire nuove e fiammanti infrastrutture cloud e per l’intelligenza artificiale in ben 16 paesi europei, di voler mettere al sicuro i backup del proprio codice addirittura in Svizzera (scelta interessante, no?) e di voler stringere solide partnership con aziende del nostro continente per garantire la “continuità operativa”, come hanno annunciato con enfasi sul loro blog ufficiale “On the Issues”.

Belle parole, non c’è che dire.

Però, una domanda sorge spontanea:

Questi ingenti investimenti e queste improvvise aperture sono davvero il segnale di un impegno genuino verso l’Europa e i suoi cittadini, o non saranno piuttosto una strategia ben congegnata per rafforzare ulteriormente la propria, già enorme, posizione dominante, magari cercando di ammorbidire i regolatori con promesse di prosperità e innovazione tecnologica?

La verità, diciamocelo, è che queste mosse di Microsoft, per quanto possano sembrare a prima vista un passo avanti per noi utenti europei, lasciano sempre quel persistente retrogusto un po’ amaro.

Siamo di fronte a una reale vittoria della regolamentazione a tutela dei consumatori, o è solo l’ennesima, abile dimostrazione di come questi giganti della tecnologia sappiano adattarsi con incredibile flessibilità, ma solo quando e dove strettamente necessario, senza mai cambiare veramente pelle nel profondo?

Staremo a vedere se questi cambiamenti si riveleranno solo fumo negli occhi o se segneranno l’inizio di un rapporto un po’ più equilibrato e trasparente.

E tu, cosa ne pensi?

Siamo davvero sulla strada di una maggiore libertà digitale, o siamo solo pedine inconsapevoli in un gioco molto più grande di noi?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

2 commenti su “Microsoft e l’Europa: Edge fa un passo indietro… o forse no?”

  1. Lorenzo D’Angelo

    Ciao! Interessante questo articolo! Da studente di informatica, mi chiedo se questo cambiamento forzato porterà a una vera competizione tra browser anche fuori dall’Europa. Speriamo che migliori l’esperienza utente per tutti!

  2. Alessandro Moretti

    Eh, solito discorso. Vero che la burocrazia spesso complica tutto, però senza regole finiremmo nel caos totale. Bisogna trovare un equilibrio, forse semplificando certe procedure, ma senza buttare via tutto.

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