Microsoft e OpenAI: la fine di un amore? Spunta Anthropic in Office

Anita Innocenti

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L’integrazione di Anthropic in Office 365 segna un punto di svolta, con Microsoft che diversifica le sue partnership e punta su modelli AI più performanti per compiti specifici, mettendo in discussione l’esclusività di OpenAI.

Microsoft sta integrando i modelli AI di Anthropic in Office 365, segnando la fine dell'esclusività di OpenAI. Questa mossa strategica nasce da tensioni sulla lealtà di OpenAI, che ha mosso passi indipendenti, e dalla superiore performance di Anthropic in specifici compiti come PowerPoint ed Excel. Si apre una nuova era "multi-modello" nell'intelligenza artificiale.

Microsoft e OpenAI: la fine di un amore? spunta Anthropic in Office

Pensavi che il matrimonio tra Microsoft e OpenAI fosse una favola destinata a durare per sempre?

Beh, forse è il momento di riconsiderare la situazione.

Microsoft, infatti, ha deciso di fare una mossa che sa tanto di “vediamoci anche con altri”: sta per integrare i modelli di intelligenza artificiale di Anthropic, uno dei principali rivali di OpenAI, direttamente nella sua suite Office 365. Diciamocelo, questa non è una semplice aggiunta tecnica, ma un segnale forte e chiaro che l’aria tra i due giganti della tecnologia si è fatta, come dire, un po’ più pesante.

La notizia, riportata da The Information, segna la fine dell’esclusività di cui OpenAI ha goduto finora, piazzando il suo Claude Sonnet 4 nel cuore pulsante di Word, Excel, Outlook e PowerPoint. Fino a ieri partner inseparabili, oggi sembra che Microsoft stia preparando un piano B, o forse un piano A.2.

E il motivo non è difficile da intuire.

Un matrimonio di convenienza che scricchiola

Quando hai investito la bellezza di 13 miliardi di dollari in un partner, ti aspetti un certo grado di lealtà. Eppure, OpenAI ha iniziato a muoversi in direzioni che, a Redmond, devono aver fatto storcere più di un naso. Prima ha lanciato una piattaforma per la ricerca di lavoro, pestando i piedi a LinkedIn (che, guarda caso, è di proprietà di Microsoft). Poi ha iniziato a progettare i propri chip AI in collaborazione con Broadcom, un chiaro tentativo di rendersi indipendente dall’infrastruttura Azure di Microsoft.

Insomma, il partner che doveva essere un alleato strategico sta mostrando i muscoli e un’ambizione che va ben oltre la semplice collaborazione. A questo punto, la mossa di Microsoft di rivolgersi ad Anthropic non sembra più solo una diversificazione, ma una vera e propria risposta strategica. Una mossa che dice: “caro OpenAI, non sei l’unico pesce nel mare”.

Ma è solo una questione di ripicche e strategie di potere?

Non proprio.

C’è di più sotto, e riguarda la qualità del lavoro.

Non solo politica: quando il nuovo arrivato lavora meglio

A quanto pare, la decisione non è nata solo nelle stanze dei bottoni, ma anche “in trincea”, tra gli sviluppatori di Microsoft. Durante i test, si sono accorti di una cosa piuttosto interessante: per certi compiti specifici, i modelli di Anthropic funzionavano semplicemente meglio.

Pare che Claude, il modello di Anthropic, sia un vero mago nel creare presentazioni PowerPoint accattivanti partendo da semplici istruzioni testuali e si muova con più agilità tra le complesse funzioni di Excel.

È un po’ come avere un collaboratore bravissimo a scrivere report, ma che fa un disastro con la grafica.

A un certo punto, ne cerchi uno specializzato.

E la cosa più curiosa, come descritto da TechCrunch, è che per avere questo “specialista”, Microsoft pagherà Amazon Web Services (AWS), il suo più grande rivale nel cloud, visto che Anthropic gira proprio lì.

Questo ti fa capire quanto fosse forte la necessità di trovare un’alternativa performante.

Questa mossa, quindi, non è un semplice cambio di fornitore.

È il segnale che Microsoft sta cambiando le regole del gioco, e forse anche il gioco stesso.

La fine dell’esclusiva: benvenuti nella giungla dei modelli AI

Quello a cui stiamo assistendo è l’inizio di una nuova era: quella del “multi-modello”. L’idea di affidarsi a un’unica intelligenza artificiale “che sa fare tutto” sta lasciando il posto a un approccio più pragmatico, dove si sceglie lo strumento migliore per ogni singolo compito.

Microsoft non sta scaricando OpenAI, ma la sta affiancando ad altri, creando una sorta di “squadra” di intelligenze artificiali. Una strategia che, peraltro, sta già applicando su GitHub Copilot, dove ha integrato modelli di xAI e della stessa Anthropic.

Questo ci dice che il futuro non sarà dominato da un unico re dell’AI, ma da una competizione continua in cui le aziende sceglieranno e mescoleranno le tecnologie più adatte ai loro scopi.

La domanda vera, però, è un’altra: questa frammentazione porterà a strumenti davvero più potenti per noi utenti, o ci ritroveremo a pagare lo stesso prezzo per un servizio che dietro le quinte è solo un collage di tecnologie diverse, assemblate più per convenienza politica che per reale efficacia?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

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