Microsoft e la crescita del 21% nella pubblicità: fuoco di paglia o nuova era?

Anita Innocenti

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La crescita del colosso di Redmond è guidata dall’IA e da Copilot, ma la quota di mercato di Bing resta ancora marginale rispetto a quella di Google

Microsoft annuncia una crescita del 21% nei ricavi pubblicitari per il terzo trimestre consecutivo, trainata dall'intelligenza artificiale integrata in Bing ed Edge. Nonostante il successo, con Copilot che potenzia la ricerca, la quota di mercato di Microsoft rimane esigua rispetto a Google, rendendo la sua accelerazione un notevole, ma ancora limitato, scatto nel competitivo panorama pubblicitario.

Microsoft e la crescita del 21% nella pubblicità: un fuoco di paglia o l’inizio di una nuova era?

Per il terzo trimestre consecutivo, Microsoft sbandiera una crescita del 21% nei ricavi da pubblicità su ricerca e news, al netto dei costi di acquisizione del traffico. Un dato che, a prima vista, sembra raccontare una storia di successo inarrestabile. Satya Nadella, il CEO, parla di una trasformazione guidata dall’IA che attraversa ogni settore.

Ma se guardiamo oltre i titoli dei comunicati stampa, cosa resta di questi numeri?

Stiamo assistendo a una vera rinascita o è solo l’effetto temporaneo di una strategia aggressiva?

La verità è che questo risultato, per quanto notevole, va messo in prospettiva.

Cosa c’è davvero dietro questi numeri?

La spinta principale, inutile girarci intorno, arriva dall’integrazione massiccia dell’intelligenza artificiale, con Copilot che è diventato il fulcro di Bing e del browser Edge.

Pensa a questo:

L’IA non sta solo portando più gente su Bing (alcune analisi, come quelle riportate da WebProNews, parlano di un’utenza quadruplicata), ma sta cambiando il modo in cui gli utenti interagiscono con la ricerca, rendendo le risposte più dirette e, per gli inserzionisti, i click potenzialmente più qualificati.

A questo si aggiunge la crescita costante di Edge nel mondo aziendale e una strategia pubblicitaria che si sta espandendo anche su altri fronti, come LinkedIn, che ora punta dritto al redditizio mercato della Connected TV.

Ma se la tecnologia è il motore, la strategia di Microsoft sembra essere quella di un corridore che, pur partendo molto indietro, ha deciso di fare uno scatto improvviso per farsi notare dal gruppo di testa.

Un’accelerazione che viene da lontano

Questo scatto, però, non è casuale. È il culmine di un’accelerazione iniziata mesi fa. Se guardiamo allo storico, vediamo una crescita che è passata da un modesto 8% a un più solido 12%, fino a stabilizzarsi su questo impressionante 21% per tre trimestri di fila, come descritto nel dettaglio da Search Engine Roundtable.

Il tutto si inserisce in un quadro più ampio dove l’intero segmento Microsoft Cloud, con Azure in testa, continua a macinare ricavi da record. La divisione pubblicitaria, quindi, non è una Cenerentola, ma una pedina sempre più rilevante in un impero che sta scommettendo tutto su cloud e intelligenza artificiale.

Tutto questo è impressionante, senza dubbio.

Ma la domanda che un cliente si farebbe è una sola:

Basta per impensierire davvero il colosso Google?

La vera sfida: da Davide contro Golia a una competizione reale?

Qui le cose si complicano.

Il 21% di Microsoft fa impallidire il 10,4% di crescita registrato da Google nello stesso periodo, come evidenziato da eMarketer. Sembrerebbe una vittoria schiacciante, se non fosse per un piccolo, insignificante dettaglio: la quota di mercato.

Bing, a livello globale, resta un giocatore di nicchia con una fetta della torta che a malapena supera il 3%. È facile crescere a doppia cifra quando si parte da una base così piccola. È la classica storia di Davide che lancia un sasso, ma Golia, per ora, non sembra nemmeno essersene accorto.

La stessa Microsoft, del resto, getta acqua sul fuoco, prevedendo che la crescita futura si normalizzerà su un più modesto “low double digit”, come si legge nel resoconto per gli investitori.

La partita, quindi, è ancora tutta da giocare.

Microsoft ha dimostrato di avere le carte in regola per essere un’alternativa credibile, forse per la prima volta. Ma la strada per trasformare questi exploit trimestrali in una minaccia concreta alla quasi totalità del mercato di Google è ancora lunga e piena di incognite.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

9 commenti su “Microsoft e la crescita del 21% nella pubblicità: fuoco di paglia o nuova era?”

  1. Luciano Gatti

    Un 21% di crescita su una base marginale è solo un’illusione ottica per chi non sa leggere i numeri. L’intelligenza artificiale di Microsoft è un bel giocattolo, ma per scalzare Google serve più che qualche rincorsa da cortile. Il fuoco di paglia, per ora, sembra più probabile.

  2. Riccardo De Luca

    Microsoft fa sul serio. L’IA cambia le carte. Ma Google è un gigante. Vedremo se è un fuoco d’artificio o un incendio vero. La vita è un palco.

    1. Greta Silvestri

      21% è un numero. L’IA tira, ok. Ma Bing resta un nano rispetto a Google. Fuoco di paglia o no, il gioco è ancora lungo. Non fasciamoci la testa.

  3. Patrizia Bellucci

    Il progresso è evidente, ma il vero test sarà mantenere questo slancio a lungo termine. La competizione non dorme mai.

  4. La crescita del 21% è un palcoscenico, ma l’IA è la vera attrice. Google resta il teatro principale; Microsoft sta costruendo un nuovo auditorium.

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