Accordo OpenAI e Thrive Holdings: la trasparenza sacrificata per il potere
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Un meccanismo perverso che aggira i limiti imposti, sposta il potere e i soldi, altera le responsabilità e blinda le decisioni da chiunque voglia mettere il naso nel sistema.
OpenAI ha siglato un controverso "accordo circolare" con Thrive Holdings. L'operazione, mascherata da normale finanza, serve in realtà a consolidare il potere di Sam Altman e ad aggirare la missione no-profit originaria. Questa crescente opacità nella struttura societaria aumenta i rischi per chiunque utilizzi la loro tecnologia, trasformando l'etica in una funzione del profitto e minando la fiducia degli utenti.
Ti ricordi quando ci raccontavano la favola dell’Intelligenza Artificiale sviluppata solo per il bene dell’umanità, senza scopi di lucro?
Bene, tieniti forte perché quella storia sta diventando sempre più un vecchio ricordo sbiadito. Se pensavi che la struttura societaria di OpenAI fosse già un labirinto degno di Escher, preparati a mal di testa, perché Sam Altman e i suoi hanno appena chiuso un altro accordo che definire “creativo” è un eufemismo.
Parliamoci chiaro: qui non stiamo assistendo a una normale evoluzione aziendale, ma a una partita a scacchi giocata con le azioni e le partecipazioni. OpenAI ha orchestrato l’ennesimo “accordo circolare”, questa volta coinvolgendo Thrive Holdings.
In pratica, stanno spostando soldi e potere dalla tasca destra alla tasca sinistra, facendo finta che sia tutto nuovo. Non è solo alta finanza, è ingegneria del controllo allo stato puro, progettata per aggirare i limiti che loro stessi si erano imposti anni fa.
Ma aspetta, perché se pensi che sia solo una questione noiosa di bilanci e percentuali, sei fuori strada.
C’è un dettaglio in questa manovra che cambia completamente le carte in tavola per chiunque si affidi alla loro tecnologia.
La complessità come scudo (o come arma?)
Immagina di voler comprare casa tua, ma invece di comprarla direttamente, acquisti una società che possiede un fondo che ha in affitto la casa.
Ecco, questo è il livello di contorsione a cui siamo arrivati.
Creano queste scatole cinesi non perché amano la burocrazia, ma per diluire le responsabilità mantenendo però un controllo ferreo sulla direzione (e sui profitti). Agli occhi di un cliente o di un investitore distratto sembra tutto scintillante e in crescita, ma sotto il cofano c’è un motore che gira al contrario rispetto alla missione originale.
È un modo elegante per dire “siamo ancora una no-profit” mentre incassano come la più aggressiva delle multinazionali della Silicon Valley.
Stanno costruendo una fortezza di carta e contratti dove diventa impossibile capire chi comanda davvero e chi risponde di cosa.
E il problema vero è che questa opacità non è un bug, è una feature.
Serve a rendere l’azienda intoccabile, impermeabile alle critiche esterne e, soprattutto, a garantire che il flusso di denaro non trovi ostacoli etici lungo il percorso.
E qui casca l’asino, perché questa architettura finanziaria non serve solo a far girare i soldi, ma a blindare qualcuno di molto specifico da qualsiasi futuro colpo di stato interno.
Il vero prezzo del “tutto cambi perché nulla cambi”
Thrive non è un nome nuovo in questo giro, sono i fedelissimi, quelli che c’erano quando le cose si mettevano male. Facendo entrare loro in questa nuova holding con un meccanismo così contorto, Altman e soci si stanno di fatto comprando l’indipendenza da chiunque voglia fargli le pulci in futuro.
Ti ricordi il caos del consiglio di amministrazione dell’anno scorso, vero?
Ecco, questo accordo serve a garantire che una cosa del genere non possa mai più accadere.
Stanno cementando una struttura dove il profitto guida l’etica, e non il contrario.
Se sei un’azienda che sta integrando le loro API nei propri processi, devi farti una domanda scomoda: su che fondamenta sto costruendo il mio business?
Su sabbie mobili finanziarie che rispondono a logiche di potere puramente interne.
Quando la priorità diventa proteggere la governance attraverso questi giochi di prestigio, la qualità del prodotto e la sicurezza degli utenti rischiano di passare in secondo piano, diventando solo merce di scambio per mantenere le valutazioni stellari.
E se pensi che questo non ti tocchi perché “tanto io uso solo ChatGPT per le email”, beh, ho una brutta notizia per te.
Cosa significa questo circo per il tuo business
Significa che la trasparenza è morta e sepolta.
Quando un fornitore chiave diventa così opaco, il rischio si trasferisce direttamente su di te. Non possiamo fidarci ciecamente di chi costruisce labirinti societari per nascondere la provenienza e la destinazione della cassa. Ogni volta che complicano la struttura, stanno alzando un muro tra le loro decisioni e il controllo pubblico.
Dobbiamo essere estremamente scettici.
Non puoi consegnare le chiavi della tua operatività a un unico attore che gioca a Monopoli con le regole scritte da lui stesso, cambiandole ogni volta che un accordo non gli piace.
Monitorare, dubitare e avere sempre un piano B tecnologico non è più un optional, è l’unica strategia che paga.
Perché alla fine della fiera, in questi “accordi circolari”, l’unico che rischia di rimanere col cerino in mano sei tu che paghi l’abbonamento.
