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Contattaci ora →Tra efficienza promessa e dubbi sulla strategia di OpenAI, cosa significa questa partnership per il futuro dei commercialisti e del settore contabile?
OpenAI e Basis hanno stretto una partnership per innovare la contabilità con l'intelligenza artificiale. La collaborazione mira a far risparmiare ai commercialisti fino al 30% del tempo, automatizzando compiti ripetitivi tramite modelli avanzati come GPT-5. Tuttavia, la mossa solleva interrogativi sulla reale motivazione di OpenAI: un reale beneficio per i professionisti o una strategia per sostenere la sua rapida crescita finanziaria?
OpenAI entra nel mondo della contabilità con Basis: promesse di efficienza o un altro colpo da maestro?
OpenAI ha appena stretto la mano a Basis, una startup che promette di rivoluzionare il settore della contabilità. L’annuncio parla chiaro: grazie a questa collaborazione, gli studi di commercialisti potrebbero risparmiare fino al 30% del loro tempo, automatizzando compiti ripetitivi per concentrarsi su attività di consulenza a più alto valore.
Sulla carta, sembra una di quelle notizie che cambiano le regole del gioco.
La startup, infatti, utilizza i modelli più avanzati di OpenAI, inclusi o3 e GPT-5, per creare agenti di intelligenza artificiale addestrati a gestire il lavoro contabile.
Ma, come sempre, quando un colosso come OpenAI fa una mossa, è lecito chiedersi dove sia il trucco.
Stiamo davvero assistendo a un’evoluzione pensata per i professionisti, o è solo un’altra mossa strategica per espandere il proprio dominio?
Ma cosa fa davvero Basis, al di là del marketing?
L’idea di Basis è semplice quanto potente: prendere i motori più potenti di OpenAI e addestrarli a fare il “lavoro sporco” dei commercialisti.
Parliamo di riconciliazioni, registrazioni contabili, riepiloghi finanziari; tutte quelle attività che portano via ore preziose.
Secondo Mitchell Troyanovsky, co-fondatore di Basis, ogni nuovo modello di OpenAI permette ai loro agenti di diventare più bravi e autonomi, sbloccando flussi di lavoro sempre più complessi, come riportato sul sito ufficiale di OpenAI.
In pratica, invece di avere un software che invecchia, hai un sistema che migliora da solo col tempo.
Il concetto è affascinante, non c’è che dire.
Un sistema che si auto-migliora, diventando sempre più efficiente.
Ma se la tecnologia è così efficace, perché OpenAI non se l’è tenuta per sé, applicandola solo internamente?
La risposta è più complessa di quanto pensi e rivela molto sulla strategia della casa madre.
OpenAI: prima la pratica, poi il business. O è il contrario?
Qui la storia si fa interessante. Prima di vendere la soluzione al mondo, OpenAI se l’è cucita addosso. Già nel 2023, come descritto in un’analisi di Rippling, l’azienda ha dovuto affrontare una crescita esplosiva dei propri conti interni, passando da zero a 400 milioni di utenti settimanali. La loro ex-controller, Sowmya Ranganathan, ha guidato una trasformazione interna per automatizzare quasi completamente la contabilità, creando un sistema “touchless” che gestisce dati e riconciliazioni in tempo reale.
In pratica, hanno usato se stessi come primo, e più esigente, cliente.
Questa mossa, però, non è solo un vanto tecnologico. Arriva in un momento in cui, nonostante le proiezioni di fatturato da capogiro (si parla di 11 miliardi di dollari per il 2025), OpenAI brucia una quantità enorme di denaro e deve dimostrare di poter essere sostenibile. La pressione per monetizzare la propria tecnologia è altissima.
La domanda, quindi, sorge spontanea:
questa spinta verso l’automazione è un reale beneficio offerto ai professionisti o serve principalmente a finanziare un gigante che, dietro la facciata dell’innovazione, lotta per tenere i conti in ordine?
L’automazione contabile è il futuro, ma a quale prezzo?
Che l’IA stia trasformando la contabilità non è una novità. Esperti del settore, come quelli di TaxBit, sottolineano come questi strumenti non si limitino a eseguire compiti, ma riconoscano schemi e pattern per automatizzare interi processi, liberando tempo e risorse.
Il punto, quindi, non è più se l’IA prenderà il posto delle mansioni ripetitive, ma come i professionisti sapranno trasformare il tempo risparmiato in vero valore aggiunto per i loro clienti.
Diventare consulenti strategici, analisti, partner di crescita.
La partnership tra OpenAI e Basis è l’emblema di questa trasformazione. Ma lascia anche un dubbio di fondo.
In un mondo dove la tecnologia contabile diventa sempre più dipendente dai modelli di una singola, potentissima azienda, chi detiene davvero il potere?
Resta da vedere se questa rivoluzione creerà più opportunità di quante ne distruggerà, o se alla fine il conto lo pagheranno, come a volte accade, proprio i professionisti che si troveranno a dipendere da un unico, dominante fornitore.
Chissà se questi nuovi strumenti libereranno i commercialisti o li renderanno solo schiavi di algoritmi. Vedremo che succederà.
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IA in contabilità? Un’arma a doppio taglio. Se libera tempo per cose più umane, benissimo. Altrimenti, solo un altro cavallo di Troia.
Mah, fiducia zero. 🙄 Già mi immagino i dati nostri finire nelle loro mani. 🤖 Poi chi paga il conto? 💸