Le regole del digitale stanno cambiando.
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Contattaci ora →Una strategia di OpenAI che punta a ridefinire il mercato, con un occhio alle nuove abitudini di acquisto dei consumatori e un impatto significativo sulla SEO tradizionale.
L'utilizzo di ChatGPT per lo shopping è esploso, trasformando la piattaforma in un consulente. OpenAI ha potenziato le sue funzionalità ad aprile, influenzando abitudini e strategie. I dati mostrano un aumento significativo nell'uso e nelle ricerche commerciali, mettendo in discussione la SEO tradizionale e costringendo i brand a riconsiderare la loro presenza online.
Lo shopping su ChatGPT sta esplodendo, ma a quale prezzo?
Sembra che OpenAI abbia deciso di fare sul serio, e se pensavi che la ricerca di prodotti fosse ancora un’esclusiva di Google, preparati a rivedere le tue convinzioni.
Negli ultimi mesi, l’utilizzo di ChatGPT per scopi commerciali è letteralmente decollato, trasformando la piattaforma da semplice assistente testuale a un vero e proprio consulente per gli acquisti. I dati, quelli veri, mostrano una tendenza che non può più essere ignorata e che sta già cambiando le abitudini di milioni di consumatori.
Questo cambiamento, però, non è nato dal nulla.
C’è una mossa ben precisa dietro a questa impennata, una strategia che OpenAI ha messo in campo per attaccare direttamente il mercato della ricerca e dell’e-commerce.
L’aggiornamento che ha cambiato le regole del gioco
Tutto è partito lo scorso aprile, quando OpenAI ha potenziato le capacità di ricerca di ChatGPT con funzionalità pensate apposta per lo shopping. Come descritto su TechCrunch, non si tratta di un semplice ritocco: ora l’IA può fornire consigli su prodotti specifici, mostrare immagini, riassumere recensioni e, soprattutto, offrire link diretti per l’acquisto.
Categorie come moda, bellezza, casa ed elettronica sono finite subito nel mirino. E mentre l’azienda dichiara oltre un miliardo di ricerche web a settimana sulla sua piattaforma, la domanda sorge spontanea:
quanto è trasparente questo nuovo “consulente”?
Per ora, dicono, non ci sono annunci a pagamento. Sam Altman, però, che in passato si era mostrato contrario alla pubblicità, oggi apre a modelli “discreti”.
Una porta che, una volta aperta, difficilmente si richiude.
E mentre OpenAI ridisegna le regole, chi lavora sul campo e misura i risultati giorno per giorno ha già visto gli effetti di questa manovra.
Gli utenti non stanno solo giocando con l’IA, la stanno usando per decidere come spendere i propri soldi.
I numeri non mentono: la SEO tradizionale è in discussione
I dati parlano chiaro e confermano la portata del fenomeno. Un report di Bain & Company ha rivelato che l’uso di ChatGPT è cresciuto di quasi il 70% nella prima metà del 2025, ma il dato più impressionante è un altro: le ricerche legate allo shopping sono raddoppiate, passando dal 7,8% al 9,8% del totale. In pratica, quasi una ricerca su dieci su ChatGPT oggi riguarda l’acquisto di qualcosa.
Questo significa che le vecchie regole della SEO, quelle su cui magari hai costruito le tue strategie per anni, potrebbero non bastare più. Figure esperte come il consulente SEO Brodie Clark, che lavora con grandi e-commerce, stanno già analizzando come questo stia cambiando il modo in cui i brand devono farsi trovare online.
L’ottimizzazione non è più solo per Google (SEO), ma anche per le risposte generate dall’intelligenza artificiale (AIO o GEO).
Un cambio di paradigma che sta costringendo tutti a rimettere in discussione le proprie certezze, perché i clienti stanno già cercando altrove.
Ma dai, uno fa ricerche e ti ritrovi a comprare roba senza neanche accorgertene? Mi pare una bella fregatura per la privacy, altro che comodità. E poi, chi controlla se questi “consigli” sono obiettivi o pagati?
Renato, la comodità ha sempre un costo, non credi? Se poi i consigli sono davvero disinteressati, questo è tutto da dimostrare. La trasparenza, quella vera, sembra sempre più rara.
Certo che sta esplodendo, è un passo naturale per la tecnologia. Mi chiedo solo se questo cambierà il modo in cui ci fidiamo delle recensioni.
Ovvio che esploda, è la logica evoluzione del commercio online. La SEO tradizionale era già in agonia, ora è morta. Chi non capisce questo, è semplicemente fuori dal tempo.
Questa trasformazione dello shopping solleva interrogativi sull’autenticità delle raccomandazioni. Mi chiedo se la convenienza possa portare a scelte meno consapevoli, guidate dall’algoritmo piuttosto che da una reale analisi delle necessità.
Ma certo che sta esplodendo, vendere è sempre il motore di tutto. La vera questione è chi ci guadagna davvero.
La vera domanda è: chi controllerà le informazioni che plasmano le nostre scelte di acquisto? Il potere si sposta, e non sempre verso chi ha a cuore il consumatore.
Ma che bello, ora anche per comprare dobbiamo chiedere a un robot? Mi sembra una bella comodità per chi non ha voglia di pensare, ma poi chi ci assicura che le proposte siano davvero le migliori e non solo quelle che fanno guadagnare di più chi sta dall’altra parte? Forse siamo solo più facili da manipolare.
Sprezzante.
Il solito giochetto di OpenAI: promettere il futuro per vendere il presente. La SEO è già morta, ora ci tocca pure lo shopping guidato dall’algoritmo. Chi ci guadagna davvero, mi domando.
Certo che sta esplodendo, mica potevano lasciar perdere un mercato così. La SEO tradizionale è destinata a fare la fine dei dinosauri, come sempre quando emerge una novità. Vedremo quanto durerà questa mania, poi si passerà ad altro.
Ma davvero pensavate che ci saremmo fermati alle solite ricerche online? ChatGPT ci offre una nuova via, certo, ma i dati? Quei numeri che mostrano l’esplosione delle vendite, quanto costano alla nostra privacy? Mi chiedo se siamo davvero pronti per questo cambiamento.
La crescita dello shopping tramite ChatGPT è notevole. Mi chiedo se questa evoluzione non finirà per snaturare l’interazione con l’AI, trasformandola solo in un tramite commerciale. Non sono del tutto convinta della direzione che stiamo prendendo.