OpenAI: ricercatore AI autonomo entro il 2028 e la mega-ristrutturazione per la superintelligenza

Anita Innocenti

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OpenAI punta a un ricercatore AI autonomo entro il 2028, ma la vera sfida è la superintelligenza e il controllo di un potere inaudito.

OpenAI mira a un ricercatore AI autonomo entro il 2028, sostenuto da una colossale ristrutturazione aziendale e una raccolta fondi da 1.400 miliardi di dollari. Questa corsa verso la superintelligenza solleva dubbi legittimi: è per il progresso umano o la più grande scommessa economica dell'epoca, con la governance ancora incerta?

La vera mossa: una ristrutturazione da capogiro

Ecco dove il quadro si fa davvero interessante.

In parallelo a questo annuncio, OpenAI ha completato la sua trasformazione in una “public benefit corporation”. Diciamocelo, dietro questo nome altisonante si nasconde una mossa strategica potentissima: rimuovere i limiti di finanziamento che imbrigliavano l’azienda e aprire le porte a una raccolta capitali senza precedenti.

I numeri di cui si parla sono sbalorditivi.

Come descritto da TechCrunch, l’obiettivo è mobilitare un capitale totale di 1.400 miliardi di dollari e costruire un’infrastruttura energetica da 30 gigawatt. Per darti un’idea, è una quantità di energia sufficiente ad alimentare decine di milioni di case.

Questa fame di risorse non è casuale.

La strategia di OpenAI, come spiegato da Pachocki, si basa su due pilastri: innovazione algoritmica e un aumento esponenziale del “test time compute”, ovvero la potenza di calcolo dedicata a un singolo problema. L’idea è che, per risolvere questioni scientifiche complesse, valga la pena dedicare interi data center a “far pensare” il modello per ore o giorni.

Un cambio di paradigma totale, che trasforma la potenza di calcolo da risorsa per l’addestramento a strumento per la riflessione profonda.

E questo, ovviamente, ha un costo esorbitante.

Ma raccogliere una montagna di soldi è solo metà della storia.

La vera domanda è: qual è l’obiettivo finale di tutta questa potenza?

L’obiettivo è la superintelligenza, ma chi tiene le redini?

La creazione di un ricercatore AI è solo una tappa intermedia. L’orizzonte a cui punta OpenAI, senza troppi giri di parole, è la superintelligenza: sistemi che superano le capacità umane nella maggior parte delle attività di valore economico.

Secondo Pachocki, potremmo essere a meno di un decennio da questo traguardo.

Una prospettiva che è tanto affascinante quanto inquietante.

E qui entra in gioco la governance. Con la nuova struttura, una fondazione non-profit, la OpenAI Foundation, mantiene il 26% della proprietà e il compito di supervisionare la ricerca e la sicurezza.

Ma basta davvero una fondazione con una quota di minoranza per garantire che un colosso for-profit, spinto da una logica di mercato e da investimenti miliardari, agisca davvero per il “beneficio pubblico”?

Il dubbio è più che legittimo.

Mentre Altman e soci ci presentano un futuro di scoperte scientifiche accelerate, la sensazione è che si stia costruendo una macchina di una potenza inaudita, il cui controllo reale resta un’incognita.

La domanda che rimane sospesa è se questa corsa verso l’ignoto sia guidata da un genuino desiderio di progresso per l’umanità o se, dietro la facciata del bene comune, si nasconda semplicemente la più grande scommessa tecnologica ed economica della nostra epoca.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

7 commenti su “OpenAI: ricercatore AI autonomo entro il 2028 e la mega-ristrutturazione per la superintelligenza”

  1. Riccardo De Luca

    Raga, ‘sta roba di OpenAI è un salto nel buio. Superintelligenza? Ok, ma il prezzo? Speriamo non ci costi la pelle.

  2. Claudio Ruggiero

    Un ricercatore AI autonomo entro il 2028? 🤔 Sembra più una favola moderna che una realtà, con questa ristrutturazione che odora di mega-affare finanziario. 💰 Speriamo solo che il progresso umano non diventi una nota a piè di pagina. 🤷‍♂️

  3. L’idea di un ricercatore AI autonomo entro il 2028 suona come una fiaba, ma dietro la facciata del progresso si cela una mossa finanziaria audace. Mi chiedo quanto di questo slancio sia dettato da un vero desiderio di avanti e quanto invece da un occhio al profitto.

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