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Contattaci ora →Il rinvio del modello “aperto” solleva interrogativi sulla trasparenza e sulle reali intenzioni di OpenAI, mentre la concorrenza incalza con nuove soluzioni open source.
OpenAI ha annunciato un ritardo nel rilascio del suo nuovo modello AI "Open", posticipandolo da primavera a fine estate 2025. La motivazione ufficiale è una "scoperta inattesa". Questo slittamento avviene in un contesto di forte concorrenza (DeepSeek, Mistral) e solleva interrogativi sulla reale trasparenza dell'approccio "open-weights" e sulla strategia di OpenAI.
OpenAI preme il tasto pausa: dietro le quinte del rinvio del nuovo modello AI “Open”
Proprio quando pensavi di mettere le mani sul nuovo modello “aperto” di OpenAI, ecco che Sam Altman, il gran capo, decide di tirare il freno a mano.
Altman lo ha annunciato, un po’ all’improvviso su X il 10 giugno 2025: “il rilascio slitta da questa primavera a fine estate”, ha scritto.
La motivazione ufficiale?
Pare che il team di ricerca abbia fatto una scoperta talmente “inaspettata e sorprendente” da richiedere più tempo per integrarla. Altman giura che questa attesa “varrà davvero la pena”, come riportato su TechCrunch.
Ma dimmelo tu, quando un colosso come OpenAI parla di “progressi inattesi”, dobbiamo crederci sulla parola o c’è dell’altro che bolle sotto?
Sarà davvero una rivoluzione tecnologica o una mossa calcolata per non farsi trovare impreparati di fronte a una concorrenza che non dorme affatto?
E mentre OpenAI ci chiede di portare pazienza, il resto del mondo dell’intelligenza artificiale non sta certo con le mani in mano, anzi…
Una corsa contro il tempo (e la concorrenza)
Devi sapere che il campo di battaglia dell’IA è più affollato di un concerto rock.
Da una parte abbiamo i cinesi di DeepSeek, che con il loro modello R1 stanno dettando legge sulle capacità di ragionamento “open source”, e dall’altra i francesi di Mistral, che hanno appena lanciato la serie Magistral.
Capisci bene che OpenAI non può permettersi di presentare un prodotto che non sia all’altezza, se non superiore.
L’obiettivo, non dichiarato ma piuttosto ovvio, è che questo nuovo modello eguagli, se non superi, le performance di ragionamento del loro gioiellino chiuso, GPT-4o.
Questa mossa rappresenta anche un tentativo di OpenAI di riavvicinarsi alla comunità open source, dopo che lo stesso Altman aveva ammesso, con una certa onestà bisogna dire, di essere stato “dalla parte sbagliata della storia” riguardo l’apertura nello sviluppo dell’IA, un cambio di rotta analizzato anche su NewsBytesApp.
Stanno cercando di riguadagnare la fiducia persa quando hanno iniziato a chiudere i loro modelli più avanzati.
Ma attenzione,
perché quando OpenAI usa la parola “aperto”, è sempre bene leggere tra le righe e capire cosa intendono davvero…
“Open-weights”: trasparenza reale o parziale concessione?
Qui casca l’asino, o meglio, qui si capisce la strategia.
Non si tratterà di un modello “open-source” nel senso più puro del termine, quello che ti permette di smontarlo e rimontarlo come un set di Lego.
No, sarà un modello “open-weights”.
Cosa significa in soldoni?
Che OpenAI rilascerà i parametri del modello già addestrato, permettendoti di usarlo e di fare un po’ di “fine-tuning” (cioè adattarlo leggermente ai tuoi scopi).
Però, scordati di accedere al dataset di addestramento originale o all’architettura completa del modello, quelli restano segreti industriali.
In pratica, ti danno le chiavi della macchina, ma il motore non lo puoi toccare più di tanto e men che meno costruirne uno uguale. Una mossa che lascia un po’ l’amaro in bocca a chi sperava in una vera apertura.
Certo, si vocifera di funzionalità interessanti, come una possibile integrazione cloud per gestire interrogazioni complesse, ma la domanda sorge spontanea:
È questa la trasparenza che la comunità degli sviluppatori si aspettava?
Oppure è un contentino per placare gli animi e mantenere comunque il controllo?
Sam Altman, d’altronde, è un imprenditore che ha sempre dimostrato una notevole abilità strategica, fin dai tempi della sua prima startup Loopt e della guida di Y Combinator, come ben documentato da SentiSight.ai. Questo ritardo e questo approccio “semi-aperto” potrebbero essere l’ennesima mossa di un gioco molto più grande, dove si cerca di bilanciare innovazione, aspettative del pubblico e, non dimentichiamolo mai, gli interessi commerciali di un’azienda valutata miliardi.
Resta da vedere se questa attesa sarà davvero ripagata con qualcosa di straordinario o se, alla fine, ci ritroveremo con un prodotto valido, sì, ma che non sposta poi così tanto gli equilibri di potere nel mercato dell’IA.
Tu cosa ne pensi?
Fine estate 2025? Troppo! Spero che la “scoperta inattesa” porti benefici reali, altrimenti è solo fumo negli occhi.
Uhm, “scoperta inattesa”… suona un po’ come quando rimandi un compito perché “il cane ha mangiato i compiti”. Vedremo se l’attesa sarà ripagata. La concorrenza non dorme!
Mah, puzza di bruciato. Forse non sono così “open” come vogliono far credere. Vedremo.
Mossa interessante. “Scoperta inattesa” mi sa tanto di scusa. Forse non sono ancora pronti a competere con gli altri modelli open source, o magari stanno cercando di capire come monetizzare meglio la cosa. Vedremo cosa succederà.