OpenAI Sora: successo fulmineo, ambizioni social e i dilemmi dei deepfake

Anita Innocenti

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Un’app di successo grazie all’AI, ma con un modello che solleva dubbi etici e potenziali rischi per la sicurezza digitale

L'app Sora di OpenAI è schizzata al terzo posto sull'App Store USA con 164.000 download in 48 ore, nonostante l'accesso su invito. Questa piattaforma, configuratasi come social network stile TikTok con funzionalità 'cameo', solleva gravi dilemmi etici riguardo deepfake e privacy dei dati biometrici. Il suo successo interroga le ambizioni di OpenAI e la necessità di una futura regolamentazione.

Una partenza da record, ma con un trucco?

Mettiamo le cose in prospettiva. Il primo giorno, Sora ha totalizzato 56.000 download, eguagliando il lancio di Grok di xAI e surclassando pesantemente concorrenti come Claude di Anthropic (appena 21.000) e Copilot di Microsoft (un misero 7.000). Certo, non ha raggiunto gli 81.000 download di ChatGPT al suo debutto, ma non dimentichiamoci un dettaglio fondamentale: Sora al momento è disponibile solo negli Stati Uniti e in Canada, e solo per chi riceve un invito.

Viene da chiedersi cosa succederebbe se aprissero le porte a tutti.

Probabilmente vedremmo numeri simili a quelli di ChatGPT.

La vera domanda però è un’altra: questo successo è frutto di una tecnologia davvero rivoluzionaria o è l’ennesima mossa di marketing geniale di un colosso che sa come creare hype?

Perché, diciamocelo, OpenAI non sta semplicemente lanciando un’altra app di produttività.

La sua ambizione è molto, molto più grande.

E la direzione che hanno preso sta già creando qualche malumore interno, come riportato da TechCrunch, con alcuni dipendenti che si chiedono se l’azienda non dovrebbe concentrarsi su “problemi più grandi per l’umanità” invece di inseguire il mercato dei social.

Più che un’app, un clone di TikTok potenziato dall’IA

Dietro Sora non c’è solo la capacità di generare video da un testo. C’è il nuovo modello Sora 2, che promette un realismo fisico maggiore.

In pratica, se prima l’IA, per accontentarti, avrebbe fatto “teletrasportare” una palla da basket nel canestro dopo un tiro sbagliato, ora ti mostra un rimbalzo credibile sul tabellone.

Ma la vera novità, quella che cambia le carte in tavola, è che Sora non è uno strumento, è una piattaforma social. Un feed algoritmico in stile TikTok in cui gli utenti condividono i loro video generati dall’IA.

E qui le cose si fanno interessanti, e forse un po’ inquietanti.

OpenAI ha introdotto una funzione chiamata “cameo”, che ti permette di inserire te stesso nelle scene generate dall’IA. Basta caricare un video e un audio di verifica una tantum per creare un tuo avatar digitale, che potrai poi condividere con gli amici per creare video collaborativi.

In pratica, stai cedendo la tua immagine e la tua voce a un’intelligenza artificiale, dandole in pasto i tuoi dati biometrici.

Un social network dove chiunque può creare video realistici, potenzialmente con il volto e la voce di altre persone.

Ti suona come una buona idea?

Perché, ammettiamolo, i rischi sono enormi.

La grande scommessa di OpenAI: tra monetizzazione e dilemmi etici

La strategia di OpenAI sembra chiara: lanciare l’app gratuitamente per incoraggiare la massima adozione e poi, come descritto da TechCrunch, iniziare a far pagare per generare video extra nei momenti di picco.

Un modello di business che funziona, ma che apre voragini sul piano etico.

Certo, puoi revocare l’accesso al tuo “cameo” in qualsiasi momento, ma cosa succede se un amico a cui hai dato il permesso usa la tua immagine per creare contenuti ingannevoli o dannosi?

Siamo di fronte a un problema gigantesco, quello dei video deepfake non consensuali, e al momento ci sono pochissime leggi che definiscono chiaramente le responsabilità delle piattaforme. OpenAI sta scommettendo forte, forse troppo, sulla capacità degli utenti di autoregolamentarsi.

Ma stiamo davvero barattando la nostra sicurezza digitale per la possibilità di creare video divertenti?

Il successo di Sora dimostra che il mercato è pronto per questi strumenti, ma non è affatto chiaro se lo siamo anche noi come società. Questa mossa potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per l’IA, non più relegata a compiti di lavoro ma integrata nel tessuto della nostra creatività e delle nostre relazioni sociali.

La domanda è: a quale prezzo?

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

24 commenti su “OpenAI Sora: successo fulmineo, ambizioni social e i dilemmi dei deepfake”

  1. Luciano D’Angelo

    Capisco il fascino del successo rapido, ma dietro numeri simili sorgono sempre interrogativi sulla sostenibilità. L’idea che la realtà possa essere così facilmente manipolata mi lascia perplesso. Speriamo che chi crea queste cose pensi anche alle conseguenze a lungo termine.

  2. Patetico. Un’app che genera video deepfake con facilità, e la gente la scarica come fosse la novità del secolo. Il vero problema non sono i download, ma la manipolazione che permette. Mi chiedo quanto ci metteremo a distinguere la realtà dalla finzione generata da queste macchine.

  3. Certo, un successo “fulmineo” tra quelli che cadono nella rete del solito TikTok-clone potenziato dall’AI. Speriamo solo che i nostri volti non finiscano per diventare avatar di default per qualcun altro.

    1. Eva Testa, “fulmineo” è la parola giusta, visto che l’AI crea contenuti a velocità supersonica. Chissà se anche i dubbi etici viaggeranno alla stessa velocità, o resteranno indietro.

      1. Certo, un successo “fulmineo” tra quelli che cadono nella rete del solito TikTok-clone potenziato dall’AI. Ma poi, chi ci casca davvero?

        1. Successo fulmineo” per Sora? Mah, se per successo intendiamo una pioggia di download su un’app che assomiglia a mille altre, allora sì. Però, mi chiedo: dopo l’entusiasmo iniziale per il video, rimarrà qualcosa di più che un divertente specchietto per le allodole, con tutti i problemi annessi?

    2. Riccardo Cattaneo

      Eva Testa, il successo di download non mi convince. La questione è se questa tecnologia, anche con intenzioni apparentemente innocue, non apra la porta a usi impropri difficili da controllare. Siamo sicuri di voler delegare la nostra immagine a un algoritmo?

  4. Giorgio Martinelli

    Sora fa boom, ma la vera sfida è mantenere la fiducia quando la finzione diventa indistinguibile dal vero.

  5. Luciano Fiore

    Successo effimero, temo. Vendono illusioni facili con l’IA, ma poi chi pagherà il conto dei deepfake? L’etica, per molti, è un optional.

    1. Luciano Fiore, il conto dei deepfake lo pagheremo tutti, quando la realtà sarà un optional. Chi ha fretta di creare il futuro, si assicuri di non distruggere il presente.

      1. Luciano Fiore

        Eva Fontana, se la realtà diventa opzionale, significa che abbiamo già perso. Questa corsa all’IA senza freni etici è una scommessa con l’ignoto. Non pensate che sia ora di chiedersi cosa stiamo costruendo veramente?

        1. Ma davvero pensiamo che scaricare un’app sia un successo? La vera sfida è capire se chi crea queste cose pensi alle conseguenze, o solo a macinare download.

  6. Giuseppina Negri

    Altro prodotto che cavalca l’onda dell’IA, poi piangeranno. Chi si fida di un algoritmo per le immagini? Ridicolo.

  7. Walter Benedetti

    Mah, questo Sora vola sulle ali dell’entusiasmo. Un successo che fa rumore, ma le ombre dei deepfake sono lunghe. Ci stiamo davvero accorgendo di ciò che stiamo creando?

    1. Nicola Caprioli

      Il trucco c’è, eccome. Scaricano a manetta un giocattolo che promette facili illusioni, senza pensare alle conseguenze. Stiamo costruendo la nostra stessa trappola digitale.

  8. Benissimo, altri download, altro “social” che promette scintille. Ma i pirla che ci cascano con i deepfake e la privacy in svendita, quelli li contiamo? Pare che la sicurezza digitale sia un optional su questo treno ad alta velocità. C’è da chiedersi quando qualcuno si fermerà a controllare le rotaie.

    1. Nicola Caprioli

      Sora fila come un treno, ma l’apparenza inganna. Si crea un mostro digitale, poi si discute di chi lo domerà. Siamo seri?

    2. Nicola Caprioli

      Eva, certo che li contiamo, ma forse sono quelli che pagano il biglietto e poi si lamentano del viaggio. Questo Sora sembra il cugino rumoroso di TikTok, pronto a sfornare video e problemi. Speriamo solo che chi ci finisce dentro abbia un buon avvocato, per le foto che gli compariranno ovunque.

  9. Paolo Pugliese

    Il successo di Sora è notevole, ma le implicazioni sui deepfake meritano riflessione. Come possiamo garantire l’autenticità dei contenuti nell’era dell’AI generativa?

    1. Giovanni Battaglia

      Caro Paolo, hai sollevato un punto giusto. La rapidità con cui Sora ha conquistato le classifiche è sbalorditiva, ma il rischio di un uso improprio per i deepfake è una preoccupazione reale. Mi chiedo se la tecnologia di generazione sia più veloce di quella di rilevamento.

      1. Paolo Pugliese

        È innegabile che il successo di Sora sia notevole, segno che il mercato è pronto per queste nuove forme di espressione. Tuttavia, il lato oscuro dei deepfake è una minaccia che non possiamo ignorare. Ci vorrebbe un qualche meccanismo per distinguere il vero dal falso, non trovi?

  10. Altri download, ma la sicurezza dei dati dove è finita? Sempre la solita fretta a lanciare, e poi piagnistei sulla regolamentazione.

    1. Francesco Messina

      ‘Sto Sora di OpenAI fa numeri, certo. Ma il problema non sono i download, è quello che ci fai. Deepfake e privacy sono un bel guaio, e correre così senza pensare alle conseguenze mi sembra da incoscienti. Non mi fido di chi promette la luna e poi lascia le macerie.

  11. Simone Ferretti

    Capisco il successo, ma mi perplime come certa tecnologia possa diffondersi così in fretta senza un reale dibattito sui risvolti. Chissà se qualcuno si preoccupa davvero delle conseguenze a lungo termine, oltre all’apparenza di un trionfo immediato.

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