Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →
Perplexity AI svela un sistema open-source che permette di far girare modelli IA giganti su hardware standard di Amazon, aprendo nuove prospettive economiche e sfidando il dominio di NVIDIA.
Perplexity AI scuote il settore IA: dimostra che modelli giganti possono girare su hardware AWS più economico con software open-source. Questa innovazione aggira i limiti di rete, sfidando il monopolio di NVIDIA e rendendo l'IA avanzata accessibile a molte più aziende. Un colpo per il dominio hardware proprietario, un'opportunità per AWS.
Perplexity sgambetta NVIDIA? ora le IA giganti girano anche su hardware ‘vecchio’
Diciamocelo, far girare le intelligenze artificiali di ultima generazione, quelle con un trilione di parametri, costa un occhio della testa.
Il motivo? Richiedono una potenza di calcolo mostruosa, che finora sembrava essere un’esclusiva delle costosissime e quasi introvabili GPU di NVIDIA, collegate tra loro da una rete altrettanto proprietaria e performante.
Chiunque volesse giocare nel campionato dei grandi doveva passare da loro, senza se e senza ma.
Almeno, fino a ieri.
Perché Perplexity AI, una delle realtà più interessanti nel campo della ricerca sull’IA, ha appena sganciato una bomba: ha sviluppato e reso open-source un sistema per far funzionare questi modelli colossali sull’infrastruttura standard di Amazon Web Services (AWS), usando hardware decisamente più datato ed economico, come scrive The Register.
Una mossa che potrebbe rimescolare le carte in tavola in un mercato dominato da un unico gigante.
Ma come ci sono riusciti, se l’infrastruttura di Amazon è notoriamente meno performante di quella costruita su misura da NVIDIA?
Il vero collo di bottiglia? la rete.
Per capirci, il problema non sono tanto le GPU in sé, quanto il modo in cui comunicano tra loro. Quando un modello enorme viene distribuito su più macchine, i dati devono viaggiare da una GPU all’altra in modo fulmineo.
NVIDIA ha la sua autostrada privata, chiamata NVLink, che è velocissima e permette alle GPU di parlarsi direttamente. AWS, invece, usa una tecnologia più generica, la Elastic Fabric Adapter (EFA), che per quanto buona, ha un limite enorme: costringe i dati a fare una deviazione passando dalla CPU del computer.
È come obbligare le auto in autostrada a uscire a ogni casello per poi rientrare subito dopo.
Un rallentamento pazzesco.
Questo limite tecnico ha, di fatto, creato un monopolio. Se volevi performance, dovevi comprare il pacchetto completo di NVIDIA. Una situazione che sembrava senza via d’uscita e che ha permesso a NVIDIA di dettare legge sui prezzi e sulle forniture.
Almeno fino ad ora.
La ‘magia’ del software che scavalca i limiti hardware
Qui arriva il colpo di genio di Perplexity. Invece di lamentarsi dell’hardware, hanno deciso di aggirare il problema con il software. Come riportato da The Register, il team di Perplexity ha creato dei “kernel” ottimizzati, ovvero delle routine software scritte su misura che insegnano alle GPU a comunicare in modo più intelligente attraverso la rete di AWS, minimizzando il passaggio dalla CPU e riducendo drasticamente i tempi morti.
In pratica, hanno trovato un modo per far scorrere il traffico in modo più fluido sulla “strada provinciale” di Amazon, ottenendo prestazioni che, se non eguagliano l’autostrada di NVIDIA, ci si avvicinano abbastanza da rendere l’alternativa economicamente vantaggiosissima. Hanno testato il tutto su modelli giganteschi come DeepSeek V3 e Kimi K2, dimostrando che la cosa funziona, e funziona bene.
Bello, vero?
Ma la vera domanda è un’altra: chi trema davvero di fronte a questa notizia?
NVIDIA trema? Forse. AWS sorride? Sicuramente.
La mossa di Perplexity è tutt’altro che ingenua. Rilasciando questo software come open-source, non solo si posizionano come innovatori, ma lanciano un sasso bello grosso nello stagno di NVIDIA.
All’improvviso, migliaia di aziende che già usano AWS possono pensare di sfruttare hardware che già possiedono o che possono noleggiare a costi inferiori per far girare modelli IA all’avanguardia. Per Amazon è una manna dal cielo: la sua piattaforma cloud diventa di colpo molto più competitiva nel campo dell’IA di fascia alta, senza aver dovuto investire un euro in nuovo hardware.
Significa che il dominio di NVIDIA è finito?
Calma.
Per le performance assolute, il loro ecosistema hardware-software resta probabilmente imbattuto. Ma questa mossa apre una crepa nel muro. Dimostra che la supremazia non si basa solo sulla potenza del silicio, ma anche sull’intelligenza del software.
E solleva un dubbio legittimo: per quanto tempo ancora un’unica azienda potrà tenere in scacco un intero settore con hardware proprietario, quando la community open-source dimostra di poter trovare alternative più che valide? La partita, improvvisamente, si è fatta molto più interessante.

Ma guarda un po’! L’IA gigantona su hardware “normale”. NVIDIA trema?
Ma dai, Perplexity che sgambetta NVIDIA? ‘Sta roba open-source che fa girare le IA su roba standard… mi sembra un po’ un miracolo, non trovate?
Ottimo, NVIDIA si prepara a fare un bel respiro. 😅
Ma guarda un po’. Sembra che qualcuno stia giocando con i giocattoli di NVIDIA, eh? Vedremo quanto durerà questa “democratizzazione” dell’IA prima che i giganti trovino un modo per bloccare anche questo. Scommettiamo?
Ma che sorpresa, un’altra novità nell’universo dell’IA. Chissà se questo giochino open-source reggerà davvero al confronto.
Ma certo, un altro trucchetto per bypassare i prezzi gonfiati. Chissà se funzionerà.
Un raggio di luce, questa svolta open-source. Il gigante NVIDIA trema un po’, come una nave che incontra uno scoglio inatteso. Ma è davvero un faro nella notte, o solo un miraggio?
Un approccio ragionato che riduce le barriere d’ingresso. La democratizzazione dell’IA è una tappa necessaria.
Ma guarda te. Open-source su hardware “normale”. Chi l’avrebbe detto. NVIDIA si starà facendo una risata. Forse.
La mossa di Perplexity è un sasso nello stagno del dominio NVIDIA. Vedremo se le vecchie reti reggeranno il peso dei nuovi giganti.
È un’onda che porta venti di cambiamento, questa idea di democratizzare l’intelligenza artificiale. Se veramente si potrà danzare con modelli mastodontici su hardware più accessibile, senza dover necessariamente prostrarsi ai piedi di un unico fornitore, allora saremo di fronte a una nuova alba. Resta da vedere quanto questa promessa si tradurrà in realtà tangibile per il mercato.
Finalmente qualcuno che capisce che il vero potere è l’open-source, non l’hardware costoso. NVIDIA dovrebbe preoccuparsi. È l’evoluzione naturale, punto.
Quindi adesso le IA giganti danzano persino sull’hardware di fascia media, grazie a questo bizzarro incantesimo open-source. NVIDIA trema? Magari. Resta da capire quanta “lentezza” sia disposta a tollerare la gente per risparmiare qualche euro.
Sempre la solita commedia: aggirano i costi esorbitanti di NVIDIA con l’open-source su hardware “standard”, ma la vera domanda è: chi pagherà per l’enorme consumo energetico latente?
Ah, che novità! 🙄 L’open-source che democratizza l’IA su hardware modesto. Chi l’avrebbe mai detto? 🤔
Un’altra dimostrazione che la vera intelligenza sta nel connettere risorse, non nel creare gabbie dorate hardware. Chi si arricchisce, stavolta, vendendo aria fritta?
Certo, questa è una boccata d’aria fresca. Il software open-source è un seme che può germogliare ovunque. Speriamo solo che i piloti siano all’altezza del viaggio.
Perplexity dimostra che il monopolio hardware è superabile. Offrire IA su chip standard apre mercati. Attendo di vedere chi fornirà la prossima “svolta”.
Ma guarda un po’! Perplexity AI con hardware economico. Chi l’avrebbe mai detto? 🤔 Chissà se durerà.
Certo, questa “svolta” tecnologica rende accessibili i grandi modelli IA, ma a quale prezzo per la discrezione dei dati nell’era dell’iper-connessione?
Mah, che sorpresa. Si vantano di mettere l’IA su hardware “economico”. Certo, come no. Il solito giochetto per illudere chi ci casca. La vera sfida è non farsi fregare da queste pseudo-rivoluzioni, vero?
Ennesima farsa. Fanno girare l’IA su hardware “vecchio” per venderci poi qualcos’altro. E noi ci caschiamo sempre.
La democratizzazione è un miraggio. Chi controlla i dati, controlla il futuro.
Certo, un’altra “rivoluzione” basata su “software open-source”. Chi ci guadagna davvero? Non mi fido di queste facili promesse, sembra il solito teatrino per ingannare chi non capisce.
Finalmente qualcuno che capisce che il vero progresso sta nell’accessibilità, non nel perpetuo dominio di pochi. Che succederà quando l’intelligenza artificiale diventerà un bene comune, anziché un lusso per pochi eletti?
Una democratizzazione del potere computazionale, questa mossa di Perplexity AI è una boccata d’aria fresca. Si apre uno spiraglio per le realtà che fino ad ora erano costrette a guardare da lontano. Chissà se questa apertura recherà benefici duraturi.
Certo, “sfidare” NVIDIA con hardware standard e software libero. Praticamente un criceto che sfida una Ferrari in pista. Vedremo quanto durerà questa magia.
Ah, certo. NVIDIA trema. Ora anche chi non ha un rene da vendere potrà fare l’IA. Il futuro è qui. O quasi.