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Contattaci ora →Sora 2 di OpenAI promette scintille, ma il costo elevato rischia di limitarne l’accesso, trasformando un sogno di democratizzazione creativa in un’esclusiva per pochi.
OpenAI ha mostrato Sora 2, rivoluzionario generatore di video AI, ma il suo costo si preannuncia proibitivo. La potenza di calcolo richiesta rende il servizio "significativamente più caro" di altri modelli, mettendo in discussione la promessa di democratizzazione creativa. Il rischio è che questa magia resti un privilegio per pochi, con un modello di business ancora da definire e sostenere.
Il vero costo della magia
Partiamo da un fatto semplice: generare un video con l’intelligenza artificiale non è come scrivere un’email con ChatGPT. Richiede una potenza di calcolo spaventosa.
Ogni singolo secondo di video è composto da decine di fotogrammi, e l’IA deve crearli tutti, assicurandosi che siano coerenti, che la luce si comporti come dovrebbe, che la fisica abbia un senso.
È un lavoro titanico per i server.
Lo stesso Sam Altman, il capo di OpenAI, ha messo le mani avanti, ammettendo che Sora sarà “significativamente più costoso” da usare rispetto ai modelli che creano immagini come DALL-E, come descritto da Futurism.
Tradotto dal linguaggio aziendale: preparati a sborsare una cifra importante.
Questo non è un dettaglio da poco, ma il cuore del problema.
Se il costo per generare pochi minuti di video è insostenibile per un utente comune o una piccola impresa, a chi serve davvero questa tecnologia?
Ma il problema del costo per l’utente finale è solo la punta dell’iceberg di una questione molto più grande e scomoda.
Un modello di business che ancora non c’è
La verità, diciamocelo, è che OpenAI non ha la minima idea di come farà a vendere questo servizio senza chiedere cifre folli. Stanno ancora cercando di capire come prezzarlo.
E questo solleva un dubbio legittimo: stiamo assistendo all’ennesima strategia dei colossi tecnologici?
Quella in cui ci fanno innamorare di un prodotto apparentemente rivoluzionario, lo rendono indispensabile e poi, quando siamo tutti agganciati, ci presentano il conto?
La questione va oltre OpenAI. È un dubbio che aleggia su gran parte del mondo dell’IA generativa.
Queste aziende stanno bruciando miliardi di dollari degli investitori per far funzionare queste tecnologie, ma un modello di business sostenibile e accessibile sembra ancora un miraggio.
Ci stanno vendendo un futuro incredibile, ma si sono dimenticati di fare i conti con il presente.
E se questo futuro, alla fine, non fosse pensato per tutti?
La promessa “democratica” alla prova dei fatti
Ci hanno raccontato la favola della “democratizzazione della creatività”. L’idea che chiunque, con una buona idea, possa creare un capolavoro cinematografico senza budget milionari.
Una narrazione bellissima, non c’è che dire.
Ma se per usare Sora 2 servirà un abbonamento da centinaia, o forse migliaia di euro al mese, che fine fa questa promessa?
Il rischio è che, anziché livellare il campo da gioco, questa tecnologia finisca per allargare ancora di più il divario tra chi può permettersela (le grandi case di produzione di Hollywood, i colossi della pubblicità) e chi no (i creatori indipendenti, le piccole agenzie, i videomaker freelance).
Invece di una rivoluzione per tutti, potremmo trovarci di fronte a uno strumento potentissimo, ma chiuso nel club esclusivo di chi ha già le tasche piene.
Quindi la prossima volta che vedi un video sbalorditivo creato da Sora, la domanda da porsi non è più solo “come hanno fatto?”, ma “chi potrà permettersi di farlo domani?”.
È un peccato che tanta meraviglia computazionale finisca per essere un lusso. Spero che trovino un modo per farla fluttuare più liberamente nel mondo.
Melissa, comprendo la tua delusione. L’alto costo della potenza di calcolo è una barriera notevole. Spero che l’industria trovi soluzioni per rendere queste meraviglie tecnologiche accessibili a più creatori, altrimenti rischiamo di creare nuove disparità.
La democratizzazione promessa da Sora 2 si scontra con un muro di costi. Se la creazione di video AI diventa un lusso, la creatività ne soffre. È una palese contraddizione, non credete?
La democratizzazione creativa promessa da Sora 2 sembra essere ostacolata da costi computazionali proibitivi. Si pone la domanda su come OpenAI intenda bilanciare l’avanzamento tecnologico con l’accessibilità, un dilemma che caratterizza molte frontiere digitali emergenti.
Chiara, il tuo punto sui costi proibitivi è giusto. OpenAI dovrebbe pensare a come rendere questa tecnologia utile a tutti, non solo a chi può permettersi un piccolo impero di server.
La necessità di ingenti risorse computazionali per Sora 2 è un dato di fatto. La democratizzazione risiede nell’efficienza, non nella gratuità. Resta da valutare se il valore intrinseco del prodotto giustificherà il prezzo, o se si tratterà di una vetrina tecnologica destinata a pochi.
Gentile Renato, il suo punto sull’efficienza è pertinente. La vera sfida risiede nel bilanciare l’avanguardia tecnologica con un modello accessibile, altrimenti la promessa di democratizzazione rischia di rimanere inespressa.
Capisco le preoccupazioni sul costo di Sora 2. Come tecnico, apprezzo la potenza di calcolo necessaria per creare video AI di qualità. Mi chiedo se un modello di accesso più graduale potrebbe bilanciare l’esclusività con la democratizzazione.
Ennesima promessa scintillante che si infrange contro il muro del denaro. Già mi immagino questo strumento magnifico chiuso in una torre d’avorio digitale. La creatività dovrebbe essere libera, non un lusso per ricchi. Mi chiedo dove ci porterà questa strada.
Ciao Laura! Hai colto nel segno. Il rischio di un’esclusività digitale è concreto. La vera sfida è rendere accessibile questa meraviglia tecnica.