Google Gemini anima le foto con Veo 3

Anita Innocenti

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Dietro l’apparente semplicità si celano limiti nell’animazione dei volti e una “democratizzazione” della creatività che porta l’impronta di Google

Google ha aggiunto a Gemini Advanced la capacità di animare foto statiche in brevi video con AI (Veo 3). Funziona con prompt testuali, creando clip a 720p. Mentre funziona bene con paesaggi, l'animazione di persone è debole. Google marca i video (SynthID) per controllo, in una mossa contro la concorrenza.

Google gioca a fare il regista: Gemini ora anima le foto, ma la magia ha i suoi trucchi

Google ha deciso di alzare la posta nel campo dell’intelligenza artificiale, integrando dentro Gemini una nuova funzione che promette di trasformare le tue foto statiche in brevi video. L’idea, sulla carta, è di quelle che stuzzicano la fantasia: prendi un’immagine, dai un paio di istruzioni testuali su come vuoi che si muova, e il sistema genera una clip di otto secondi.

Questo giocattolo, spinto dal modello AI chiamato Veo 3, è ora disponibile per chi ha un abbonamento Gemini Advanced.

Sembra quasi di avere una bacchetta magica a portata di mano.

Ma come spesso accade con le grandi corporation, vale la pena guardare oltre l’annuncio patinato per capire cosa ci stanno mettendo davvero in mano.

Come funziona (davvero) questa magia?

Il meccanismo è stato pensato per essere semplice, quasi banale. Carichi una tua foto, per esempio quella di un paesaggio, e scrivi un prompt del tipo: “fai soffiare il vento tra gli alberi e increspare l’acqua del lago”.

In teoria, dopo un’attesa che si aggira sui due o tre minuti, Gemini ti restituisce un video in formato MP4 a 720p. Un processo che mira a rendere la creazione di video accessibile a chiunque, senza bisogno di competenze tecniche.

Sulla carta, sembra tutto fin troppo facile.

Ma quando si passa dalla promessa alla pratica, i risultati sono davvero così impeccabili e liberi da compromessi come ci viene raccontato?

Tra lodi sperticate e qualche ombra di troppo

Le prime reazioni sono state un misto di stupore e perplessità.

C’è chi, come i tester di ChromeUnboxed, è rimasto a bocca aperta di fronte a video “coerenti e straordinariamente realistici”, lodando la capacità dell’IA di interpretare la profondità e gli oggetti in una scena. D’altra parte, non mancano le note stonate.

L’animazione di figure umane, ad esempio, sembra essere ancora un punto debole, con risultati che a volte scivolano in quella che viene definita “uncanny valley”, ovvero un realismo così imperfetto da risultare inquietante.

Questo lancio, va detto, non arriva dal nulla.

È la risposta diretta di Google a una concorrenza sempre più agguerrita, con attori come OpenAI, Runway e diverse aziende cinesi che spingono sull’acceleratore. Una corsa tecnologica in cui essere i primi, o i più spettacolari, conta quasi più della perfezione del risultato finale.

La “democratizzazione” con il marchio di fabbrica

Google insiste molto sul concetto di “democratizzazione della creatività”, ma è una democratizzazione con delle regole ben precise, imposte dall’alto.

Ogni video generato, infatti, viene marchiato non solo con un watermark visibile, ma anche con uno invisibile chiamato SynthID. La motivazione ufficiale è la sicurezza e la tracciabilità, per evitare la diffusione di deepfake dannosi, tanto che sono state imposte rigide limitazioni sulla creazione di video con volti di personaggi pubblici.

Tuttavia, è difficile non vedere in questa mossa anche una strategia di controllo e di branding. Ogni creazione, anche la più piccola, porta con sé il marchio indelebile del suo creatore: Google.

Quindi, sì, lo strumento è potente e accessibile, ma la creatività che ne deriva non è mai veramente e completamente tua.

È una libertà creativa concessa, ma pur sempre vigilata.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

10 commenti su “Google Gemini anima le foto con Veo 3”

  1. Le foto animate? 😮 Che bello! Ma, l’animazione dei volti è un po’ difficile. 🤔 La creatività è democratica, ma i limiti ci sono. 🤷‍♀️

  2. Renato Graziani

    Che bella idea dare vita alle foto! ✨ Immagino già quante storie potremo raccontare. Un passo avanti verso la creatività accessibile a tutti. 🤩

  3. Emanuele Barbieri

    L’IA trasforma immagini in clip, ma la maestria nell’animazione dei volti rimane un miraggio. La democratizzazione della creatività, un’ulteriore mossa nel teatro digitale.

    1. Nicolò Sorrentino

      Wow, che figata! Pensare che una foto possa prendere vita con un comando. È come avere un piccolo mago digitale. L’animazione dei volti è la vera sfida. Google sta aprendo porte nuove.

  4. Carlo Benedetti

    Certo, Google anima le foto, ma l’animazione dei volti è ancora un’utopia. La democratizzazione della creatività? Più che altro un tentativo di mascherare l’incapacità di gestire la vera essenza umana, come al solito.

      1. Carlo Benedetti

        Ah, certo, la “democratizzazione” della creatività. Peccato che poi i volti sembrino usciti da un incubo digitale. La magia, come al solito, ha sempre qualche trucco poco rassicurante.

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