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Contattaci ora →Svelato il sistema di “reranking” a tre fasi che valuta e scarta i contenuti, e i “moltiplicatori di argomento” che favoriscono AI e tecnologia, ma l’autorevolezza del dominio resta un fattore chiave.
La ricerca di Metehan Yeşilyurt ha svelato l'algoritmo di ranking di Perplexity AI. Il sistema, non trasparente, si basa su un "reranking a 3 strati" che scarta contenuti e "moltiplicatori di argomento" che favoriscono Tecnologia e AI, penalizzando Intrattenimento. Sorprendentemente, l'autorevolezza del dominio (Domain Authority) resta un criterio fondamentale, mescolando nuovo e vecchio SEO.
Il meccanismo spietato del “reranking a 3 strati”
Il cuore del sistema di Perplexity è un processo di “reranking” a tre fasi (L3) che può arrivare a scartare interi set di risultati se non superano determinate soglie di qualità.
Come descritto nell’analisi di Metehan, il sistema opera una prima selezione basata sulla pertinenza, per poi passare a una classificazione standard e infine a quella che viene definita una vera e propria “camera di esecuzione della qualità”.
Qui, modelli di machine learning prendono la decisione finale, eliminando senza appello ciò che non è ritenuto all’altezza.
Parametri come l3_reranker_drop_all_docs_if_count_less_equal
sono la prova tecnica di questa logica: se non ci sono abbastanza contenuti di qualità, Perplexity può decidere di non mostrare nulla.
Ma la vera domanda è:
Come decide cosa è “qualità”?
La risposta è meno oggettiva di quanto si possa pensare e apre a considerazioni tutt’altro che rassicuranti sulla neutralità della piattaforma.
I moltiplicatori di argomento: una neutralità di facciata?
L’analisi ha portato alla luce l’esistenza di “moltiplicatori di argomento”, che di fatto creano enormi disparità di trattamento tra diverse categorie di contenuti. Stando a quanto pubblicato direttamente dal ricercatore Metehan Yeşilyurt sul suo blog, argomenti come intelligenza artificiale, tecnologia e scienza ricevono una spinta esponenziale in termini di visibilità.
Al contrario, temi come intrattenimento e sport subiscono forti penalizzazioni. In pratica, Perplexity non si limita a trovare informazioni, ma opera una scelta editoriale a monte, decidendo quali settori sono più meritevoli di attenzione.
Viene da chiedersi:
Chi decide quali argomenti meritano più visibilità?
E con quale criterio?
Questa logica solleva dubbi legittimi su quanto questi nuovi strumenti siano semplici motori di ricerca e quanto, invece, stiano diventando dei veri e propri “curatori” di informazione con un’agenda precisa.
Eppure, nonostante questa logica spietata e quasi editoriale, c’è un elemento che Perplexity sembra aver ereditato direttamente dal vecchio mondo della SEO.
Non buttare via tutto: la domain authority conta ancora
Nonostante la rivoluzione basata sull’IA, i segnali tradizionali non sono stati del tutto archiviati. L’autorevolezza del dominio rimane un criterio di ranking fondamentale anche per Perplexity.
Come scrive Search Engine Land, la piattaforma continua a dare la preferenza a siti web autorevoli e a fonti fidate quando deve scegliere i contenuti da cui estrarre le risposte.
Segnali di fiducia e backlink mantengono il loro peso, a dimostrazione che, anche nel nuovo paradigma dell’IA, costruirsi una solida reputazione online rimane una base imprescindibile.
Questo significa che, mentre da un lato bisogna adattarsi a nuove regole spietate e a un campo da gioco tutt’altro che livellato, dall’altro le buone, vecchie pratiche di costruzione dell’autorevolezza non sono da buttare.
La partita per la visibilità si fa più complessa, combattuta su più fronti, dove le nuove logiche dell’IA si intrecciano in modo ambiguo con le fondamenta della SEO che conosciamo.
Ah, ecco, quindi l’autorevolezza vecchia scuola tiene ancora banco. Fantastico.
Il vecchio leone (Domain Authority) ancora domina. Il resto, fumo negli occhi.
La DA non è morta. Il resto, chi se ne frega.
Svelare l’algoritmo è un’arma a doppio taglio. Favorire la tecnologia è prevedibile. La DA che resiste? Non mi stupisce. È la vecchia guardia che detta legge, ancora.
Interessante questa disamina tecnica, fa pensare a quante cose sfuggano ai nostri occhi, no? 🧐 Chi l’avrebbe mai detto che ancora la vecchia ‘Domain Authority’ avesse un peso simile, eh? 😂
Ancora questo vecchio trucco della “autorevolezza”? Che barzelletta, la tecnologia non ha ancora scalfito la polvere del passato.
Reranking a 3 strati. Logico. La DA ancora in ballo? Il tech ha sempre un boost, ovvio. Ma ‘sta roba è un po’ una minestrina.
Un reranking a tre strati, che penalizza l’intrattenimento per favorire tech e AI, ma con la vecchia DA ancora in lizza. Ironia della sorte, o semplicemente un sistema ancora ancorato a logiche prevedibili.
Reranking a tre strati. Bene. Ma la DA? Sempre il solito copione. La tecnologia avanza, le vecchie glorie restano. Sorprendente.