La ricerca IA non cancella quella tradizionale (e una non esclude l’altra…)

Perché l’ossessione per il traffico ti sta facendo perdere i clienti migliori: la soluzione è integrare IA e ricerca organica

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📌 TAKE AWAYS

  • Big G resta il gigante: ad agosto 2025 ha registrato 83,8 miliardi di visite contro i 5,8 miliardi di ChatGPT e il 95% degli utenti di ChatGPT continua a usare anche Google.
  • La ricerca organica resta il canale più prevedibile e genera oltre il 50% dei ricavi, mentre il traffico IA ha un engagement del 63,4% ma è molto volatile.
  • Con le AI Overviews gli utenti leggono i riassunti, ma per acquisti e decisioni critiche scelgono ancora i link autorevoli.
Google mantiene volumi e ricavi, mentre l’IA genera traffico più qualificato ma instabile.
Le AI Overviews non sostituiscono i link autorevoli. La vera forza sta nell’integrare SEO e IA.

Per anni ti sei concentrato su una cosa: essere visibile su Google.

Hai investito tempo, energia e denaro per scalare quelle posizioni, per vedere il tuo brand apparire tra i primi risultati.

E ora?

Ora ti dicono che le regole del gioco sono cambiate, che un chatbot potrebbe rendere vani tutti i tuoi sforzi.

Quindi, che fai? Spegni tutto e ti metti a vendere porta a porta?

Non scherziamo!

Il panico è sempre un pessimo consigliere.

La verità è che non sei nel mezzo di un’apocalisse, ma di un’evoluzione.

E in ogni evoluzione, chi capisce prima la direzione del vento, non rimane disperatamente aggrappato al passato ma costruisce il terreno del domani.

Il problema è che quasi tutti stanno guardando la partita sbagliata. Pensano sia una lotta all’ultimo sangue tra la “vecchia” ricerca organica e la “nuova” ricerca IA.

Ma la realtà, suffragata dai dati che ti sto per mostrare, è molto più interessante: non è una partita da vincere, ma un’orchestra da dirigere. E io sono qui per darti lo spartito.

Il vecchio gigante e l’apprendista stregone

Aleyda Solis, una delle voci più autorevoli nel panorama SEO internazionale, il 9 settembre 2025 su X ha messo in fila alcuni numeri che smontano l’idea di un’imminente sostituzione.

Ad agosto 2025, mentre tutti parlavano del boom di ChatGPT, Google registrava la bellezza di 83,8 miliardi di visite. Nello stesso periodo, ChatGPT ne totalizzava 5,8 miliardi, come riporta SEL.

Fonte Aleyda Solis, X, 9 settembre 2025, dati Similarweb
Dati Similarweb

Certo, è una crescita impressionante per la piattaforma di OpenAI, ma stiamo pur sempre parlando di volumi che sono un’inezia rispetto al gigante di Mountain View.

È come paragonare il fatturato di una startup di successo a quello di un’intera nazione.

Ma il dato ancora più illuminante è un altro: il 95% degli utenti di ChatGPT usa anche Google.

Fonte Aleyda Solis, X, 9 settembre 2025, dati Similarweb
Dati Similarweb

Hai capito bene. Non lo stanno sostituendo, lo stanno affiancando, stando ai dati di Similarweb.

È come avere uno smartphone e un laptop: non ne usi uno per rimpiazzare l’altro, ma scegli lo strumento giusto per il compito giusto.

E se non bastassero i volumi, parliamo di soldi, quelli che poi pagano gli stipendi e fanno crescere la tua azienda.

Un recente sondaggio di SEOFOMO ha rivelato che la ricerca organica (ah, la cara, vecchia SEO!) genera ancora oltre il 50% dei ricavi per la maggior parte dei siti web.

Fonte Aleyda Solis, SEOFOMO, X, 9 settembre 2025
Fonte SEOFOMO

I modelli linguistici come ChatGPT?

Meno del 5%.

Mentre qualcuno si affretta a stendere necrologi, i numeri dicono tutt’altro.

La SEO non è un ricordo da archivio, di quelli in bianco e nero, tutt’altro!

È il motore che genera valore e sostiene ancora oggi interi modelli di business online.

Dal volume alla qualità: unire SEO e ricerca IA per crescere davvero

Ora che abbiamo ridimensionato la minaccia, capiamo l’opportunità.

Immagina il traffico verso il tuo sito come un’autostrada. Per anni, la ricerca organica di Google è stata la tua autostrada a sei corsie: solida, prevedibile, fondamentale per portare grandi volumi.

È la base su cui pianifichi le tue campagne, prevedi i budget e costruisci una crescita costante.

Un report pubblicato il 9 settembre 2025 da Michael Archambault di Siege Media lo conferma: la ricerca organica è il canale più stabile e prevedibile.

Siege Media, articolo 9 settembre 2025
Siege Media

È il tuo “zoccolo duro”, la tua rete di sicurezza.

Sai che ci saranno fluttuazioni stagionali, ma la sua performance è un dato su cui puoi fare affidamento. È il pilastro che regge tutta la baracca.

Ma su questa stessa autostrada, si è appena aperta una nuova corsia. È più stretta, meno trafficata, ma le auto che ci passano sono tutte fuoriserie dirette verso un unico, precisissimo traguardo: il tuo prodotto, la tua soluzione. Questa è la corsia della ricerca IA.

Lo studio di Siege ha infatti scoperchiato una verità controintuitiva: il traffico proveniente da ChatGPT è mediamente più coinvolto di quello organico.

Parliamo di un engagement rate del 63,42% contro il 61,64% della ricerca tradizionale.

Ti chiederai come mai…

Beh, è presto detto: pensa al viaggio che fa l’utente.

Prima interroga l’IA, ottenendo un riassunto, una panoramica generale. Ma non si ferma lì.

Quando clicca su uno dei link citati dall’IA e atterra sul tuo sito, non sta più solo “cercando”. Sta approfondendo.

È un utente che ha già superato la fase informativa di base ed è in cerca di dettagli, dati, contesto, del “perché” e del “come”.

È, in parole povere, un cliente molto più qualificato, molto più vicino alla conversione.

Siege Media, articolo 9 settembre 2025
Siege Media

Il problema? Questa corsia è anche molto più volatile.

I dati di Siege Media mostrano oscillazioni mensili enormi. Un mese può portarti contatti d’oro, il mese dopo quasi nulla. Affidare il tuo intero business a questa altalena sarebbe un suicidio imprenditoriale.

Vedi dove voglio arrivare?

Non devi scegliere su quale corsia viaggiare.

Devi occuparle entrambe.

E, soprattutto, l’intelligenza artificiale non sta rimpiazzando Big G!

La ricerca organica ti dà la stabilità e i volumi per pianificare a lungo termine, mentre la ricerca IA ti porta la qualità e l’intenzione d’acquisto che fanno la differenza sul fatturato.

La strategia vincente non è una scelta, né un aut aut, è un’integrazione.

Le AIOs possono essere il trailer, ma il tuo sito deve essere il film

“Ok,” potresti pensare, “ho capito. Ma cosa succede dentro Google stesso, con quelle risposte generate dall’IA che appaiono in cima a tutto (le AI Overviews)? Quelle non mi stanno fregando i click?”

È la domanda da un milione di dollari.

Per fortuna, abbiamo una risposta basata sui dati, non sulle opinioni.

Una ricerca innovativa pubblicata il 9 settembre 2025 da Kevin Indig e Amanda Johnson su Growth Memo ha analizzato il comportamento reale degli utenti di fronte alle AIOs.

E i risultati sono una buona notizia per chiunque abbia un brand autorevole.

In sintesi: le AIOs non stanno uccidendo le conversioni, anzi, il contrario!

Fonte Growth Memo, 9 settembre 2025
Fonte Growth Memo

Gli utenti usano le AI Overviews principalmente come una scorciatoia informativa, un riassunto per orientarsi.

Ma quando la decisione si fa seria, quando ci sono di mezzo soldi, salute o acquisti importanti, la gente fa ancora la stessa cosa: clicca sui cari, vecchi link blu.

Le persone si fidano poco degli annunci sponsorizzati e ancora meno si affidano ciecamente a un riassunto automatico per decisioni complesse.

La ricerca ha identificato quattro comportamenti distinti che mi piacerebbe farti conoscere:

  1. l’Efficiente che vuole tutto e subito: cerca “quanti ml sono una tazza?” e si accontenta della risposta dell’AIO. Missione compiuta.
  2. il Prudente: chiede le regole sulla protezione acquisti di PayPal, legge il riassunto dell’AIO e poi, per sicurezza, clicca sul link ufficiale di PayPal. In questo caso come vedi la fiducia batte la sintesi.
  3. il Comparatore che si prende il suo tempo: usa l’AIO per farsi un’idea generale su “miglior fotocamera sotto i 1000 euro”, ma poi si tuffa nei link di YouTube, Reddit e dei siti specializzati per validare, confrontare e decidere.
  4. lo Scettico (un po’ passatista): cerca informazioni su un farmaco o una questione finanziaria delicata e ignora deliberatamente l’AIO, andando dritto verso fonti che ritiene assolutamente autorevoli, come un sito governativo o un portale medico riconosciuto.
Fonte Growth Memo, 9 settembre 2025
Fonte Growth Memo

Cosa ti dice tutto questo?

Che in un mondo di risposte sintetiche e automatiche, la fiducia e l’autorevolezza del tuo brand sono diventate la tua moneta più preziosa.

Le AIOs possono essere il trailer, ma il tuo sito deve essere il film che la gente sceglie di guardare.

Anzi, la fiducia è così importante che la stessa IA ne ha un disperato bisogno.

I modelli linguistici non creano informazioni dal nulla: si basano su dati esterni.

E indovina dove vanno a prenderli quando hanno bisogno di informazioni aggiornate e fattuali?

Spesso, proprio dai risultati di ricerca di Google, come ha dimostrato Aleyda Solis. In pratica, per dare risposte di qualità, l’IA ha bisogno di una SEO di qualità.

Proprio per questi motivi non puoi procrastinare ancora: devi affidarti a un’agenzia SEO che lavori sulla reputazione del tuo brand. Perché le IA premiano proprio marchi considerati autorevoli dagli utenti.

Integrare SEO e ricerca IA: la vera mossa per non perdere terreno

Siamo al dunque. Non si tratta di abbandonare la SEO per l’ottimizzazione IA tout court, ma di costruire un ponte tra questi due mondi, creando una strategia ibrida che capitalizzi il meglio di entrambi.

La SEO tradizionale, basata su autorevolezza, esperienza e affidabilità (il famoso E-E-A-T di Google), resta la colonna portante della visibilità online, non dimenticarlo!

Servono contenuti solidi, analisi di valore, siti ben strutturati e coerenti, come ci ha detto Andrea Volpini in questa nostra intervista esclusiva.

Allo stesso tempo, le logiche dell’IA stanno ridefinendo il modo in cui le informazioni vengono aggregate, filtrate e presentate agli utenti: oggi non basta più il “cosa”, ma occorre dominare il “perché” e il “come”.

Non è compito di un imprenditore o di un editore trasformarsi in esperto SEO o studiare instant book sul mirabolante mondo della GEO.

Sarebbe come chiedere a un pilota di concepire e costruire il motore della sua fuoriserie.

La vera scelta strategica è affidarsi a un consulente SEO che sappia leggere la nuova geografia digitale, anticiparne le evoluzioni e costruire un ponte tra la solidità della SEO classica e le opportunità offerte dall’ottimizzazione per l’IA.

Il mercato non aspetta: chi resta in panne viene superato.

La differenza la fanno le scelte rapide e i consulenti giusti. Mi spiace, ma ogni giorno che passa senza una strategia integrata tra SEO e IA è un passo lasciato ai concorrenti.

Vuoi passare dalle teorie ai risultati?

Rivolgiti alla mia agenzia: insieme daremo subito forma a una strategia capace di portarti davanti ai tuoi competitor.


La ricerca IA non cancella quella tradizionale: Domande Frequenti

La ricerca IA sostituirà quella tradizionale di Google?

No, i dati dimostrano che la ricerca IA non sostituisce quella organica. Ad agosto 2025 Google ha registrato 83,8 miliardi di visite contro i 5,8 miliardi di ChatGPT e il 95% degli utenti di ChatGPT utilizza comunque anche Google.

Quali sono i vantaggi di integrare SEO e ricerca IA?

La SEO offre stabilità e volumi costanti, mentre la ricerca IA porta utenti più qualificati e vicini alla conversione, seppure con maggiore volatilità. La strategia più efficace è un’integrazione dei due canali.

Le AI Overviews riducono i click verso i siti web?

Le AI Overviews funzionano come scorciatoie informative, ma quando le decisioni diventano importanti gli utenti cliccano ancora sui link autorevoli. La fiducia e la reputazione del brand restano decisive.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

16 commenti su “La ricerca IA non cancella quella tradizionale (e una non esclude l’altra…)”

  1. Mah, mi pare ovvio che la gente cerchi ancora Google, mica si può fidare di un riassunto fatto da una macchina per le cose serie. Il traffico organico, quello sì che porta risultati concreti.

  2. Il fatto che Google tenga ancora botta coi numeri fa capire che la gente non si fida ciecamente delle sintesi IA per decisioni serie. L’organico resta un pilastro, punto. E noi tecnici lo sappiamo bene.

    1. Luciano, il punto è proprio quello: si *sfiora* l’argomento, poi si cerca la *certezza* nei soliti posti. Interessante come il “nuovo” attiri, ma la *sicurezza* la si trova altrove, vero?

  3. Non è la tecnologia a definire il successo, ma come la si usa. Il vero guadagno sta nell’unire ciò che c’è e ciò che verrà.

  4. È come guardare le stelle e la terra allo stesso tempo, no? Google con la sua costanza e l’IA che sussurra nuove possibilità. Forse la bellezza sta proprio in questo valzer, in questo non dover scegliere ma danzare tra i due mondi, lasciando che ognuno illumini l’altro con la sua luce.

    1. Angela Ferrari: L’analogia del valzer calza. La ricerca tradizionale offre solidità, l’IA nuove direzioni. Non si tratta di sostituire, ma di connettere.

    2. Angela, un bel paragone. Diciamo che Big G è la roccia su cui costruire, l’IA il vento che può spingere o far girare tutto. Interessante vedere come ancora ci si affidi all’autorevolezza per le scelte che contano davvero. La volatilità dell’IA mi fa pensare: quanto convenga davvero inseguire un fuoco fatuo?

  5. Il dato sul comportamento degli utenti è illuminante: per le decisioni importanti, si fidano ancora delle fonti consolidate. La vera sfida, credo, sia far convivere la velocità dell’IA con la solidità dell’autorevolezza.

  6. Hai ragione, l’integrazione è la chiave. La ricerca organica offre stabilità, l’IA spinta qualifica. Un equilibrio saggio per il futuro, non credi?

    1. Walter Benedetti

      Filippo, capisco la tua ansia per l’equilibrio. La dipendenza dal traffico AI mi preoccupa: è così volatile! L’integrazione di SEO e IA sembra l’unica via per non perdere i clienti più preziosi. Ma siamo davvero preparati a questo cambio di paradigma?

      1. Hai toccato un punto giusto, Walter. L’equilibrio tra organico e IA è il nocciolo. La stabilità dei ricavi dalla ricerca tradizionale è un punto fermo. Ma quello che mi chiedo è quanto velocemente dovremo adattarci a questa nuova realtà.

    2. Ma figuriamoci. Pensare che l’IA possa rimpiazzare la ricerca tradizionale è pura illuisione da nerd. Le persone cercano ancora fonti affidabili, non riassunti preconfezionati.

  7. Sebastiano Caputo

    Ah, quindi l’IA è solo un altro gadget per fare soldi? Pensavo fosse per risolvere problemi seri, mica per vendere più roba.

  8. Ma certo, “integrare IA e ricerca organica”. Bella parola nuova per dire “sperare che la gente clicchi ancora sui link”. Sempre la solita storia, promettono il mondo e poi si attaccano al passato. Cosa ci vuole a capire che la gente vuole risposte dirette, non paginoni da leggere?

    1. Walter Benedetti

      Mi sento un po’ spaesato con tutta questa tecnologia nuova. Capisco che l’IA possa aiutare, ma la ricerca tradizionale mi sembrava più solida, più sicura. Temo che questa fretta di cambiare ci faccia perdere di vista ciò che conta davvero: la fiducia e la qualità, non solo la velocità.

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