Il Model Context Protocol (MCP) diventa lo standard globale per l’IA: ecco perché il tuo brand dev’essere “agent-ready”

Ora che l’MCP di Anthropic diventa lo standard (anche per OpenAI, Google, AWS e Microsoft) devi iniziare a parlare seriamente agli agenti IA, per non restare fuori dal contesto informativo

Premi play e ascolta l’editoriale in pillole

📌 TAKE AWAYS

  • Con OpenAI, Google, Microsoft e altri colossi che scelgono il Model Context Protocol come standard comune, diventa imprescindibile per i brand rendere i propri dati accessibili tramite MCP, perché gli agenti IA stanno già sostituendo la navigazione tradizionale degli utenti.
  • Gli agenti IA privilegiano dati strutturati e integrazioni dirette: lo scraping dei siti diventa obsoleto, mentre gli assistenti intelligenti richiedono connessioni rapide e bidirezionali ai sistemi aziendali; chi non offre informazioni tramite MCP rischia di sparire dalle decisioni automatizzate dei consumatori.
  • Il commercio si sposta verso interazioni machine-to-machine: l’acquisto futuro sarà eseguito da agenti che confrontano prezzi, disponibilità e tempistiche in millisecondi; essere “Agent-ready” diventa la nuova frontiera competitiva per garantire che il proprio brand sia scelto dalle IA che operano per conto degli utenti.
Il Model Context Protocol (MCP) di Anthropic è stato adottato dai principali player dell’IA (Google, OpenAI, AWS, Microsoft e non solo) come nuovo standard per l’accesso ai dati.
I brand che desiderano restare competitivi devono rendersi agent-ready e dialogare con gli agenti intelligenti.

Hai presente lo sguardo malinconico che hanno le mucche quando guardano passare i treni?

Ecco, probabilmente, negli ultimi mesi, hai avuto un’espressione simile, guardando i grafici del traffico organico del tuo sito…

Le visite calano, il traffico dai motori di ricerca tradizionali sembra asmatico e tu ti chiedi dove sia finita tutta quella gente che prima atterrava sul tuo sito per comprare.

Te lo dico io: non sono spariti.

Hanno solo cambiato interlocutore.

Hanno smesso di chiedere a Google e hanno iniziato a parlare con gli agenti IA.

Immagina un mondo in cui il tuo cliente non visita il tuo sito, ma chiede alla sua IA di comprargli un paio di scarpe o prenotargli una consulenza, e l’IA esegue la transazione senza nemmeno aprire un browser.

Questo mondo non è fantascienza del 2050, è iniziato tecnicamente ieri.

E si basa su tre lettere che devi stamparti in testa se vuoi che il tuo brand sia visibile anche durante questa transizione: MCP.

Sono qui per guidarti in questo ginepraio tecnico, perché tra i rovi e le spine si nascondono grandi opportunità di business. Così, mentre i tuoi concorrenti stanno ancora cercando di capire come ottimizzare i meta-tag, i giganti della tecnologia hanno appena riscritto le regole di internet e tu puoi approfittarne se giochi d’anticipo.

La Sacra Alleanza ha deciso: l’MCP sarà il “linguaggio comune” dell’IA

Siamo onesti: di solito, quando le grandi aziende tecnologiche devono decidere uno standard comune, finisce in una rissa da saloon.

Ricordi la guerra tra VHS e Betamax?

O i cavi di ricarica proprietari prima dell’avvento dell’USB-C?

Ecco, questa volta è successo l’impossibile. Il 9 dicembre 2025 segnerà una data storica nei libri di tecnologia, ma tu dovresti segnartela sul calendario fiscale.

Anthropic ha donato ufficialmente il suo gioiello, il Model Context Protocol (MCP), alla Linux Foundation.

Non è un dettaglio da poco.

Stiamo parlando dell’azienda che ha creato Claude, uno dei modelli IA più avanzati al mondo, che prende la sua tecnologia proprietaria e la regala alla comunità open source.

Ma la notizia vera è un’altra: non sono soli.

Si è formata una sorta di “Justice League” dell’intelligenza artificiale chiamata Agentic AI Foundation (AAIF).

Al tavolo ci sono tutti quelli che contano: Anthropic, OpenAI, Google, Microsoft, AWS, Block, Bloomberg e Cloudflare.

Hanno smesso di litigare su come far parlare le macchine tra loro e hanno deciso che l’MCP sarà la lingua universale.

Jim Zemlin, il CEO della Linux Foundation – un uomo che lavora nel settore da vent’anni e ne ha viste di tutti i colori – ha confessato a The Verge di essere rimasto scioccato:

Non ho mai visto nulla di simile. Di solito devo graffiare e combattere per convincere qualcuno. Qui il telefono scotta per le chiamate in entrata di chi vuole partecipare.

Jim Zemlin (CEO Linux Foundation)

Fonte Anthropic 9 dicembre 2025
Fonte Anthropic

Ma cos’è davvero questo MCP? (Spiegato senza mal di testa)

Dimentica per un attimo i tecnicismi.

Immagina l’MCP come una presa USB-C universale per l’intelligenza artificiale.

Prima dell’MCP, collegare un’IA ai tuoi dati aziendali, al tuo sistema di prenotazione o al tuo catalogo prodotti era un incubo di integrazioni personalizzate, costose e fragili.

Ogni volta che volevi che un chatbot leggesse un documento nel tuo database o inviasse un’email per tuo conto, serviva un “adattatore” specifico.

L’MCP elimina tutto questo.

È uno standard aperto che permette agli agenti IA di collegarsi ai sistemi dove risiedono i dati – repository di contenuti, strumenti aziendali, ambienti di sviluppo – in modo sicuro e bidirezionale.

Mike Krieger, Chief Product Officer di Anthropic, lo descrive con un’immagine perfetta: un «ping-pong di intelligenza».

Pensa a quando usi Claude o ChatGPT.

Se vuoi che mandi un messaggio su Slack a un tuo collega, l’MCP è il protocollo che autorizza la connessione, dice all’IA quali strumenti ha a disposizione in Slack (scrivere messaggi, leggere canali) e conferma l’avvenuta operazione.

Tutto fluido, tutto standardizzato.

Per te, imprenditore, significa una cosa sola: se il tuo business “parla” MCP, gli agenti IA possono vedere i tuoi prodotti, leggere i tuoi prezzi ed effettuare ordini per conto dei loro utenti umani.

Se non lo parla, sei come chi si ostina a usare solo i fax nel 2025, pensando che le mail siano il demonio.

Fonte ModelContextProtocol.io
Fonte ModelContextProtocol.io

Dalla pausa pranzo di due ingegneri alla conquista della Silicon Valley

La storia di come siamo arrivati qui è affascinante perché dimostra quanto velocemente si muova questo settore.

L’MCP non è nato in una sala riunioni sterile dopo mesi di analisi di mercato.

È nato come progetto personale di due ingegneri di Anthropic, David Soria Parra e Justin Spahr-Summers, a metà del 2024, come raccontano loro stessi al podcast Latent Space.

Il loro obiettivo iniziale era quasi banale: volevano che i dipendenti di Anthropic usassero di più Claude per il lavoro quotidiano, ma si erano accorti che al chatbot mancava qualcosa. Mancava la capacità di connettersi «al mondo esterno a cui tieni davvero», come ha raccontato Soria Parra.

Lo chiamarono inizialmente “Claude Connect”.

Durante un hackathon interno nell’ottobre 2024, praticamente tutti i dipendenti lo usarono per i loro progetti.

Lì si accese la lampadina.

Hanno deciso di rilasciarlo open source appena prima del Giorno del Ringraziamento, quasi per dispetto, per dare agli sviluppatori qualcosa da fare durante le vacanze in famiglia…

Quello che è successo dopo è stato un incendio indomabile.

Il 19 marzo 2025, Microsoft ha annunciato il supporto in Copilot Studio.

Una settimana dopo, Sam Altman, CEO di OpenAI, ha twittato entusiasta che «la gente ama l’MCP».

Quattro giorni dopo, Sundar Pichai di Google ha lanciato un sondaggio ironico, quasi amletico: «To MCP or not to MCP».

Persino Apple, notoriamente chiusa nel suo giardino dorato, sta inserendo il supporto MCP nelle versioni beta di iOS per la sua nuova Siri agentica.

E oggi, a un anno dal lancio, com’è la situazione?

Ci sono più di 10.000 server MCP pubblici attivi e i kit di sviluppo software (SDK) sono stati scaricati oltre 97 milioni di volte.

Cifre da capogiro che confermano una verità: il mercato ha scelto.

Perché il caro vecchio scraping non basta più?

Ora ti starai chiedendo: “Va bene, ma io ho un sito web ben fatto, Google mi trova, perché devo preoccuparmi?”.

Ecco il punto dolente.

Josh Blyskal, autorevole SEO di Profound, è stato lapidario: tra un anno, il modo in cui le aziende IA “raschiano” (fanno scraping) i siti web per prendere informazioni sembrerà «antiquato».

Gli agenti IA di domani – e di oggi pomeriggio, a dire il vero – non hanno tempo di navigare nel tuo sito come farebbe un umano, cliccando sui menu e cercando la pagina “Chi Siamo”.

Loro vogliono dati strutturati, pronti all’uso, immediati, come ci ha detto anche Gennaro Cuofano nella nostra intervista.

Vogliono connettersi direttamente al tuo database tramite MCP.

Krieger di Anthropic ha sottolineato che c’è qualcosa di molto potente in un internet dove le interazioni passano attraverso questo protocollo:

Queste cose possono operare alla velocità degli LLM (Large Language Models) invece che alla velocità delle persone. Puoi lanciare 10 richieste in parallelo, fare un’analisi approfondita dei dati, invece di navigare nel web costruito per gli umani.

Mike Krieger di Anthropic

Se il tuo brand non è strutturato per rispondere a queste chiamate rapide e dirette, l’agente IA passerà al prossimo fornitore che lo è.

È la differenza tra avere un negozio sulla strada principale e averne uno in un vicolo cieco senza insegna.

Il tuo fatturato dipenderà dalla tua capacità di essere la risposta “nativa” per questi agenti, come è emerso anche dalla conversazione che abbiamo avuto con Andrea Volpini.

Per questo motivo un’agenzia SEO che si rispetti deve lavorare in questa direzione: rendere il tuo brand affascinante agli occhi degli agenti IA.

La sicurezza non è un optional (e perché Anthropic ha regalato tutto)

Potresti pensare che Anthropic sia impazzita a regalare un vantaggio competitivo simile.

In realtà, è stata una mossa di scacchi geniale.

Finché l’MCP era “roba di Anthropic”, le altre aziende esitavano a contribuirvi per non regalare proprietà intellettuale a un concorrente. Ora che è sotto l’ombrello neutrale della Linux Foundation, tutti possono lavorarci.

E c’è un motivo ancora più urgente: la sicurezza.

Gli agenti IA, per quanto utili, sono un incubo per la cybersecurity.

Esistono rischi come la “prompt injection“, dove comandi malevoli possono dirottare l’IA. Affidando l’MCP alla comunità open source e a giganti della sicurezza, si crea un ecosistema più robusto.

Inoltre, non è solo Anthropic a fare regali.

Block sta donando “Goose”, il suo agente IA open source, e OpenAI sta conferendo “Agents.md”, uno standard per descrivere i codici agli agenti.

Jackie Brosamer, capo dati e AI di Block, ha chiarito che la storia «riguarda molto più che il solo MCP», come riportato da The Verge.

Si tratta di creare un linguaggio comune affinché i sistemi possano parlarsi senza intermediari costosi o barriere tecniche.

Il futuro è degli agenti che fanno la spesa per te

Siamo di fronte a un cambiamento epocale.

Fino a ieri, l’obiettivo del digital marketing era portare un utente umano sul tuo sito, convincerlo con belle immagini e testi persuasivi a cliccare su “Acquista”.

Domani, il tuo “utente” potrebbe essere un software incaricato da un umano di “trovare la migliore offerta per una fornitura di carta per ufficio e comprarla subito”.

L’agente non si farà incantare dal design del tuo sito.

Valuterà prezzo, disponibilità, tempi di spedizione e affidabilità, tutto in millisecondi, interrogando il tuo server MCP.

L’obiettivo ultimo, il “sogno” come viene definito nel settore, è creare un marketplace di strumenti dove gli agenti possano connettersi e agire.

Pensa a un’IA che pianifica un intero viaggio, prenotando voli, hotel e ristoranti, sincronizzando tutto sul calendario, in meno tempo di quanto tu impieghi a cercare il passaporto nel cassetto.

Questo livello di automazione richiede che le tue informazioni siano accessibili in modo standardizzato. Non si tratta più di essere “Google-friendly”, ma di essere “Agent-ready”.

E tutto questo puoi renderlo reale solo con il supporto di un consulente SEO che sappia “sussurrare alle IA”, affinché la tua azienda sia sempre in cima ai loro “pensieri”.

Cosicché, quando un’IA dovrà consigliare o menzionare, e poi, in qualità di agente, decidere cosa acquistare o no, non avrà dubbi e privilegerà la tua azienda tra tanti competitor.

Prepararsi all’invisibilità visibile ai tempi dell’MCP

So cosa stai pensando. Sembra tutto molto complicato e distante dalla realtà della tua PMI.

Ma la tecnologia corre veloce e chi non si adatta viene lasciato indietro.

Anche Mark Zuckerberg ha ammesso pubblicamente che investire troppo nell’HTML5 invece che nelle app native agli albori del mobile è stato un errore colossale.

Oggi, scommettere contro l’MCP è rischioso quanto scommettere contro internet nel 1995.

David Soria Parra ha detto una cosa interessante:

Se sei un utente finale e non sai molto di tecnologia, non dovresti mai dover sentire parlare di MCP. Dovrebbe semplicemente funzionare.

David Soria Parra di Anthropic

Ed è vero per l’utente che usa l’IA.

Ma per te, imprenditore che deve vendere a quell’utente, ignorare l’MCP è un suicidio commerciale.

Il mio ruolo, come consulente SEO che guarda al futuro, non è riempirti la testa di acronimi, ma assicurarmi che quando un cliente chiederà a ChatGPT, Claude o Gemini un prodotto che tu vendi, la risposta sia il tuo brand.

Non dobbiamo solo “posizionarci” sui motori di ricerca; dobbiamo diventare la risorsa di dati affidabile a cui questi agenti attingono per completare i loro compiti.

L’adozione di massa è già iniziata.

I grandi player hanno già spostato le loro pedine. La Agentic AI Foundation è operativa.

Il treno è partito e sta accelerando.

La domanda non è se questa tecnologia prenderà piede – lo ha già fatto – ma se tu sarai a bordo o se resterai a guardare i binari vuoti chiedendoti dove sono finiti i tuoi clienti.

Possiamo costruire insieme l’infrastruttura che renderà la tua azienda leggibile, accessibile e preferita dalla nuova generazione di consumatori artificiali.

Il traffico organico tradizionale potrà anche calare, ma le opportunità di vendita, per chi sa parlare la lingua delle macchine, non sono mai state così numerose.

Vuoi che il tuo brand sia la prima scelta degli agenti IA?

Scrivi qui alla mia agenzia.


L’MCP diventa lo standard globale per l’IA: domande frequenti

Che cos’è il Model Context Protocol (MCP) e perché è considerato uno standard globale?

Il Model Context Protocol (MCP) è uno standard aperto che consente agli agenti di intelligenza artificiale di collegarsi in modo sicuro e bidirezionale ai sistemi dove risiedono i dati aziendali. Anthropic lo ha donato alla Linux Foundation e aziende come OpenAI, Google, Microsoft e AWS lo hanno adottato come linguaggio comune per permettere agli agenti IA di accedere a strumenti, database e applicazioni.

Perché i siti web tradizionali e lo scraping non saranno più sufficienti?

Gli agenti IA non navigano i siti come un utente umano. Non seguono menu né leggono pagine lente o disorganizzate. Gli assistenti intelligenti richiedono dati strutturati, immediati e standardizzati, accessibili tramite protocolli come l’MCP. Lo scraping sarà sempre meno efficace, perché gli agenti preferiscono accedere direttamente alle informazioni tramite API e connessioni certificate.

In che modo l’MCP influenzerà il futuro del marketing digitale?

Con l’MCP, molte decisioni d’acquisto saranno eseguite direttamente dagli agenti IA, che confronteranno prezzi, disponibilità e condizioni senza visitare i siti web. Per un brand diventa essenziale essere “Agent-ready”, così che sistemi come ChatGPT, Claude o Gemini possano scegliere i suoi prodotti o servizi quando operano per conto degli utenti.

Roberto Serra

Mi chiamo Roberto Serra e sono un digital marketer con una forte passione per la SEO: Mi occupo di posizionamento sui motori di ricerca, strategia digitale e creazione di contenuti.

3 commenti su “Il Model Context Protocol (MCP) diventa lo standard globale per l’IA: ecco perché il tuo brand dev’essere “agent-ready””

  1. Benedetta Lombardi

    Stiamo passando dal disegnare esperienze per le persone al preparare un buffet di dati per algoritmi. La mia unica domanda è: questi nuovi clienti esigenti lasceranno almeno una recensione a cinque stelle?

    1. Miriam Gallo, più che cedere il dialogo, stiamo consegnando le chiavi del mercato a chi gestisce i protocolli; noi imprenditori ci adegueremo per sopravvivere, ma la vera partita si gioca su un altro tavolo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ricevi i migliori aggiornamenti di settore