L’Intelligenza Artificiale sta divorando Wikipedia?

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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L’enciclopedia online è sempre più usata dall’AI, ma rischia di perdere visitatori: ecco perché la situazione è diventata una minaccia esistenziale

Wikipedia affronta un calo dell'8% del traffico umano entro il 2025, causato dall'Intelligenza Artificiale Generativa. Motori come Google prosciugano le visite offrendo risposte dirette, creando un paradosso: l'IA si nutre di Wikipedia ma le toglie l'ossigeno. La Wikimedia Foundation reagisce integrando l'IA a supporto dei volontari e cercando di garantire attribuzione e sostenibilità.

L’intelligenza artificiale sta “mangiando” Wikipedia? La situazione è più seria di quanto pensi

Te ne sei accorto?

Forse no, ma qualcosa di grosso sta cambiando nel modo in cui troviamo le informazioni online. Wikipedia, la colonna portante della conoscenza libera su internet, quella che tutti abbiamo usato almeno una volta per una ricerca scolastica o per toglierci un dubbio al volo, sta perdendo colpi. E non di poco.

La Wikimedia Foundation ha messo nero su bianco un dato che dovrebbe far riflettere: un calo dell’8% del traffico umano nel 2025.

Diciamocelo, non è un numeretto da ignorare. È il segnale di una scossa tellurica che sta attraversando il web, e l’epicentro ha un nome ben preciso: intelligenza artificiale generativa.

Il problema, come descritto dalla stessa Wikimedia in un post sul suo blog, è che motori di ricerca come Google stanno cambiando le regole del gioco. Invece di mandarti a leggere la fonte originale, ti servono la “pappa pronta”, un riassunto generato dall’IA direttamente nella pagina dei risultati.

Comodo, vero?

Forse troppo.

E qui la faccenda si fa seria, perché questo meccanismo sta prosciugando le visite a uno dei progetti collaborativi più importanti della storia umana.

Il paradosso: l’IA si nutre di Wikipedia, ma le toglie l’ossigeno

Pensa un attimo a questo controsenso: quasi tutti i modelli di Intelligenza Artificiale, da ChatGPT in giù, sono stati addestrati usando l’enorme mole di dati di Wikipedia.

In pratica, l’enciclopedia libera è il libro di testo su cui queste macchine hanno “studiato”.

Google stesso, con i suoi AI Overviews, attinge a piene mani da quel sapere per costruire le sue risposte sintetiche.

Quindi, il contenuto di Wikipedia è più usato che mai, ma in modo indiretto, quasi “piratato” per così dire.

Il risultato?

Gli utenti ottengono la risposta e non hanno più motivo di cliccare sul link per visitare il sito.

È giusto che un colosso come Google capitalizzi sul lavoro di migliaia di volontari per blindare gli utenti all’interno del proprio recinto, senza restituire nemmeno il traffico che prima garantiva?

La domanda non è banale, perché per Wikipedia meno visite significano meno persone che vedono i banner per le donazioni e, forse ancora più grave, un minor senso di comunità e partecipazione per i volontari che tengono in piedi l’intera baracca.

È una minaccia esistenziale, non giriamoci intorno.

Stiamo assistendo a una sorta di cannibalizzazione digitale, dove la creatura si sta rivoltando contro il suo creatore.

Ma di fronte a un gigante che sembra inarrestabile, cosa può fare una fondazione non-profit?

La mossa di Wikipedia: se non puoi batterli, usali a modo tuo

Se pensi che a Wikimedia stiano con le mani in mano a guardare il traffico crollare, ti sbagli di grosso.

Non stanno dichiarando guerra all’IA, anzi.

La stanno usando in modo intelligente per i loro scopi. Strumenti di intelligenza artificiale vengono già impiegati per aiutare i volontari, ad esempio automatizzando le traduzioni o migliorando i processi per accogliere nuovi editor.

L’idea è semplice: lasciare alle macchine i compiti noiosi per dare più tempo alle persone per fare ciò che solo gli umani sanno fare bene, cioè discutere, verificare e costruire consenso.

Ma non si fermano qui.

Stanno lavorando a sistemi per garantire la corretta attribuzione dei loro contenuti quando vengono usati dalle IA e, soprattutto, stanno cercando di raggiungere il pubblico dove si trova adesso, anche su piattaforme come TikTok.

Non è una resa, ma un adattamento strategico.

Stanno cercando di ricordare al mondo che dietro ogni risposta “magica” dell’IA c’è un lavoro umano, un lavoro che va sostenuto e protetto.

La prossima volta che Google ti darà una risposta immediata, quindi, fermati un secondo.

Chiediti da dove arriva quella conoscenza.

E, soprattutto, se chi l’ha creata, gratuitamente e per il bene di tutti, potrà ancora permettersi di farlo domani.

La risposta a questa domanda, amico mio, riguarda il futuro di tutto il web, non solo di Wikipedia.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

5 commenti su “L’Intelligenza Artificiale sta divorando Wikipedia?”

  1. Che la tecnologia ci offra risposte pronte è un’arma a doppio taglio, vero? Ci fa pigri, mentre ci promette efficienza. Ma chi controlla il vero?

  2. Francesco De Angelis

    Ma dai! 🤯 L’IA che “mangia” Wikipedia? Un boccone amaro. Se AI si nutre di conoscenza, deve anche restituirla. Come faremo a sapere la verità senza fonti aperte? 🧐 Dobbiamo preservare questo sapere!

  3. Ovviamente l’IA divorerà Wikipedia, è la naturale evoluzione. Chi si illude che l’umanità preferisca il dettaglio alla risposta immediata, o che i motori di ricerca cambieranno rotta, è un ingenuo. E noi imprenditori, siamo tutto fuorché ingenui. D’altronde, chi si fida di una fonte che non è costantemente sotto i nostri occhi?

    1. Alessandro Lombardi

      Ah, certo, l’IA “mangia” Wikipedia. Un boccone facile, visto che noi umani ormai preferiamo la comoda scorciatoia di una risposta preconfezionata, vero? Chi cerca la fatica della conoscenza, quando c’è l’intelligenza artificiale a servire tutto su un piatto d’argento? Patetico.

  4. Maurizio Greco

    Un paradosso amaro: l’IA, nata dalla nostra conoscenza, ora ne prosciuga la fonte. Wikipedia, il pilastro del sapere, diventa un banchetto digitale. La domanda è: chi servirà il pasto quando il cuoco avrà finito?

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