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Contattaci ora →L’azienda di Cupertino punta a trasformare il suo assistente vocale in un motore di ricerca avanzato, capace di fornire risposte dirette e contestualizzate, in diretta competizione con i chatbot più evoluti
Apple sta per potenziare Siri, trasformandola in un "answer engine" per competere con ChatGPT e Perplexity nell'IA generativa. Questa mossa strategica, sebbene in ritardo, mira a fornire risposte dirette e intelligenti, integrandosi profondamente nel suo ecosistema. Per Apple è cruciale per mantenere il controllo dell'accesso alle informazioni e non perdere rilevanza nel nuovo paradigma tecnologico.
La risposta di Apple a ChatGPT si chiama… Siri?
Sì, hai capito bene.
Il cuore della strategia di Apple è potenziare Siri fino a farla diventare un “answer engine” in grado di competere ad armi pari con gli strumenti che oggi dominano il mercato. Stando a quanto riportato da Digital Trends, l’obiettivo è smettere di delegare le domande complesse a una ricerca su Google e iniziare a fornire risposte dirette, discorsive e contestualizzate, proprio come fa ChatGPT.
In pratica, l’idea è trasformare Siri da assistente un po’ tonto, buono per impostare un timer o chiedere che tempo fa, a un copilota intelligente che capisce, riassume e interagisce con le informazioni del web.
Una promessa che fa gola a molti, specialmente a chi si è sempre lamentato dei limiti dell’assistente di Apple.
Ma quando vedremo davvero questa rivoluzione e, soprattutto, a quale prezzo?
Un piano ambizioso, ma con qualche crepa
Qui, però, le cose si complicano.
Mentre le indiscrezioni parlano di un lancio previsto già per il prossimo anno, la domanda che sorge spontanea è:
non è un po’ tardi?
Diciamocelo chiaro: Apple è in ritardo, un ritardo quasi imbarazzante se consideriamo la velocità con cui Google, Microsoft e altre aziende hanno invaso il mercato con le loro soluzioni AI.
Questa rincorsa affannosa solleva più di un dubbio sulla reale capacità di Apple di portare sul mercato qualcosa di veramente innovativo, e non solo una copia sbiadita di ciò che altri fanno già da tempo, e forse meglio.
Il rischio è che, per recuperare il terreno perduto, l’azienda si accontenti di una soluzione “abbastanza buona”, tradendo quella promessa di eccellenza a cui ci aveva abituati.
Stanno davvero costruendo il futuro dell’interazione uomo-macchina o stanno solo cercando di tappare una falla sempre più grande nella loro corazzata tecnologica?
Una mossa disperata o una strategia ben calcolata?
La verità, probabilmente, sta nel mezzo.
Questa non è solo una questione di funzionalità, ma di controllo, scrive Bloomberg.
Permettere che Google o OpenAI diventino il punto di accesso principale all’informazione sugli iPhone sarebbe un suicidio strategico per Apple.
L’obiettivo, quindi, potrebbe non essere tanto stupire con effetti speciali, quanto blindare il proprio fortino ed evitare di diventare irrilevanti nel nuovo paradigma dell’intelligenza artificiale.
L’integrazione profonda con il sistema operativo potrebbe essere la loro vera carta vincente, offrendo un’esperienza utente che i concorrenti, relegati a semplici app, non possono replicare.
Resta da vedere se questa mossa basterà.
Apple ci ha insegnato che non sempre chi arriva primo vince, ma questa volta la partita è diversa.
Non si tratta di lanciare un nuovo prodotto, ma di ridefinire il modo in cui interagiamo con la tecnologia stessa.
E in questa gara, partire con un giro di svantaggio potrebbe costare molto caro, non solo ad Apple, ma anche a noi utenti, che potremmo trovarci con uno strumento potente ma chiuso, progettato più per servire gli interessi di Cupertino che i nostri.
Tardivi o no, Apple deve pur fare qualcosa. Il vero test sarà se questa nuova Siri sarà davvero utile o solo un altro tentativo maldestro di inseguire chi sta già dettando il passo. Vedremo se avranno imparato qualcosa dai loro errori.
Finalmente Apple si muove, ma questo ritardo è sintomo di problemi. Speriamo che l’integrazione non sia la solita fuffa.
Ma siete sicuri che Siri possa competere? Io continuo a non fidarmi.
Potrebbe essere un bel passo avanti per Siri, anche se il ritardo è notevole. Mi domando se riusciranno davvero a renderla utile come ChatGPT o se sarà un’altra funzionalità che si perde nel loro mondo chiuso.
Ma dai, di nuovo Siri? Sembra che stiano solo cercando di non farsi superare. Sarà solo un altro tentativo di controllare tutto, come al solito. Speriamo almeno che funzioni, altrimenti è tempo perso.
Mah, l’idea di un Siri più sveglio non mi dispiace, anche se temo si perdano in troppi dettagli tecnici. Chissà se riusciranno a renderlo davvero utile nella vita di tutti i giorni.
Finalmente Apple si è decisa a fare qualcosa di più che fornire risposte basiche. Vedremo se questa mossa darà i suoi frutti o resterà un altro tentativo di inseguire chi corre già. Se non ci muoviamo, finiremo superati, no?
Certo che puntano a fare di Siri un “answer engine”, mica vorranno mica che la gente vada a chiedere a quel robot di OpenAI per le cose che sa già fare il loro telefono. Mica è una novità che Apple voglia tenere tutto in casa.
Un “answer engine” per Siri? Interessante. Apple cerca di recuperare il tempo perduto, puntando a centralizzare l’informazione. Chissà se questa mossa basterà a trattenere gli utenti dal cercare altrove risposte più… libere.
Ma certo che ci provano. Vogliono tenersi stretto chi paga le loro baracche, mica per altro.
Finalmente Apple si muove, ma il ritardo è imbarazzante. Pensano davvero che una Siri migliorata possa battere ChatGPT? Dubito.
Apple che cerca di recuperare terreno? Vedremo se il loro assistente vocale sarà all’altezza delle aspettative o se rimarrà solo un’eco lontana di ciò che conta.
Siri come “motore di risposte”? Pare che anche il gigante di Cupertino si sia accorto che la gente vuole risposte, non link. Vedremo se la magia di Apple riuscirà a dare anima a un’intelligenza artificiale che non sia solo un’interfaccia.
Siri che imita ChatGPT? Mi pare ovvio che debbano fare qualcosa, ma non mi aspetto miracoli. La solita mossa di Apple per recuperare terreno, chissà se funzionerà stavolta.
Tardi, ma meglio che mai. Se Apple pensa davvero di competere con ChatGPT con una Siri potenziata, dovrebbero capire che l’intelligenza non si compra con il marketing. La vera sfida è l’utilità reale, non solo il nome sul prodotto.
Ah, Apple che scopre l’acqua calda con Siri! Pensavano davvero che le risposte “dirette e contestualizzate” fossero un’invenzione di ieri? Mi chiedo se questa volta riusciranno a non farmi sentire che sto parlando con un elettrodomestico.
Speriamo che Siri diventi davvero utile, ultimamente mi sento perso con le risposte che mi dà. Sarà un grande passo avanti se riuscirà a competere con ChatGPT. Io, personalmente, ho bisogno di risposte veloci e precise per i miei studi.
Ma guarda un po’, Apple che cerca di recuperare il tempo perduto con Siri. Finalmente si accorgono che l’intelligenza artificiale non è un optional. Chissà se riusciranno a farla funzionare senza farmi impazzire.
Siri come “answer engine”? Francamente, spero solo che non sia l’ennesimo tentativo di vendermi un accessorio. Almeno che questa volta funzioni come promesso, altrimenti perdo la pazienza.
Ottima analisi! Mi pare che Apple abbia finalmente capito l’importanza di un assistente vocale più performante. Speriamo che questa volta Siri diventi davvero utile e non solo un altro gadget. Chissà se riusciranno a integrarla bene nei loro dispositivi.