Le regole del digitale stanno cambiando.
O sei visibile o sei fuori. Noi ti aiutiamo a raggiungere i clienti giusti — quando ti stanno cercando.
Contattaci ora →I dati sull’app mobile mostrano un rallentamento nella crescita e nell’engagement, sollevando interrogativi sulla sostenibilità del successo iniziale di ChatGPT e sulla sua capacità di mantenere gli utenti attivi nel tempo.
La corsa all'oro di ChatGPT rallenta. Dopo mesi di crescita esplosiva, i dati sull'app mobile mostrano un calo di download e un significativo drop nell'engagement. Nonostante le dichiarazioni di OpenAI, l'uso reale sta cambiando. La competizione con Google e le modifiche al tono di ChatGPT sembrano contribuire a questa frenata, portando l'AI a un bivio.
Ma l’engagement reale che fine ha fatto?
Il vero campanello d’allarme, quello che le presentazioni in grande stile non ti dicono, suona quando guardi come le persone usano davvero l’app.
Negli Stati Uniti, il tempo medio speso per utente è crollato del 22,5% da luglio, e il numero di sessioni per utente ha seguito a ruota con un -20,7% secondo AppTopIA.
Tradotto: non solo le persone passano meno tempo sull’app quando la aprono, ma la aprono anche meno spesso, come osserva TechCrunch.
Sembra che l’entusiasmo iniziale, quello dell’esplorazione continua, stia lasciando il posto a un utilizzo più mirato, quasi “mordi e fuggi”.
C’è un dato che però rassicura, almeno in parte: il tasso di abbandono (churn) si è stabilizzato. Questo suggerisce che OpenAI è riuscita a tenersi stretta uno zoccolo duro di utenti fedeli, quelli che probabilmente hanno integrato lo strumento nel loro flusso di lavoro quotidiano.
Ma allora, se l’uso si fa più sporadico, come si conciliano questi dati con le cifre da capogiro che l’azienda continua a comunicare?
La narrazione ufficiale contro la realtà dei fatti
E qui la storia si complica. Mentre l’uso quotidiano sembra perdere smalto, Sam Altman sale sul palco e dichiara 800 milioni di utenti attivi settimanali.
Un numero enorme, quasi il 10% della popolazione mondiale, che serve a mandare un messaggio forte e chiaro al mercato e agli investitori. Aggiungici un fatturato annuo che ha toccato i 10 miliardi di dollari a giugno e il fatto che il 92% delle aziende Fortune 500 usi la piattaforma, e il quadro sembra perfetto.
Ma è davvero così?
Questi numeri, per quanto impressionanti, potrebbero nascondere una verità più scomoda: la crescita esponenziale sta finendo e ora inizia la vera battaglia, quella per la fedeltà e l’utilizzo profondo.
Un conto è avere milioni di utenti registrati, un altro è mantenerli attivi e coinvolti nel lungo periodo, specialmente quando all’orizzonte si materializza un concorrente che non ha nessuna intenzione di stare a guardare.
L’ombra di Google e un possibile autogol
Google, il gigante che sembrava aver perso il primo round, ha iniziato a sferrare i suoi colpi. Il lancio del modello “Nano Banana” per Gemini a settembre ha provocato un’impennata nei download della sua app, rosicchiando inevitabilmente l’attenzione del pubblico.
Ma siamo sicuri che la colpa sia solo della concorrenza?
Forse OpenAI ci ha messo del suo.
All’inizio del 2025, l’azienda ha modificato il tono di ChatGPT, rendendolo meno “servile” e più diretto. Una mossa pensata per migliorarne l’utilità professionale, che però potrebbe aver avuto un effetto collaterale inaspettato: renderlo meno “umano” e più freddo.
In un mercato dove l’esperienza utente è tutto, questo cambiamento potrebbe aver alienato una parte di quel pubblico che si era affezionato al suo stile più colloquiale.
Insomma, nel tentativo di rendere lo strumento più efficiente, forse gli hanno tolto un pezzo di quell’anima che ne aveva decretato il successo virale.
Logico. Quando l’entusiasmo iniziale si scontra con l’utilità quotidiana, il vero valore emerge. Resta da capire se i dati di engagement riflettano un limite intrinseco o un’occasione per un’evoluzione più concreta.
Eppure, pensavo fosse una rivoluzione. Ora pare solo una bolla d’aria. Mi chiedo se siamo noi ad inseguire chimere o se la tecnologia sta solo mostrando la sua faccia più spigolosa.
La corsa all’oro rallenta. Dati grezzi, non favole. Il reale engagement, quello conta.
Ma dai. 🙄 Ancora con questa storia del rallentamento. Pensavamo fosse la panacea di tutti i mali, e ora? 🤷♂️ Tutta questa tecnologia, alla fine, serve a qualcosa o ci illudiamo? 🤔
Questi dati mobili dipingono un quadro piuttosto eloquente, non trovi? Sembra che l’incanto iniziale sia svanito, lasciando solo la cruda realtà dell’interazione umana. Chissà se questa intelligenza artificiale ha davvero imparato a conversare, o se è solo un altro giocattolo scartato.
I dati sono un mare in tempesta. Si naviga a vista. Non c’è un faro, solo onde di numeri. La magia svanisce. Dove va l’entusiasmo?
Dati. Che sorpresa. Pensavo fosse magia, invece è solo altro codice da aggiornare. La realtà batte il marketing. E io che mi ero illuso.
Questa AI è un cavallo imbizzarrito? Credevo fosse l’era dell’oro, e invece è solo un’illusione ottica. Chissà se i dati raccontano tutta la storia.
Mah, i dati parlano. La realtà morde. Sarà il tempo a dire se è un fuoco di paglia.
Ma guarda un po’, la gallina dalle uova d’oro inizia a grattare un po’ troppo. Pensare che ci abbiano venduto il futuro quando forse stavamo solo giocando con un giocattolo costoso. Dove sono finiti tutti gli “utenti attivi”?
E pensare che ci hanno propinato la favola della rivoluzione. Pare che la ‘corsa all’oro’ si stia trasformando in una Cenerentola tecnologica, con la mezzanotte che incombe prima del previsto. Spero solo che chi ci ha creduto non si ritrovi con la zucca al posto del carro.
Basta, la magia è svanita? Pensavo fosse la bacchetta magica, e invece puzza di aggiornamento fuffa. La gente si è stufata di chiacchiere vuote. Speriamo trovino qualcosa di concreto, altrimenti il flop è servito.
Ma che succede? Pensavo fosse una svolta epocale, invece sembra che l’entusiasmo iniziale si stia spegnendo. Ci sarà un motivo?
Eh già, il calo di engagement si sente. Forse l’entusiasmo iniziale lascia spazio alla realtà d’uso. E se poi il problema fosse la difficoltà di integrare certe funzionalità nella vita quotidiana?
La corsa non è finita, solo il terreno è cambiato. Tocca adattarsi, o sparire.
Ma certo, il successo facile dura poco. Forse la gente ha capito che chiedere a un chatbot è meno stimolante che pensare da sé.