Fotografie in mondi 3D: la rivoluzione AI tra World Labs, Google e Open Source

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Mentre startup e colossi tech si contendono la leadership, la vera innovazione potrebbe nascere dall’open source e dalla ricerca accademica, aprendo scenari inimmaginabili per il futuro del 3D.

L'AI sta trasformando semplici fotografie in mondi 3D interattivi, promettendo una rivoluzione in gaming, cinema e robotica. World Labs (valutata oltre un miliardo), Google (con i progetti Genie) e iniziative open-source (come Hunyuan3D di Tencent) sono in una corsa. Il 2025 è atteso come l'anno di svolta, dove le promesse dovranno concretizzarsi in strumenti potenti per i creativi.

La corsa dei giganti (e le loro promesse miliardarie)

A fare la voce grossa in questo momento è una startup londinese, World Labs, che sta facendo un sacco di rumore con i suoi “Large World Models” (LWMs).

Il punto è questo: a differenza di altre tecnologie che creano una scena statica, il loro sistema ti permette di interagire con il mondo 3D generato, modificando luci, colori e oggetti in tempo reale.

Gli investitori, a quanto pare, ci credono parecchio, visto che hanno messo sul piatto oltre 230 milioni di dollari, portando la valutazione dell’azienda a superare il miliardo.

Promettono un prodotto per il grande pubblico entro il 2025 come puoi leggere su Ars Technica.

Ma quando si parla di IA, Google non sta mai a guardare. Da Mountain View rispondono con non uno, ma ben due progetti.

Il primo, Genie 2, è un modello capace di tirare fuori mondi 3D interattivi da una singola immagine. Più di recente, però, hanno annunciato Genie 3, definito da loro stessi come “un modello di mondo per scopi generali in grado di generare una diversità senza precedenti di ambienti interattivi”.

Belle parole, certo, ma la domanda sorge spontanea: si tratta di una vera superiorità tecnologica o della classica dimostrazione di forza di chi non vuole rimanere indietro?

Mentre le multinazionali si sfidano a colpi di annunci, la vera innovazione, quella che cambia le regole, spesso nasce altrove, lontano dai riflettori del marketing.

Dalla ricerca accademica all’open source: la vera spinta?

Infatti, alla Johns Hopkins University, un gruppo di ricercatori ha sviluppato un sistema chiamato GenEx che, a differenza degli altri, non si limita a “vedere” un’immagine, ma la “immagina” in modo simile a un essere umano.

In pratica, come spiegato in un articolo dell’università stessa, l’IA non si limita a ricostruire ciò che c’è, ma ragiona sulle possibilità, generando scenari probabili senza bisogno di esplorare fisicamente l’ambiente.

Una tecnologia del genere potrebbe avere implicazioni enormi, ad esempio per le squadre di soccorso che devono valutare siti pericolosi a distanza.

E poi c’è la mossa che potrebbe sparigliare le carte: Tencent ha rilasciato Hunyuan3D 1.0, il primo modello di questo tipo a essere completamente open source.

Questo significa che chiunque, dal piccolo sviluppatore al ricercatore indipendente, può metterci le mani sopra, studiarlo e migliorarlo.

Una mossa del genere potrebbe accelerare lo sviluppo in modi che i laboratori chiusi delle grandi aziende non possono prevedere, togliendo il controllo del gioco dalle mani di pochi.

Tutto questo è affascinante, ma la domanda che ti starai facendo è: cosa ce ne facciamo, concretamente?

E quindi? promesse mirabolanti o rivoluzione alle porte?

Diciamocelo, le promesse non bastano.

Un analista del settore ha definito il 2025 “l’anno del ‘put up or shut up’ per le aziende di IA”, il momento in cui le grandi dichiarazioni dovranno trasformarsi in risultati concreti e scalabili. L’idea che questi strumenti possano democratizzare la creazione di contenuti 3D è allettante: sviluppatori di videogiochi, registi e architetti potrebbero creare prototipi in una frazione del tempo.

Ma questo significa che i professionisti del 3D verranno messi in panchina?

Probabilmente no.

Anzi, è più probabile che questi strumenti diventino dei potentissimi alleati, automatizzando le parti più noiose del lavoro e lasciando più spazio alla creatività e alla risoluzione di problemi complessi. Le aziende che capiranno questo e si prepareranno a integrare queste tecnologie nel loro flusso di lavoro avranno un vantaggio enorme.

La corsa è appena iniziata, e sarà interessante vedere chi, alla fine, taglierà il traguardo per primo.

E soprattutto, con cosa in mano: l’ennesimo giocattolo tecnologico per pochi o uno strumento davvero capace di cambiare il modo in cui lavoriamo e creiamo.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

17 commenti su “Fotografie in mondi 3D: la rivoluzione AI tra World Labs, Google e Open Source”

  1. Questa corsa al 3D con l’AI mi lascia un po’ perplesso. Chi riuscirà a creare qualcosa di veramente utile per noi marketers, non solo per i gamer?

  2. Chiara Barbieri

    Il punto è l’interattività. Se l’AI crea solo scenari statici, serve a poco. Voglio vedere cosa faranno con le promesse per il 2025.

    1. Mi sento un po’ persa con tutta questa tecnologia che avanza così in fretta. Spero che questi nuovi mondi 3D diventino accessibili anche a chi non è un esperto, altrimenti mi sembrerà tutto un po’ troppo distante.

      1. Chiara Barbieri

        Ma davvero credete che i grandi nomi terranno il passo? L’open source è il vero motore, basta vedere le potenzialità. Chi controllerà le future creazioni?

    2. Veronica Valentini

      L’interattività è la chiave, come sottolineato. L’open source potrebbe democratizzare la creazione di mondi 3D, ma la scalabilità rimane la vera prova del nove.

  3. Aspetto di vedere se ‘sto 2025 porterà davvero strumenti pratici o solo chiacchiere. Speriamo non sia l’ennesima bolla tecnologica, mi innervosisce un po’ questa attesa.

    1. Laura, la tua apprensione è comprensibile, ma temo che tu non colga la portata. Il vero potere non sta nelle chiacchiere, ma nell’esecuzione. L’AI che trasforma foto in mondi 3D è un dato di fatto, non un’ipotesi. Chi sa fare, raccoglierà. La tua riflessione è… naive.

  4. Tutta questa frenesia per i mondi 3D generati da AI mi sembra una corsa al rialzo. Alla fine, chi controllerà questi “Large World Models”? Mi sa che ci ritroveremo solo con un’altra manciata di aziende a decidere cosa possiamo creare e vedere.

  5. Concordo, l’open source ha un potenziale enorme qui. Sebbene i grandi player giochino un ruolo, la collaborazione libera può portare a risultati sorprendenti. Mi chiedo se questa accessibilità cambierà davvero la creazione di contenuti per tutti.

  6. Sebastiano Caputo

    Questi “mondi 3D” generati dall’AI sono un interessante progresso, ma mi chiedo se la corsa al “più grande” non oscuri la reale utilità pratica per noi imprenditori. Bisogna vedere se queste creazioni diventeranno attrezzi concreti o solo costosi giocattoli digitali.

  7. Ma figuriamoci. Tutte queste “rivoluzioni” con l’AI mi sembrano più che altro un modo per chiacchiere. Se poi mi dici che è l’open source a fare la differenza, allora la cosa si fa quasi ridicola. La vera arte, quella che muove i portafogli, non nasce certo da algoritmi.

  8. Interessante l’approccio open source, ma i colossi hanno risorse per dominare il mercato. La vera partita si gioca sulla monetizzazione.

    1. Ma certo, la vera “rivoluzione” è sempre dietro l’angolo, ma i soldi veri li fanno quelli che hanno i server più grandi. Speriamo solo che i creativi non finiscano a fare i commessi in questi “mondi” digitali.

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