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Dopo il debutto negli Stati Uniti, l’AI Mode di Google arriva in India dal 24 giugno 2025, promettendo di rivoluzionare il modo in cui gli utenti affrontano le ricerche complesse, sfruttando la potenza di Gemini 2.5.
Google ha lanciato la sua nuova esperienza di ricerca AI Mode in India il 24 giugno 2025, dopo il debutto negli USA. Potenziata da Gemini 2.5, permette agli utenti di porre domande complesse usando testo, voce o immagini. La funzionalità è disponibile tramite Search Labs e mira a scomporre le richieste in sotto-argomenti per ricerche più approfondite.
E per te utente indiano, cosa cambia davvero?
Questa notizia ti riguarda da vicino anche se non vivi in India.
Sai perché?
Perché questa AI Mode potrebbe interessarti parecchio, soprattutto per come gestisce gli input. Non si tratta solo di digitare testo; puoi usare la voce e, cosa ancora più stuzzicante, le immagini. Come annunciato da Google, puoi caricare una foto, che so, di una pianta sconosciuta, e chiedere aiuto.
Considerando che l’India, secondo Google stessa, è il paese con il più alto numero di utenti mensili di Google Lens al mondo, questa funzionalità visiva non sembra affatto campata per aria. Il sistema, che Google chiama “query fan-out”, promette di analizzare contemporaneamente vari aspetti della tua domanda, attingendo dal Knowledge Graph, dati in tempo reale e database di prodotti.
Bello, sulla carta.
Ma sarà davvero così rivoluzionario o è solo un modo per Google di raccogliere ancora più dati sulle nostre abitudini, mascherato da innovazione?
Un semplice aggiornamento o l’inizio di una nuova era? Gli esperti si dividono
L’arrivo di AI Mode non è passato inosservato, e c’è già chi, come lo stratega PR Dale Bhagwagar, lancia l’allarme, o forse l’opportunità.
I professionisti del settore PR e SEO farebbero bene a rimboccarsi le maniche e iniziare a pensare in termini di Generative Engine Optimization (GEO). “Chi si muove ora verso strategie GEO si assicurerà un vantaggio enorme prima che l’AI Mode esca dalla fase di test”, ha sottolineato Bhagwagar.
Insomma, un bel terremoto per chi lavora con la visibilità online.
D’altro canto, Hema Budaraju, VP product management per la ricerca in Google, la mette giù più soft, dicendo che la funzione è pensata per “domande esplorative”, quelle che richiedono un’analisi più profonda. O forse Google sta solo cercando di arginare la concorrenza di nuovi arrivati come Perplexity e ChatGPT, che stanno già mordendo le caviglie al gigante della ricerca.
Una visione un po’ idilliaca, non trovi?
La strategia di Google: più che un esperimento, una dichiarazione d’intenti
Questo sbarco in India, il primo fuori dagli USA, non è una mossa casuale. Annunciato in pompa magna al Google I/O 2025, dove il CEO Sundar Pichai ha svelato che gli utenti arrivavano a formulare domande fino a cinque volte più lunghe della media, questo lancio è una chiara indicazione della direzione che Google vuole prendere. Come evidenziato anche da YourStory, si tratta di offrire risposte iper-rilevanti e multimodali, cucite su misura per le preferenze locali.
Una mossa per rafforzare il dominio nella ricerca, certo, ma a quale prezzo?
Questo focus sulla profondità della risposta, invece che sulla velocità di accesso a più fonti, cambierà davvero in meglio il nostro modo di informarci, o ci renderà ancora più dipendenti da un unico fornitore di “verità”?
Staremo a vedere se questa AI Mode sarà davvero un copilota intelligente o solo un altro modo per tenerci incollati allo schermo, guidati da algoritmi sempre più sofisticati.
Interessante l’espansione in India. L’uso di immagini e voce per le ricerche potrebbe semplificare parecchio la vita. Vedremo se Gemini 2.5 manterrà le promesse e se l’AI Mode sarà precisa come dicono.