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Contattaci ora →Mentre Google si autocelebra, i dati mostrano un calo preoccupante del traffico organico per editori e aziende, sollevando dubbi sulla reale efficacia delle AI Overviews.
Le AI Overviews di Google, promesse come acceleratori di traffico, stanno in realtà causando un crollo significativo dei click. Studi di Ahrefs e Press Gazette indicano una diminuzione del CTR fino al 47.5% per la prima posizione. Questo smentisce le dichiarazioni di Sundar Pichai e mette in allarme editori e aziende, che vedono il loro traffico organico assottigliarsi. Il futuro è incerto, con l'AI Mode all'orizzonte.
I numeri non mentono: i click crollano (ma Google dice di no)
Diciamocelo chiaramente: i dati sono brutali.
Un’analisi approfondita di Ahrefs ha messo in luce come la presenza di una AI Overview faccia crollare il click-through rate (CTR) della prima posizione di un pesantissimo 34.5%. In pratica, se prima eri il re della SERP, ora ti ritrovi con un terzo dei visitatori in meno.
E non è un caso isolato. Altri studi, come descritto da Press Gazette, rincarano la dose parlando di un calo che arriva fino al 47.5% su desktop.
Capisci di che cifre stiamo parlando?
Quasi un click su due svanito nel nulla.
La parte quasi comica è che Sundar Pichai, il CEO di Google, continua a sostenere che i link dentro le AI Overviews ricevano addirittura più click.
Davvero?
A chi dobbiamo credere, ai dati o alle dichiarazioni ufficiali?
Questa discrepanza fa sorgere un dubbio legittimo: o i loro dati sono radicalmente diversi da quelli di tutti gli altri, oppure ci stanno raccontando la favola che fa più comodo a loro.
Ma mentre il dibattito prosegue, il traffico continua a calare. E la giustificazione che viene offerta per questo calo è tanto affascinante quanto, forse, pericolosa.
Meno click, più qualità? la difesa che non convince del tutto
La linea difensiva è questa: “Ok, i click sono meno, ma quelli che arrivano sono molto più qualificati”. In sostanza, l’IA farebbe da filtro, lasciando passare solo gli utenti pronti a convertire.
Un’idea che, sulla carta, ha anche un suo perché.
Il problema è che questa non è una regola universale. I dati mostrano infatti come l’impatto cambi drasticamente da settore a settore. Se nel B2B e nell’healthcare le AI overviews sono ormai la norma, nel mondo e-commerce la loro presenza è crollata dal 29% ad appena il 4%.
Ti sembra una coincidenza?
O forse Google si è accorta che lì, dove si fanno transazioni dirette, toccare i click significa toccare direttamente i portafogli e ha preferito fare un passo indietro?
Questo approccio “a settori” dimostra che non c’è una visione unica, ma una strategia che si adatta a dove fa più comodo. Lasciare che l’IA risponda a domande su temi educativi o sanitari è un conto, ma intromettersi nel percorso d’acquisto di un utente è un altro. Questa logica però apre le porte a un futuro ancora più incerto, dove il controllo di Google sul flusso di informazioni potrebbe diventare quasi totale.
Non è finita qui: all’orizzonte c’è l’AI mode
Se le AI Overviews ti sembrano un problema, preparati, perché la vera rivoluzione deve ancora arrivare.
Google sta già testando negli Stati Uniti e nel Regno Unito la “AI Mode”, una modalità di ricerca dove l’intelligenza artificiale non si limita a dare un riassunto, ma gestisce l’intera conversazione con l’utente, rispondendo a domande e follow-up senza che ci sia quasi più bisogno di visitare un sito.
Questo è il vero punto di svolta, il passaggio a un mondo “zero-click” dove le pagine web diventano semplici fonti da cui l’IA attinge, spesso senza nemmeno dare il giusto credito.
Stiamo assistendo a un cambiamento epocale nel modo in cui le persone cercano e trovano informazioni. Le query si allungano, diventano più complesse, e Google si sta posizionando come l’unico interlocutore in grado di dare risposte.
La domanda che dobbiamo farci non è più “come arrivo primo su Google?”, ma “come sopravvivo in un mondo dove Google è la risposta?”.
E questa, purtroppo, è una domanda a cui nemmeno la sua IA, per ora, sa rispondere.
Quindi Google ci vende fumo? Le promesse di traffico si trasformano in visite fantasma per chi crea contenuti. Mi chiedo se abbiano mai pensato alle conseguenze reali per noi che ci impegniamo a produrre valore. Un paradosso, no?
Angela, la tua domanda è pertinente. Google promette visibilità e invece ci ritrova con meno click. È una situazione ambigua: da un lato l’efficienza promessa, dall’altro la realtà dei numeri che lascia perplessi. Ma chi ci paga alla fine, se non il traffico?
E se alla fine Google stesse solo ingannando noi utenti, promettendoci risposte rapide ma rubandoci il piacere della scoperta? Forse il vero problema non sono i numeri, ma la nostra dipendenza da risposte preconfezionate.
Questo è un disastro! Pensavo di poter contare su un aumento di visibilità, invece mi ritrovo con un calo netto. Mi fa paura pensare a dove ci porterà tutto questo.
Capisco la frustrazione per questo calo di visite. Sembra che l’efficacia sia minore di quanto si sperasse. Mi chiedo se questa sia una fase temporanea o un cambiamento duraturo.
Non ci credo! I numeri di Ahrefs sono terribili. Avevo un brutto presentimento su queste AI Overviews. Se i click diminuiscono così tanto, come possiamo continuare? Mi preoccupa parecchio.
Il calo dei click è un dato di fatto che ci mette in difficoltà. Temo che questa direzione possa penalizzare chi lavora con impegno per offrire contenuti di valore.
Davide, la situazione è esattamente quella che dici. I numeri di Ahrefs sono chiari: meno click per tutti. Bisogna capire cosa faranno le aziende per sopravvivere a questo disastro.
Questi dati sulla diminuzione dei click sono decisamente preoccupanti. Come marketer, mi interrogo su come adattare le nostre prospettive quando le SERP cambiano così radicalmente. Mi chiedo se questo sia un ripensamento di Google o una direzione che non possiamo più ignorare.
Certo che i numeri crollano, mica si aspettavano che Google regali il traffico. È una presa in giro bella e buona, ti promettono visibilità e poi ti rubano i click con quelle risposte preconfezionate. C’è da chiedersi se questo sia solo l’inizio di un’operazione più grande.
Isabella, la tua analisi è perspicace, ma permettimi di aggiungere che la presunzione di Google nel nascondere la verità con le sue dichiarazioni mi pare piuttosto palese. I numeri sono lì a dimostrarlo, non c’è molto da interpretare. Ormai è chiaro che la loro “evoluzione” sta penalizzando chi produce contenuti.
È frustrante vedere come le promesse di Google si scontrino con le conseguenze reali sui nostri siti. Il calo del CTR è tangibile e solleva interrogativi sulla sostenibilità di questo approccio. Come professionisti del settore, dobbiamo valutare attentamente come adattarci a questo cambiamento.
Isabella, mi pare ovvio che i numeri di Ahrefs non mentano. Se prima il primo risultato prendeva il 34.5% dei click, ora con le AI Overviews è un disastro. Pensare che Pichai parli di più traffico è quasi ridicolo, ma tant’è. Ci stanno proprio mettendo in difficoltà.
Le statistiche parlano chiaro: meno click per i siti. Speriamo che Google riveda la sua posizione per noi creatori di contenuti.
La realtà dei fatti spaventa. Ho il timore che ci stiano spogliando del nostro lavoro. Cos’altro ci riserverà questo progresso?
Ma dai, Google che dice che i dati non mentono quando invece lo fanno eccome? Se la vetrina ti toglie la gente dal negozio, non si chiama “migliorare l’esperienza”. Mi chiedo se il vero obiettivo non sia quello di chiudere il piccolo editore per tenersi tutto il guadagno.
Ma davvero? Google che si auto-celebra mentre ti svuota il negozio? Sembra che stiano giocando a fare i furbi, promettendo un banchetto e servendo invece solo briciole. Chissà se poi questo “miglioramento” non si traduca in un bel monopolio, eh?
Questi numeri evidenziano un problema tangibile per gli editori. La riduzione dei click mi preoccupa per la sostenibilità dei contenuti online.
È un po’ come un sogno che svanisce, no? Le promesse di visibilità si trasformano in vuoto. Mi chiedo se questa direzione sia quella giusta per la condivisione delle informazioni.
Benedetta Lombardi: Dati alla mano, si conferma la mia impressione: Google sta cannibalizzando il traffico altrui. Un gioco a somma zero, con perdenti certi. A questo punto, vale la pena fidarsi ancora del gigante?
Cara Benedetta, è proprio così, sembra che ci rubino i sogni digitali. Chissà dove andrà a finire questo sentiero.
Ciao a tutti, sono Luciano. Leggendo questi dati mi sento un po’ perso. Crolla il CTR, ma Google dice che i numeri sono diversi. Come possiamo fidarci delle statistiche se le interpretazioni divergono così tanto? Che ne pensate?
Eva Fontana: Questi dati sul CTR delle AI Overviews sono piuttosto indicativi, non trovi? Sembra che la promessa di visibilità stia nascondendo un calo tangibile per molti. Ma è solo una fase di adattamento, o c’è qualcosa di più strutturale in gioco?
Ciao Eva,
Sono Luciano. Mi ritrovo un po’ spaesato con queste statistiche. Se le AI Overviews riducono i click, perché Google insiste? Sembra una contraddizione. Forse stiamo interpretando male i dati o Google ha un piano a lungo termine che ancora non capiamo? Che ne pensi?