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Contattaci ora →Dietro al record di velocità si nascondono ottimizzazioni del motore Blink e promesse di risparmio di tempo, ma quanto impatta davvero sull’esperienza utente?
Google Chrome annuncia un punteggio record (52,35) nel benchmark Speedometer 3, sostenendo di far risparmiare agli utenti 58 milioni di ore all'anno grazie a ottimizzazioni nel motore Blink. Sorgono però dubbi sulla reale percezione del miglioramento nella navigazione quotidiana e sull'effettivo vantaggio per l'utente rispetto agli interessi commerciali di Google.
Ma come hanno fatto a ottenere questi risultati da prima pagina?
Stando a quanto scrive Chromium Blog, gli ingegneri di Big G avrebbero messo le mani un po’ ovunque nel motore Blink, quello che, in parole povere, fa funzionare il browser sotto il cofano. Hanno ottimizzato il modo in cui il browser usa la cache della CPU, cercando di far muovere i dati il meno possibile e nel modo più intelligente, un aspetto sottolineato anche da Android Central.
Poi si sono concentrati sulla gestione della memoria, utilizzando di più un loro sistema interno chiamato Oilpan, con l’obiettivo di far sì che le pagine, specialmente quelle più pesanti e cariche di testo, si carichino in un lampo. Avrebbero anche sfoltito alcune operazioni di caching ritenute superflue e ridotto certi “sbalzi” nello stato del DOM, che per te utente significa, o dovrebbe significare, meno intoppi mentre una pagina si sta componendo.
Insomma, una serie di ritocchi tecnici mirati a brillare proprio in test come Speedometer 3, che simula attività comuni come l’esecuzione di JavaScript e il rendering di elementi grafici.
La domanda, però, resta: quanto di questo lavoro certosino si traduce in un’esperienza d’uso che ti cambia davvero la giornata, al di là dei punteggi altisonanti?
Un record che fa rumore, ma cosa c’è dietro la medaglia?
Certo, non è la prima volta che da Mountain View si vantano di questi exploit: già nel 2024 avevano sbandierato record simili grazie a migliorie nella parallelizzazione di alcune operazioni. E qui, permettimi una precisazione importante: Speedometer 3, il banco di prova di cui tanto si parla, è stato sviluppato sì in collaborazione con altre big del settore come Apple, Microsoft e Mozilla, ma le dinamiche di questi test sono sempre complesse e, a volte, un po’ opache.
Ad esempio, come fanno notare alcuni utenti più smaliziati su forum come MacRumors, Google ha utilizzato la versione 3 di Speedometer per questi test, e non la più recente 3.1, mentre Apple, da parte sua, non ha ancora pubblicato dati aggiornati per il suo Safari.
Questo rende i confronti diretti un po’ come paragonare le mele con le arance, non trovi?
E poi torniamo a quei mirabolanti 58 milioni di ore risparmiate: Google ci dice che equivalgono a circa un minuto al giorno per utente, se questo naviga solo 10 minuti. Numeri che, guarda caso, fanno un gran comodo soprattutto quando si parla di e-commerce, settore in cui la stessa Google afferma che piccole riduzioni nei tempi di caricamento possono portare a un aumento del 3-5% nelle conversioni.
Addirittura 83 vite umane risparmiate in un anno!
Sarà una coincidenza?
Forse.
Ma quando un colosso come Google, che, non dimentichiamolo, vive di pubblicità e dati, spinge così tanto l’acceleratore sulla velocità, viene spontaneo chiedersi: è solo per farci navigare più felici e contenti, o c’è anche un tornaconto bello sostanzioso per le sue casse?
La fanfara di Google suona forte, ma non tutti si uniscono al coro
Se da un lato alcuni sviluppatori, come si può leggere su forum dedicati come Linux.org, sembrano apprezzare questi sforzi tecnici, soprattutto per le applicazioni web più complesse che richiedono molta potenza, dall’altro non mancano le voci critiche e qualche sopracciglio alzato. C’è chi, tra i sostenitori del software open source e della privacy, storce un po’ il naso di fronte a questa continua corsa al benchmark, vista più come una mossa di marketing per consolidare una posizione dominante che come un reale interesse a migliorare l’esperienza utente su tutti i fronti, inclusa la tanto bistrattata privacy.
E anche gli ingegneri di browser concorrenti, pur riconoscendo l’utilità di strumenti come Speedometer, ci tengono a sottolineare che la performance pura è solo uno degli aspetti da considerare, insieme alla sicurezza, all’efficienza energetica e al rispetto degli standard web, come emerge anche dalle discussioni su piattaforme come Planet Mozilla. Alla fine della fiera, questi punteggi da record sono sicuramente un bel trofeo da esporre per Google, che dimostra di investire per mantenere Chrome sulla cresta dell’onda in un web sempre più esigente e affamato di risorse.
Ma la domanda che ti invito a porti, e a cui forse solo tu puoi dare una risposta, è: quanto di questo “progresso” si traduce in un beneficio tangibile e concreto per te, nella tua vita digitale di ogni giorno, e quanto invece serve a rafforzare la posizione di un browser che, non scordiamocelo, è anche il principale veicolo attraverso cui Google fa i suoi affari?
La velocità è importante, non c’è dubbio.
Ma siamo sicuri che sia l’unica cosa che conta?
E soprattutto, a quale costo per tutto il resto?
Velocità misurate? Ok, ma la mia domanda è: Chrome diventerà meno avido di risorse? Perché un boost di performance che prosciuga la batteria del mio portatile non mi serve a molto. Preferisco un browser più “slow”, ma che mi lasci lavorare.
Claudia Riva, hai ragione. Aumentare la velocità a discapito della batteria non è una gran mossa per molti utenti. Vedremo i test reali.
Test interessanti. Il risparmio di tempo dichiarato è notevole, ma l’impatto reale si vedrà nell’uso quotidiano, soprattutto su dispositivi meno recenti.
Un test di velocità fa comodo a Google per la stampa, ma l’utente medio nota la differenza? Forse è più fumo che arrosto. Vedremo.
Alice Grassi, forse. Io aspetterei a festeggiare. I numeri sono belli, ma voglio vedere Chrome più leggero, non solo più “veloce”.
Silvia Grassi: Leggero? Illusa. Qui puntano solo a far girare meglio la loro pubblicità. Il resto è fuffa per gonzi.
Che notizia! Sono super curioso di vedere se questo boost di velocità si tradurrà in siti web più reattivi. Spero che migliori anche la durata della batteria sui portatili!
@Francesco Lombardi: Anch’io! Speriamo davvero in un miglioramento della batteria. Chrome a volte consuma un po’ troppo, soprattutto quando ho molte schede aperte per studiare. Vedremo se si nota la differenza.