Google Discover sotto assedio: l’invasione di notizie false generate dall’IA

Anita Innocenti

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L’invasione di notizie false generate dall’IA su Google Discover: come la fabbrica dello spam inganna l’algoritmo e quali sono le possibili soluzioni.

Google Discover è invaso da notizie false generate dall'IA, raggiungendo milioni. Google ha ammesso il problema, promettendo un "fix". La piattaforma premia l'engagement rapido, rendendola vulnerabile agli spammer che usano domini scaduti e traffico finto. Sorge il dubbio che una soluzione tecnica non basti, poiché gli incentivi economici per lo spam sono troppo forti.

Come funziona la fabbrica dello spam che inganna l’algoritmo

Diciamocelo, il meccanismo messo in piedi da questi operatori è tanto semplice quanto geniale.

Il primo passo è acquistare domini scaduti che hanno ancora una certa autorevolezza agli occhi di Google. Dopodiché, li riempiono di articoli generati con l’IA su argomenti di tendenza, con titoli sensazionalistici pensati per farti cliccare.

Per dare la spinta iniziale, comprano traffico finto e usano gruppi social per generare i primi click, quel tanto che basta per ingannare l’algoritmo di Discover e fargli credere che la notizia sia diventata virale.

Il risultato? Contenuti spazzatura che finiscono dritti sul tuo telefono.

Il data journalist francese Jean-Marc Manach, che sta tracciando il fenomeno, ha già censito oltre 8.300 di questi siti fasulli solo in lingua francese, come riportato su Search Engine Land.

E l’impatto di questa operazione, purtroppo, non è affatto trascurabile.

Anzi, stiamo parlando di notizie completamente false che raggiungono milioni di persone.

Notizie false che raggiungono un pubblico enorme

La settimana scorsa, nel Regno Unito, è diventata virale una notizia intitolata “Licenza TV gratuita per gli over 60 nel Regno Unito”.

Sembrava vera, peccato che fosse pubblicata su un sito chiamato “mountainbrooksolarproject” e fosse, ovviamente, una bufala totale come racconta Press Gazette.

Questa storiella, creata al 100% da un’IA, ha raggiunto quasi 3 milioni di utenti prima di essere rimossa.

Capisci cosa significa?

Milioni di persone sono state esposte a una disinformazione palese, servita direttamente da Google.

Di fronte a un’evidenza del genere, la domanda sorge spontanea: come ha potuto Google, con tutti i suoi sistemi di controllo, farsi raggirare in modo così plateale?

E la loro risposta, purtroppo, non rassicura per niente.

La promessa di Google: ma basterà davvero una “soluzione”?

La dichiarazione ufficiale di Google parla di “sistemi robusti contro lo spam” e promette una “soluzione” specifica per questo problema.

Ma qui la faccenda è più complessa.

Siamo sicuri che un semplice “fix” tecnico possa risolvere un problema che sembra avere radici nella logica stessa di Discover?

La piattaforma è progettata per premiare i contenuti che generano engagement rapido, e questo è esattamente il meccanismo che gli spammer stanno sfruttando. C’è chi, come l’esperto Robin Coles, sostiene che l’unica vera soluzione sarebbe limitare Discover a un elenco di editori verificati e affidabili. Una mossa che Google, probabilmente, non farà mai per non limitare il suo inventario pubblicitario.

La verità è che, finché ci saranno incentivi economici così forti nel produrre contenuti a basso costo per un pubblico vastissimo, ci sarà sempre qualcuno pronto a sfruttare ogni singola crepa del sistema.

La mossa ora spetta a Google, ma la sensazione è che questo gioco del gatto col topo sia appena iniziato.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

21 commenti su “Google Discover sotto assedio: l’invasione di notizie false generate dall’IA”

  1. Patrizia Bellucci

    Ah, il solito trucco! La tecnologia è un magnifico specchietto per le allodole, ma alla fine è l’avidità che muove le fila. Google dice “fix”, ma se l’incentivo è tale, chi si ferma? Un bel dilemma, non trovate?

    1. La fabbrica dello spam è un virus che infetta la rete. L’IA è l’ago, Google il tessuto. Non basterà un rammendo.

  2. Giovanni Battaglia

    Google scopre la polvere che crea. L’IA è solo il pennello, l’avidità il pittore. Soluzione tecnica? Illusione.

  3. Wow, che casino su Discover! L’IA fa il lavoro sporco, ma il profitto è il vero motore. Una soluzione tecnica non basta, secondo me.

  4. La fabbrica dello spam genera ricchezza artificiale, sfruttando le nostre debolezze. Google cerca di tappare falle, ma il fiume di disinformazione continua a scorrere. Un gioco a rimpiattino senza fine.

    1. Walter Benedetti

      La macchina genera contenuti, l’uomo li amplifica. Un meccanismo perverso che promette scorciatoie. La soluzione non è tecnica, ma etica. Esiste un antidoto per l’avidità?

    1. Walter Benedetti

      La tecnologia crea il problema, poi promette la soluzione. Un circolo vizioso. La macchina sforna spazzatura, l’algoritmo la distribuisce. Finché il profitto guida, il rumore vincerà sempre sulla sostanza.

      1. Walter, la tecnologia è solo uno strumento. Il vero problema sono gli incentivi economici. Finché la spazzatura genera profitto, continuerà a inondare tutto.

      1. La notizia non mi sorprende. L’IA che genera contenuti spazzatura è solo un sintomo. Il problema reale è l’incentivo a generare click a tutti i costi.

  5. Alessandro Lombardi

    Ah, le “soluzioni” di Google. Come se un patch risolvesse la fame di click. La vera domanda è: quando smetteremo di prendere per oro colato queste promesse digitali?

    1. La corsa all’engagement rapido è un vulcano pronto ad eruttare spazzatura algoritmica. Le soluzioni tecniche sembrano un cerotto su una ferita aperta, quando il vero male è l’avidità.

  6. Walter Benedetti

    La tecnologia è uno specchietto per le allodole. Questi spammer sono pesci che nuotano nella melma. Finché ci saranno incentivi, la cloaca continuerà a eruttare. Quando la moneta comanda, la verità annega.

    1. Luciano D’Angelo

      Certamente, la tecnologia ci illude con promesse di ordine. Ma i profitti guidano l’inganno. Le soluzioni tecniche? Un placebo. La vera cura è rimuovere il veleno dell’incentivo economico. 🤔 Bisogna cambiare le regole del gioco.

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