Guerra fredda dell’IA: Google si piega all’Europa, Meta sfida Bruxelles sul Codice di Condotta

Anita Innocenti

Le regole del digitale stanno cambiando.

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Tra adesioni e rifiuti, si delinea una spaccatura tra le aziende tech, con l’Europa che cerca di bilanciare regolamentazione e spinta all’innovazione

Google ha aderito al Codice di Condotta europeo sull'Intelligenza Artificiale, mossa strategica quasi obbligata. Meta, invece, ha rifiutato l'adesione, accusando l'UE di ostacolare l'innovazione. Questo segna l'inizio di una "guerra fredda" tra i giganti tech e Bruxelles, che cerca di imporre le sue regole. Le decisioni avranno profonde implicazioni sul futuro dell'IA e della sua regolamentazione.

Google si piega a Bruxelles, ma Meta dice no: la guerra fredda dell’IA è appena iniziata

Google ha calato la sua carta: firmerà il Codice di Condotta europeo sull’Intelligenza Artificiale. Una mossa che, a prima vista, sembra un passo verso la responsabilità, ma che in realtà è una scelta quasi obbligata in un gioco strategico dove chi non si adegua rischia di rimanere fuori. Mentre da Mountain View arriva un “sì”, da casa Meta Zuckerberg risponde con un secco “no”, accusando l’Europa di voler frenare l’innovazione.

La verità, come sempre, sta nel mezzo e le implicazioni sono enormi.

Ma andiamo con ordine, perché questa non è solo una notizia tecnica, è la cronaca di uno scontro tra visioni opposte del futuro.

Un codice ‘volontario’ che non lascia scelta

Diciamocelo, la parola “volontario” usata dalla Commissione Europea suona un po’ come una presa in giro.

Il Codice di Condotta per l’IA Generalista (GPAI), finalizzato il 10 luglio, è stato presentato come un invito, ma le condizioni sono chiare: o firmi entro il 1° agosto, o ti prepari ad affrontare un rischio legale immediato quando l’AI Act entrerà pienamente in vigore.

In pratica, come descritto in un’analisi di William Fry, Bruxelles ha creato un sistema a due velocità: i “bravi” che firmano avranno un percorso di conformità più morbido fino al 2025, mentre gli altri saranno nel mirino fin da subito.

Una mossa astuta che costringe i grandi player a scoprire le proprie carte.

E se la strada sembra quasi obbligata, perché un colosso come Meta ha deciso di mettersi di traverso, sfidando apertamente le istituzioni europee?

Google e Anthropic in prima fila, Meta fa muro

La decisione di Google non sorprende più di tanto. È una mossa strategica per mostrarsi collaborativa e allineata con le normative, un modo per tenersi buone le autorità di regolamentazione europee che già in passato non sono state tenere con le sue pratiche. Sulla stessa barca sale anche Anthropic, la società dietro a Claude AI, che elogia il Codice per la trasparenza e la sicurezza.

Due studenti modello, insomma.

E poi c’è Meta, il ribelle.

La sua posizione, come riportato da TechCrunch, è che il Codice sia un’ingerenza eccessiva, un freno a mano tirato sull’innovazione.

Ma siamo sicuri che si tratti solo di questo?

O forse la vera paura è dover rendere conto dei dati usati per addestrare i suoi modelli, un tema su cui Meta ha sempre preferito mantenere un velo di mistero?

Questo scontro tra titani non è solo una questione di firme su un documento. È il prologo di una battaglia ben più grande che si giocherà nei prossimi mesi, quando le regole diventeranno ancora più stringenti.

Cosa significa tutto questo per il futuro dell’IA?

L’AI Act, la legge madre di questo Codice, è già in vigore dal 2 agosto 2024, ma le sue norme più pesanti entreranno in funzione a scaglioni. Dal 2 agosto 2025 scatteranno gli obblighi per i sistemi di IA generalista come ChatGPT. Questo significa che le aziende hanno poco più di un anno per mettersi in riga.

La mossa di Google è un segnale chiaro: meglio adeguarsi subito che combattere una battaglia persa. La resistenza di Meta, invece, apre una crepa.

Cosa succederà se altri grandi player seguiranno il suo esempio?

L’Europa riuscirà davvero a imporre le sue regole o finirà per creare una frattura digitale, con una IA “regolamentata” per il mercato europeo e una “selvaggia” per il resto del mondo?

La partita è appena iniziata.

E, lasciamelo dire, si preannuncia tutt’altro che noiosa.

Anita Innocenti

Sono una copywriter appassionata di search marketing. Scrivo testi pensati per farsi trovare, ma soprattutto per farsi scegliere. Le parole sono il mio strumento per trasformare ricerche in risultati.

10 commenti su “Guerra fredda dell’IA: Google si piega all’Europa, Meta sfida Bruxelles sul Codice di Condotta”

  1. La tecnologia, un fiume in piena, incontra dighe di carta. L’adeguamento non è volontà, ma cautela predatoria.

    1. Veronica Valentini

      Il progresso dell’IA è un treno ad alta velocità, le regole europee sono solo un rallentamento necessario per evitare il deragliamento, non un blocco.

      1. La danza tra adesione e dissenso di questi giganti tecnologici è un balletto prevedibile. L’Europa, nel suo tentativo di governare l’impeto, rischia di tarpare le ali, o almeno così si pavoneggiano.

  2. La mossa di Google, un’ancora gettata in acque turbolente per navigare le normative. Meta, invece, sceglie la rotta dell’attrito, temendo di vedere le sue vele gonfiate dal vento della regolamentazione. Un classico del dualismo tra chi si piega e chi sfida il timoniere.

  3. Carlo Ferrari

    Solo una mossa obbligata per Google. 🙄 Meta fa bene a resistere. L’Europa soffoca tutto. 😠 Poi si lamentano se restano indietro. 🤷‍♂️

  4. Alessio De Santis

    L’Europa, un faro nella nebbia. Big tech, navi che solcano mari in tempesta. Regole, ancora. Ma il vento della scoperta soffia forte, imprevedibile.

  5. Riccardo De Luca

    Ragazzi, che show! Google fa il bravo, Meta fa la ribelle. Europa che fa la maestrina. Vedremo chi spacca. Io punto sul caos.

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